Il futuro delle PMI visto da Cna Emilia-Romagna – .

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Quali sono le nuove sfide per le piccole e medie imprese dell’Emilia-Romagna? Per rispondere a questa domanda, tra gli affreschi settecenteschi di Palazzo Gnudi a Bologna, oltre 150 rappresentanti delle piccole e medie imprese hanno ascoltato esperti del mondo accademico, politico e dell’informazione. Lo hanno fatto durante l’assemblea di

Cna Emilia-Romagna che, nella regione, è la confederazione più rappresentativa con oltre 150mila soggetti rappresentati. “È fondamentale puntare su inclusione e partecipazione – ha sottolineato il presidente regionale di Cna Paolo Cavini – e la vera rappresentazione è trainante e innovativa.”

Oltre al segretario nazionale Otello Gegorini e al segretario di Cna Emilia-Romagna Diego Benattiha parlato il seguente: Andrea Longoprofessore di Diritto Costituzionale presso l’Università di Roma e La Sapienza, Pier Ferdinando CasiniSenatore della Repubblica, Daniela Dondimembro della Repubblica, Laura Ramaciotti, Rettore dell’Università di Ferrara Agnese Pini journalist, director of La Nazione, Il Giorno, Il Resto del Carlino and two Cna entrepreneurs who reported the flood disaster on their businesses, Sofia Marchetti e Laisa Rinaldi.

La crisi della rappresentanza

Quali fattori hanno determinato la crisi che sindacati, partiti, rappresentanze padronali e autonomie stanno attraversando? Associazioni di categoria e sindacati, infatti, hanno visto un calo significativo delle adesioni, mentre hanno guadagnato terreno nuovi movimenti e forme di partecipazione meno istituzionalizzate.

“È fondamentale puntare su inclusione e partecipazione. Cna deve coinvolgere tutti: dagli artigiani e dalle piccole e medie imprese ai lavoratori autonomi – spiega il presidente di Cna Emilia-Romagna Cavini – supportando i giovani imprenditori, l’imprenditoria femminile e l’imprenditoria estera”. La digitalizzazione offre potenti strumenti per raccogliere e analizzare dati, monitorare le politiche pubbliche e coinvolgere più efficacemente i soci. “Ma la vera forza sta nelle relazioni e nella loro qualità – sottolinea Cavini – Dobbiamo essere consapevoli che la nostra presenza capillare sul territorio ci consente di tessere migliaia di relazioni”.

Le nuove tecnologie, però, mettono a rischio molte professioni tradizionali, che potrebbero non essere più necessarie. “Attraverso programmi di formazione continua e consulenza possiamo aiutare le aziende a trasformarsi e restare competitive. Questo non significa abbandonare le tradizioni – chiarisce il presidente di Cna Emilia-Romagna – ma piuttosto integrarle con nuove competenze e tecnologie per creare un mix vincente di innovazione e qualità artigianale”. Oggi, gli organismi intermedi hanno urgente bisogno di abbracciare una visione più ampia e inclusiva, che tenga conto dell’interesse generale.

La crisi finanziaria e il Covid

“La crisi finanziaria, il Covid, le guerre hanno cambiato i paradigmi dell’economia e della società. Anche i vecchi perimetri di rappresentanza sono superati – sottolinea il segretario di Cna nazionale Gregorini – Per le organizzazioni imprenditoriali è tempo di adattarsi: sotto i colpi delle trasformazioni e delle transizioni non possono più essere legate solo dall’appartenenza settoriale. Il 99,4% delle imprese guarda a noi, motore del sistema Paese, non dobbiamo dimenticarlo”.

Nel panorama economico e sociale italiano, la lobby svolge un ruolo cruciale nel garantire che le esigenze delle piccole e medie imprese siano adeguatamente rappresentate e prese in considerazione dai decisori pubblici. “Gli organismi intermedi sono uno strumento essenziale della democrazia”, ha affermato il costituzionalista Longo. “In un’epoca in cui proliferano gli interessi e in cui assistiamo alla fine di un’etica politica condivisa, il peso delle lobby sta aumentando. Il lobbying è un’attività fondamentale di interazione tra società e politica”. In questo senso, la lobby diventa uno strumento di democrazia partecipata, in cui ogni voce conta. “Oggi assistiamo al crescente fenomeno dell’astensionismo”, riflette il senatore Casini. “Quale ruolo devono svolgere le associazioni di categoria? Un’organizzazione come la Cna deve avere la capacità di mediare tra interessi individuali e collettivi. Questo è il ruolo dell’associazione di categoria, senza la quale non c’è futuro per la società italiana”.

A tal proposito è intervenuto anche l’onorevole Dondi: “Questo Governo vuole essere al fianco delle imprese e rafforzare un rapporto di ascolto delle esigenze delle PMI. La Cna ha un ruolo fondamentale di dialogo con il mondo politico, facendosi portavoce anche delle evoluzioni che la società sta vivendo”.

Il mondo accademico

Anche il mondo accademico trae beneficio dal rapporto con le associazioni di categoria: “Università e impresa sono un binomio imprescindibile che deve accrescere la collaborazione quotidiana e favorire il dialogo. In questo modo è possibile stare al passo con i cambiamenti: servono innovazione e stimoli continui, puntando sulle competenze che il mercato del lavoro richiede”. Il sistema di partiti e associazioni di un tempo non è più adeguato al mondo di oggi, radicalmente cambiato. “Non ci sono giornali e organismi intermedi senza democrazia, così come non c’è democrazia senza organismi intermedi e giornalismo – ricorda il giornalista Pini – I giornali però hanno perso potere, così come le associazioni e i partiti. È un male? Non lo so. Il problema è con cosa sostituiamo questo vuoto di potere”.

 
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