«Cagliari mi ha fatto crescere come uomo. Il mio unico rammarico…» – .

«Cagliari mi ha fatto crescere come uomo. Il mio unico rammarico…» – .
«Cagliari mi ha fatto crescere come uomo. Il mio unico rammarico…» – .

Mario Brugnera, ex giocatore del Cagliari, ha rilasciato diverse dichiarazioni sulla sua carriera. Le sue parole

Oggi Mario Brugnera si è espresso ampiamente per l’edizione on line del quotidiano L’Unione SardaL’ex giocatore della Cagliari Ha rilasciato diverse dichiarazioni sulla sua carriera, in cui ha indossato i colori rosso e blu per 13 anni. Queste sono state divise in due esperienze: la prima dal 1968 al 1974, la seconda dal 1975 al 1982. Le sue parole:

FLORENTINE OF VALCAREGGI – “Ho esordito in Serie A, in quegli anni abbiamo vinto la Coppa Mitroga e la Coppa Italia battendo il Catanzaro in finale all’Olimpico. Ero un attaccante e avevo un discreto fiuto per il gol”.

PRIMA STAGIONE IN ROSSO E BLU – “È stata una nuova avventura che mi ha permesso di crescere come uomo e come calciatore. Nella prima stagione abbiamo raggiunto il secondo posto e gettato le basi per lo scudetto degli anni Settanta”.

1975-1982 – «Della mia seconda esperienza a Cagliari ricordo soprattutto la promozione dalla B alla A. Ero l’unico superstite del Cagliari che vinse lo scudetto e facevo la chioccia per giovani di belle speranze come Piras e Virdis. L’allenatore era quel grande Mario Tiddia, per lui ero un allenatore in campo».

RICORDI – “Ho avuto tante soddisfazioni e fatto tanti amici. Sento ancora i miei ex compagni e ad alcuni sono particolarmente legato, come Poli. Indimenticabile il 2-2 a Torino contro la Juve, che ci ha praticamente permesso di vincere lo scudetto. Nella ripresa eravamo sotto per un autogol di Nicolai, Scopigno è entrato negli spogliatoi e ci ha detto “Comunardo, bravo, non ho mai visto un gol così bello”. Siamo scoppiati tutti a ridere. Dopo la pausa siamo scesi in campo nel secondo tempo più carichi che mai. Il finale lo sanno tutti”.

RIMPIANTI – “Non avendo avuto spazio in nazionale, purtroppo nel mio ruolo c’erano mostri sacri del calcio come Mazzola e Rivera, ritagliarsi uno spazio era praticamente impossibile. A proposito di Rivera, per me era il numero uno assoluto”.

IL SARDO PIÙ FORTE – «Ne citerò due, Zola nel ruolo di trequartista e Matteoli nel ruolo di centrocampista».

 
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