questo è quello che porta all’Atalanta. Zaniolo? È più maturo” – .

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questo è quello che porta all’Atalanta. Zaniolo? È più maturo” – .

Un acquisto, quello di Ben Godfreyè già stato definito. L’altro, quello di Nicola Zaniolopotrebbe essere chiuso nei prossimi giorni. IlAtalanta guardare il mercato con un occhio di riguardo premier Leagueacquistare un giocatore nato e cresciuto in Inghilterra e tenere d’occhio un ragazzo che ha cercato di ritrovare se stesso oltre Manica.

Roberto Gotta, oggi penna di Tuttosport per la Premier League e volto storico della storia del calcio anglosassone in Italia, ha seguito da vicino il cammino di entrambi in quello che è forse il campionato più importante e competitivo al mondo e ha tratteggiato il profilo del nuovo difensore nerazzurro e di quello che potrebbe essere l’uomo in più del reparto offensivo.

Che tipo di giocatore è Godfrey? Puoi raccontarci il suo percorso negli ultimi anni?

“L’ho sempre visto come un bravo giocatore, ma non ha ancora realizzato il suo potenziale. Si è affermato al Norwich tra il 2018 e il 2020: la squadra del tecnico tedesco Fare era molto interessante, anche se a fine stagione è retrocessa. L’Everton ha investito su di lui quasi 28 milioni, ma non ha mai ricevuto le risposte che sperava. I continui cambi di gestione tecnica degli ultimi anni non hanno giovato né a lui né alla società. Anzi, non ha avuto continuità”.

In quale fase della sua carriera ha raggiunto il suo massimo splendore?

“Sicuramente la prima stagione dopo il trasferimento. Ricordo che Carlo Ancelotti lo fece esordire nel derby di Anfield contro il Liverpool. Poi ha avuto qualche infortunio, ha avuto un calo di forma. In alcune partite della stagione 2021/22 ha avuto qualche problema fisico dovuto al post Covid. Non ha vissuto momenti positivi, quindi si è un po’ perso”.

La convocazione in Nazionale del 2021 è stata un’occasione improvvisata o pensi che possa davvero ambire a quei livelli?

“Non so se tornerà davvero. Ha avuto quella prestazione di punta che lo ha portato al debutto poco prima di Euro 2020, poi è stato escluso all’ultimo taglio: era in competizione con Ben White dell’Arsenal, e Southgate ha scelto quest’ultimo. Era molto vicino agli Europei, ma poi è uscito dal giro”.

Le squadre in cui ha giocato ricordano in qualche modo lo stile dell’Atalanta?

“Certamente non l’Everton, che ha sempre giocato con un 4-4-2, che a volte è addirittura diventato un 4-5-1, con un atteggiamento difensivo, poco schieramento, tanti lanci lunghi e tante corse a centrocampo. A Bergamo troveranno un sistema molto diverso”.

Dove lo vedi meglio con Gasperini? Possiamo dire che la sua posizione ideale è quella di terzo difensore a destra?

“Probabilmente, ma è versatile: al Norwich, nelle prime fasi della sua carriera professionistica, ha giocato anche come centro-sinistra. Si vede come difensore centrale e giocherà sicuramente lì.”

Qual è la caratteristica migliore che ha e quale può tornare più utile all’Atalanta?

“Parliamo di un giocatore veloce, che recupera il campo alle sue spalle molto velocemente e chiude gli spazi, è determinato. Bravo nei contrasti e nei contrasti e bravo nei colpi di testa. Sa giocare sull’uomo, sa marcare gli attaccanti avversari. Va anche detto che non è stato uno di quelli che ha tirato fuori l’Everton dalle difficoltà, anzi è stato trascinato”.

Perché ultimamente ha avuto così poco spazio rispetto all’inizio?

“Il mister Dyche ha sempre preferito uno esperto come Tarkowski, che aveva avuto anche nella sua lunga precedente esperienza al Burnley, e Branthwaite che è giovane e ha più prospettive. Davanti a lui c’era anche Michael Keane. È rimasto a gennaio e non è andato in prestito perché la società voleva tenere un giocatore affidabile. Il mister ha detto che ‘purtroppo ne entrano solo 11 in squadra’, che ‘deve avere pazienza’ e non è una questione di ostilità, ma quello che ha giocato quest’anno è stato a destra al posto di Patterson. So che anche il Newcastle lo cercava, è rimasto e forse la società sperava di vederlo emergere un po’ di più: Dyche ha sempre speso parole di elogio, ma poi ha fatto giocare altri”.

Parlando invece di Zaniolo: come giudichi il suo anno all’Aston Villa?

“Non ha fatto molto bene, è entrato quasi sempre come sostituto, raramente ha cambiato partita con la palla tra i piedi. Ricordo un gol allo scadere contro lo Sheffield United a dicembre per l’1-1, allora ultimo in classifica, in cui ha segnato il gol decisivo per il pareggio, ma poco altro”.

Quanto spazio aveva e soprattutto in quali posizioni giocava?

“L’ho visto molto spesso nel ruolo di ala sinistra nel 4-2-3-1 all’inizio, anche se in qualche occasione ha giocato anche a destra, comunque sempre con la tendenza ad avvicinarsi sempre di più alla punta centrale. Raramente ha giocato tutti i 90 minuti”.

Credi che una stagione in Inghilterra gli abbia fatto bene?

“Penso che torni in Serie A migliorato, avendo sperimentato ambienti diversi. E in più non è stato al centro dell’attenzione, a differenza di quanto accade in Italia, dove è sempre stato al centro dell’attenzione. In Inghilterra aveva un po’ di notorietà, sì, ma senza aspettative. E ha saputo sfruttare questo status”.

È un giocatore diverso da quello arrivato un anno fa? Più maturo?

“Maturato, senza dubbio. Giocare in Premier League lo ha aiutato fisicamente e atleticamente, ha giocato in una squadra con un ritmo elevato e che corre, ma senza esaurirsi. Uno che gioca in Inghilterra migliora necessariamente perché si trova di fronte a un campionato atletico, di reattività, comunque allenato bene”.

Perché non è stato riscattato? È solo una questione finanziaria?

“Il mio pensiero è che sia stata in parte una questione economica: l’Aston Villa ha venduto Douglas Luiz alla Juventus e stiamo parlando di un giocatore di primissimo livello. Uno così non lo vendi per scelta, ma perché sei costretto. E con uno così vinci le partite, è difficile sostituirlo. Ecco perché penso che sia una questione di soldi. Oltre a questo, però, le sue prestazioni in campo non hanno confermato il potenziale che il ragazzo aveva prima degli infortuni: per restare in una squadra di Champions League a quel prezzo avrebbe dovuto fare di più. Comunque, come centrocampisti offensivi, Emery ne ha tanti, quindi è stata anche una decisione tecnica”.

Come lo vedi sullo scacchiere dell’Atalanta?

“Come incursore è un grande, è uno che va a segno, come faceva al Villa: aveva la tendenza ad andare in mezzo per subire gol. Ha voglia, anzi. Giocare nell’Atalanta lo mette sotto i riflettori: ha le giuste motivazioni. E se ci sarà un recupero totale dal punto di vista atletico, sicuramente aumenterà il valore complessivo della rosa della Dea. Un sostituto prezioso, ma ‘sostituto’ solo per modo di dire”.

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