Pisa e quei talenti italiani apprezzati. Da Lucca e Barbieri per un futuro Azzurro – .

Pisa e quei talenti italiani apprezzati. Da Lucca e Barbieri per un futuro Azzurro – .
Pisa e quei talenti italiani apprezzati. Da Lucca e Barbieri per un futuro Azzurro – .

Pisa

Programmazione, investimenti, linea verde, futuro: all’indomani della cocente delusione per l’esclusione della Nazionale italiana da Euro 2024, di questi concetti legati al calcio italiano si è abusato. Da più parti si è puntato il dito contro la difficoltà dei club professionistici nel valorizzare i giovani profili che emergono e si affacciano all’universo sportivo delle “big”. Una tendenza, in effetti, innegabile guardando al panorama mondiale ma, soffermandosi sul particolare lavoro dello Sporting Club negli ultimi sei anni, ci si rende conto di come la società sia riuscita a lavorare molto bene nonostante la cronica mancanza di strutture adeguate per il settore giovanile e gli scarsi finanziamenti dalle casse federali. Gli esempi più fulgidi della capacità della dirigenza nerazzurra di valorizzare il capitale umano a disposizione sono tre: Samuele Birindelli, Lorenzo Lucca e Marius Marin. Il primo, formatosi a livello umano e sportivo nelle giovanili, si è affermato come uno dei migliori difensori della Serie B prima di spiccare definitivamente il volo in Serie A. Ha sfiorato la promozione in massima serie da capitano, prima di chiudere il suo cammino in nerazzurro con 192 presenze a soli 23 anni: negli ultimi due anni con il Monza ha collezionato 68 presenze, confermandosi su ottimi livelli, portando nelle casse della società circa 1,5 milioni. L’investimento fatto con grande determinazione su Lorenzo Lucca tre estati fa può fruttare quasi dieci volte di più.

Da centravanti ruvido di terza e quarta divisione, con appena 6 gol nei primi mesi della stagione 2021-22, è diventato l’oggetto del desiderio di molte squadre italiane ed europee. Con la mancanza di alternative all’orizzonte, la sensazione netta è che Lucca possa essere il numero 9 del futuro della Nazionale italiana: 8 gol segnati alla sua prima esperienza in Serie A con una squadra impegnata fino all’ultima giornata nella lotta salvezza sono un ottimo bottino e rappresentano un bel biglietto da visita. Da incorniciare, anche se a vantaggio di una nazione rivale, il lavoro di valorizzazione svolto su Marius Marin. Arrivato a Pisa come “ignoto illustre” a soli 20 anni nell’estate del 2018, il romeno in nerazzurro ha saputo affinare le sue doti di interdittore, coniugandole via via con una discreta qualità nella costruzione della manovra. Al punto da diventare uno dei perni della selezione attuale impegnata negli Europei (sempre titolare), collezionando anche 209 presenze ufficiali con la maglia dello Sporting Club. Da segnalare anche l’investimento fatto su Stefano Gori, ingaggiato a parametro zero e ceduto, dopo tre stagioni, alla Juventus. Quattro giocatori coccolati, attesi e stimati dall’ambiente nerazzurro e definitivamente lanciati nel “calcio che conta” nel giro di sei anni: niente male per una società che non può ancora contare sugli assetti sognati e progettati.

MA

 
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