Davide Rossi, perché un’altra commissione d’inchiesta? Il giallo del colonnello in fuga ad Hammamet-Corriere.it – .

Davide Rossi, perché un’altra commissione d’inchiesta? Il giallo del colonnello in fuga ad Hammamet-Corriere.it – .
Davide Rossi, perché un’altra commissione d’inchiesta? Il giallo del colonnello in fuga ad Hammamet-Corriere.it – .

La Camera ha ha approvato all’unanimità l’istituzione di una nuova commissione d’inchiesta per far luce sulla morte di David Rossi, il responsabile della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena quella avvenuta il 6 marzo 2013 in cui David Rossi perse la vita cadendo dalla finestra del suo ufficio al terzo piano della Rocca Salimbeni. Dieci anni in cui si sono accumulate inchieste giudiziarie – due anni dopo giunsero alla conclusione che si trattava di un suicidio -, consulenze tecniche e ricostruzioni di ogni genere che però non furono sufficienti a mettere a tacere i dubbi e soprattutto l’ipotesi del complotto omicida.

Lo scorso settembre, dopo 14 mesi di accese udienze dei protagonisti del periodo in cui fallì la banca più antica del mondo, una precedente commissione parlamentare d’inchiesta, fortemente promossa da Fratelli d’Italia, si era conclusa con una relazione approvata a stento, anche perché il Pd aveva deciso di non partecipare al voto. Il riassunto: quasi tutti gli elementi raccolti portano al suicidio di Rossi, ma con qualche dubbio. Il braccio di ferro (anche politico) per la ricerca della verità non si è interrotto nemmeno dopo le prove della maxi perizia dei carabinieri del Ris, che, su richiesta della commissione stessa, hanno simulato la caduta dalla finestra con l’ultima generazione strumenti in grado di ricreare perfettamente le condizioni di quella notte: buio e pioggia inclusi. Le conclusioni del verbale di polizia hanno smontato i dubbi della famiglia di Rossi. E il comandante Schiavone ha affermato: «Rossi spinto da terzi? Non compatibile con la ripresa di filmati.

Ma allora perché, anche di fronte a questa evidenza, il Parlamento ha avviato un’altra commissione d’inchiesta? Il via libera è arrivato all’unanimità, ma a taccuini chiusi più di uno dei 20 membri che ne fanno parte confessa che le variabili politiche covano sotto la cenere. Durante la precedente inchiesta parlamentare, Il giallo Rossi è tornato ogni giorno alla ribalta, diventando anche terreno di confronto politico e con una forte eco mediatica. Sia da destra che da sinistra, per ragioni diverse, nessuno si è lasciato sfuggire l’occasione di intervenire. Da un lato si sono moltiplicati gli attacchi contro le vesti e contro il management della banca, storicamente legato alla sinistra; dall’altra c’è chi, come Matteo Renzi, ha più volte puntato il dito contro Antonino Nastasi, uno dei magistrati che lo accusano di finanziamento illecito di partiti nell’inchiesta su Fondazione Aperta. Il pm è lo stesso che ha condotto l’inchiesta sul crac di Mps e che ha seguito l’inchiesta sulla morte di Rossi.

Pesanti accuse contro i magistrati inquirenti sono state sollevate proprio durante le decine di udienze della precedente commissione. A lanciarle non era una figura di secondo piano, ma il colonnello Pasquale Aglieco, allora comandante provinciale dei carabinieri di Siena, che in udienza denunciò: «Il procuratore Nastasi rispose al cellulare del dirigente Mps dopo la sua morte». Dichiarazioni che hanno scatenato bufere e spinto altri pm (quelli di Genova, competenti a indagare sui colleghi di Firenze) ad aprire una terza inchiesta giudiziaria. L’inchiesta per accertare l’inquinamento del luogo di un ipotetico delitto si è conclusa con una richiesta di archiviazione. E i magistrati dedicano un paragrafo ad Aglieco, indagato per falsa testimonianza. Altro mistero: il colonnello si è infatti trasferito ad Hammamet e per questo non è stato possibile interrogarlo.

Dicevamo di variabili politiche. Durante l’ultima puntata di IeneCarolina Orlandi, figlia di Antonella Tognazzi (moglie di Davide Rossi), ha lanciato un appello bipartisan a Giorgia Meloni ed Elly Schlein: “Abbiamo diritto a un’inchiesta seria”, chiedendo a entrambe “di non spegnere i riflettori su una vicenda che è, sì, nostra, ma anche di tutto il Paese». Dal premier l’apertura è stata massima: “Ringrazio Iene per aver tenuto alta l’attenzione sul caso della morte di David Rossi – ha scritto sui social -. La speranza è che si possa fare piena luce sulla vicenda, per David e la sua famiglia». Nessun intervento diretto del leader del Pd. I Dem hanno votato il via libera alla nuova commissione, ma restano lo scetticismo e un’impronta di forte cautela. Una battuta, quest’ultima, che si legge chiaramente nelle parole del deputato del Pd Andrea Rossi: “Dobbiamo cercare la verità, non una verità – ha detto alla Camera il membro della commissione parlamentare -. Questa è una distinzione. Il prezioso lavoro dei professionisti, delle forze dell’ordine, ha però cominciato a mettere in chiaro affermazioni inconfutabili”.

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