Ventidue giorni di delirio, dal 31 marzo 2020 al 22 aprile 2020, scanditi da una raffica di mail inviate all’allora premier, Giuseppe Conte, dai contenuti sempre più inquietanti. Il 44enne incriminato dal tribunale di Roma è umbro, precisamente di Amelia, e contro il quale è iniziato nei giorni scorsi il processo di primo grado.
A raccontarlo è l’edizione romana del quotidiano La Repubblica, secondo la quale il 44enne, disoccupato, con precedenti di minacce, molestie e droga, si sarebbe inizialmente limitato a inviare mail ingiuriose a Conte all’indirizzo di posta elettronica della presidenza. del Gabinetto. “Sei uno schifoso schifoso… schifoso terrone” le offese rivolte al premier nelle prime durissime settimane di lockdown per il Covid-19. Le minacce, secondo la ricostruzione di Repubblica, sono arrivate nove giorni dopo, quando l’umbra avrebbe scritto a Conte: “Devi morire codardo” e “Devi prenderti un lungo male incurabile”. In una mail è stata insultata anche la madre dell’allora presidente e in un’altra, risalente al 17 aprile, anche il figlio del leader del M5s: “Tuo figlio deve morire tra le tue braccia”. Ma non è stato l’unico messaggio con cui l’umbra ha augurato a Conte la morte del figlio, tanto che alla fine si è mossa la polizia.
