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Pier Attilio Trivulzio aveva 83 anni. Professione: giornalista. Lo trovarono mummificato in un appartamento di corso Trieste a Novara. Era lì da 7 mesi. A scoprire il cadavere alcuni operai che erano entrati in casa per svolgere dei lavori. Turbato per anni, era solo. Completamente. Eppure era sposato, aveva un figlio emigrato in Inghilterra da anni per lavorare come scenografo nell’industria cinematografica.
Pier Attilio Trivulzio, giornalista trovato morto in casa a Novara dopo 7 mesi: il corpo è stato mummificato
L’ultimo contatto
A chi lo frequentava nel paddock dell’Autodromo di Monza, luogo di azione tanto amato da Trivulzio, raccontava di un compagno, commercialista professionista, che abitava vicino a Parma. Ce lo racconta il Corriere della Sera. L’ultimo a cercare di mantenere i contatti è stato Marco Pirola, con il quale ha condiviso l’esperienza de L’Esagono, bisettimanale edito a Monza e Brianza, chiuso nel 2012: «Pier Attilio, detto Pat, mi aveva chiamato nel 2020, quando eravamo in isolamento a causa di una pandemia. Ha chiesto una mano per ricaricare il telefono. Da allora l’ho cercato invano. Non ha risposto a chiamate o e-mail.
Trivulzio aveva lavorato per l’Espresso, Panorama, La Notte, Il Giorno, Bergamo Oggi, Il Cittadino di Monza e per l’agenzia Ansa prima di approdare all’Esagono. Le ultime collaborazioni; datate anche quelle, per un sito attivo legato all’attività di alcuni centri sociali lombardi. Niente che potesse salvarlo dalla povertà progressiva, dall’isolamento totale.
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