Buon derby d’Italia a chi può permettersi un martedì a Lisbona – .

Buon derby d’Italia a chi può permettersi un martedì a Lisbona – .
Buon derby d’Italia a chi può permettersi un martedì a Lisbona – .

Portogallo, di nuovo tu! È quanto decretano i sondaggi di Nyon, che nella tarda mattinata di due giorni fa stabilivano il prossimo avversario dell’Inter in Champions League: Benfica È. Un sospiro di sollievo per tutti i nerazzurri che nella fase successiva della massima competizione europea avrebbero fatto volentieri a meno dei cugini, storicamente acerrimi rivali in Europa, e che Patrick Kluivert ha invece ‘raccolto’ al Napoli di Luciano Spalletti regalando all’Italia una grande possibilità , ovvero quella di avere almeno una semifinalista in gara e il 75% delle possibilità di avere in finale una rappresentativa del Bel Paese. E se Milan, Inter scappasse nei quarti, Benfica (e Napoli) permettendo, potrebbe incontrarlo in semifinale. Ma attenzione ai salti di gioia, perché prima di pensare a un eventuale derby milanese o al tricolore in semifinale, la squadra di Inzaghi deve prima superare l’ostacolo portoghese tutt’altro che semplice. Chi pensa che il pareggio di Nyon abbia ‘graziato’ i nerazzurri tirando fuori dal cilindro una squadra che mette la strada per il passaggio del turno in discesa è chiaro che qualcuno non ha calibrato a dovere potenzialità, qualità e soprattutto insidie ​​che la squadra di Schmidt La squadra possiede e può presentare ai ragazzi di Inzaghi che proprio a Porto, dove sono riusciti a guadagnarsi la partita contro il Benfica, hanno messo su carta le loro bellezze e bruttezze.

Martedì scorso, al netto delle moltitudini di pressioni che li hanno schiacciati, i nerazzurri sono riusciti a ritrovare compattezza, solidità, durezza e stabilità forse come non mai, mostrandosi impeccabilmente maturi nell’adattarsi a un avversario contro il quale era solo una chiave a loro disposizione : resilienza. Resistere agli attacchi dei padroni di casa per proteggere il vantaggio che San Siro aveva ‘regalato’, resistere per esistere. E così è stato. Con le unghie, i denti e un pizzico di ‘occhio’ – per ripetere le parole di Caressa in telecronaca – i milanesi sono riusciti a cavarsela in mezzo alla tempesta, privando di meriti e possibilità la squadra di Coinceicao, trascinandosi verso la sponda chiamata qualificazione da manuale onestà difensiva. Tuttavia, irreprensibilità che non hanno mostrato in fase opposta, dimostrando cinismo e idee labili nella manovra offensiva, quasi mai davvero ben articolata e capace di incutere timore in un avversario che non ha subito grandi affondi degli ospiti, troppo concentrati a contenere e sfondare. Una doppia faccia di una medaglia che, pensando agli altri portoghesi, quelli ancora da incontrare, fa temere più di qualcosa. Ma questa è una questione che Inzaghi e compagni possono e dovranno affrontare in seguito. Non certo oggi che aspettare i ‘migliori otto d’Europa’ qui discussi è un’altra grande trappola. Il più tutti degli avversari: la Juventus.

Squadra e avversario per cui serve tutto tranne le presentazioni. E infatti non siamo qui a presentarlo: contro la suddetta rosa che tra poche ore verrà da Torino a San Siro per dimostrare di meritare quel secondo posto (almeno fino ad ora, salvo tolto diversamente) che ora è appannaggio dei padroni di casa, l’Inter avrà semplicemente per rinfrescare il più importante dei caratteri del repertorio esibito tra Porto e Riyadh: l’orgoglio. Contro la squadra di Max Allegri, infatti, basta fare quello che non è stato fatto all’andata, ricordando perché quei 75.000 in tribuna con la maglia dell’Alfa Romeo vestono cuori, sangue e pelle nerazzurri anziché bianconeri. Ricordando perché il secondo posto, al momento, non si disputa con la Vecchia Signora, perché dal 1960 la rivalità tra le due squadre ha connotati definitivi e incrollabili, o semplicemente perché essere tifoso dell’Inter significa non essere mai tifoso della Juventus.

Presentazioni o discorsi motivazionali qualche aiuto a spingere sull’acceleratore degli stimoli degli undici domani in campo, i derby d’Italia si giocano con una e una sola ambizione. Ma se c’è una frase, per ragioni comprensibilissime, che qui non diremo è quella a cui state pensando… divani e a chi soffre e soffrirà nella speranza di sfatare il tabù del post-big match …

Buon derby d’Italia a chi pensa già a Lisbona (ma al martedì), a chi gioca ancora la Champions League, a chi conta i punti per quelli dettati dalla classifica… Buon derby d’Italia, Interisti.

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