Domenica 19 marzo 2023 – “I dati emersi dall’indagine Gimbe sulla migrazione sanitaria confermano le numerose carenze del sistema sanitario regionale più volte denunciate dalla Funzione Pubblica della CGIL di Potenza.
In Basilicata, come nel resto delle regioni del Mezzogiorno, il dato si attesta all’83,4% con un saldo negativo, tra debiti e crediti, di 62,4 milioni di euro, giudicato moderato dalla Fondazione e un saldo pro capite negativo di 115 euro, che fa fanalino di coda la Basilicata. Le strutture private forniscono meno del 20% del valore totale della mobilità (8,1%)”.
Il segretario generale della Fp CGIL, Giuliana Pia Scaranoritiene che “un trend sicuramente in aumento e probabilmente anche sottovalutato se si considera la scarsa mobilità sul territorio nazionale nel biennio di pandemia.
Ci chiediamo a che punto sia il Piano operativo regionale per il recupero delle liste di attesa approvato a settembre dello scorso anno e quanti dei benefici complessivi stimati siano stati effettivamente recuperati entro il 31 dicembre 2022.
Quella riportata nel documento di settembre è una cifra enorme: 6769 ricoveri ospedalieri, 218.875 prestazioni ambulatoriali, 40.602 prestazioni ambulatoriali di screening.
Invece di investire e potenziare il sistema pubblico regionale, – argomenta Scarano – il rischio è quello di traghettare la nostra sanità regionale verso il privato, a fronte di cittadini che hanno sempre più difficoltà di accesso alle cure. Un quadro preoccupante, soprattutto alla luce dell’ormai approvato disegno di legge Calderoli sull’autonomia differenziata che, con il plauso anche della Regione Basilicata, creerà un divario incolmabile in tema di cure e diritto alla salute tra il Mezzogiorno e il resto del Paese.
Serve un forte investimento nella medicina locale, a partire dalla prevenzione e dall’assistenza domiciliare integrata. Il Pnrr deve essere una grande opportunità per cambiare il rapporto tra servizi pubblici e privati. Nonostante la disponibilità di strumenti e risorse economiche come mai accaduto negli anni scorsi, si rischia il tracollo della sanità lucana.
Occorre tornare a programmare, anche attraverso piani triennali del fabbisogno di personale basati sulla rilevazione dei fabbisogni epidemiologici e dei rischi epidemici, dando stabilità ai tanti operatori sanitari precari – per le cui assunzioni è prevista la possibilità di deroga ai tetti di spesa sulle assunzioni potrebbero essere utilizzati anche del personale legato al Pnrr – per porre fine alle criticità ancora presenti: dalla migrazione passiva alle liste di attesa, dalla carenza di personale alle condizioni di lavoro, dal ruolo dell’ospedale San Carlo a quello delle due Asl e dell’Istituto di cura e ricerca Crob di Rionero.
Lotteremo e lotteremo per la piena attuazione dell’articolo 32 della Costituzione, per un servizio sanitario pubblico e universale” conclude Scarano.