Lenzini, giallo sull’eredità dell’ex patron della Lazio. La denuncia dei tre nipoti – .

Lenzini, giallo sull’eredità dell’ex patron della Lazio. La denuncia dei tre nipoti – .
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Da quasi 40 anni il patrimonio dell’ex presidente della Lazio, Umberto Lenzini, che ha regalato alla società biancoceleste il primo scudetto della sua storia, è…

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Da quasi 40 anni il patrimonio dell’ex presidente della Lazio, Umberto Lenzini, che ha regalato al club il primo scudetto della sua storia, è stato “congelato” da un fallimento infinito. Ai suoi tre nipoti, unici eredi insieme allo zio Silvestro Lenzini, viene addirittura impedito l’accesso al fascicolo.

Per questo, il 12 maggio, i tre fratelli hanno presentato denuncia alla Guardia di Finanza indirizzata alla Procura della Repubblica di Roma, affinché “valuti eventuali profili di illegittimità penale della ingiustificata e ingiustificata persistenza” della procedura fallimentare. Il tutto “con ingentissimi e numerosissimi incrementi di spese legali, professionali e peritali sospette a carico esclusivo del patrimonio fallimentare”, di cui i nipoti dell’imprenditore deceduto il 22 febbraio 1987 “non possono avere alcuna responsabilità – si legge gli esposti – nonostante numerose unità immobiliari di cospicuo valore commerciale siano state cedute tramite asta fallimentare”. Per fare luce su questo “mistero”, il penalista Fabio Harakati, che assiste Lorenzo, Carlo e Andrea Lenzini, ha chiesto ai pm romani il “sequestro conservativo del fascicolo”.

LA STORIA
Negli ultimi 39 anni si sono avvicendati tre curatori fallimentari, l’ultimo dei quali è stato l’avvocato Tania Enza Cassandro che, dopo aver acquisito 19 faldoni cartacei di tale contenzioso, ha provveduto ad informatizzarli sulla piattaforma “Fallco web”. Ma il giudice delegato della sezione fallimentare, Antonino La Malfa, ha rigettato la richiesta presentata dai coeredi per il pieno accesso al fascicolo.

«Questo non permette ai miei clienti di capire a che punto è la liquidazione dei creditori e cosa resta del patrimonio milionario del nonno, di cui chiedono la restituzione – spiega l’avvocato civilista Gian Luca Mignogna – credo sia il più lungo fallimento nella storia. Italia e sicuramente uno dei contenziosi più antichi ancora pendenti presso il tribunale di Roma. Ci sono molte anomalie. Oltre all’inspiegabile durata, abbiamo visto dall’App ministeriale che nello storico del fascicolo ci sono decine di provvedimenti di liquidazione risarcitoria», tra notai, ctu e curatori fallimentari; «tutte le spese di cui vorremmo essere a conoscenza». «Mio nonno era fallimentare attivo, a fronte di un debito di circa 500mila euro, aveva crediti per oltre 6 milioni di euro – spiega Andrea Lenzini – Ho l’impressione che in questi 39 anni il suo patrimonio sia stato sperperato. Per questo chiediamo ai pm di chiarire la situazione.

IL PERSONAGGIO
Umberto Lenzini, ex calciatore italiano naturalizzato statunitense, diventa imprenditore di successo nel settore delle costruzioni negli anni ’60 con la ditta individuale che porta il suo nome (poi dichiarata fallita nel 1984), costruendo soprattutto nella zona nord-occidentale del capoluogo, all’epoca ancora disabitato: Valle Aurelia e Pineta Sacchetti. Nel 1964 entra nei quadri dirigenti del Lazio come consigliere comunale. L’anno successivo diventa presidente e maggior azionista del club, ma non riesce ad evitare la retrocessione in serie B nella stagione successiva, durante la quale la Lazio viene trasformata in società per azioni.

Nel 1969 “papà Lenzini” – come lo chiamavano i tifosi – fece due acquisti che si rivelarono tra i più importanti della storia recente: Giorgio Chinaglia e Giuseppe Wilson. I giocatori sono stati la spina dorsale della squadra che, grazie alla guida tecnica di Tommaso Maestrelli, è tornata in Serie A e, nel 1973-74, è riuscita a regalare al club biancoceleste il primo scudetto della sua storia.

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