Due donne che vegliano sulla tragedia tutta italiana avvenuta in Emilia Romagnae che aprono una finestra sulla ripresa di una terra e di un popolo, quello romagnolo, che ancora una volta riversa energia e voglia di fare in mezzo al fango che l’ha travolta e colpita, sono una bella immagine, direi materna ma definitiva emancipazione femminile , se posso.
Vedi il Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyene quella del Consiglio italiano, Giorgia Meloniinsieme dentro Emilia Romagnasorvolare Bologna, Conselice, Lavezzola, Ravenna, Forlì, Faenza, Modigliana, Casola Valsenio, Castel Bolognese, Bagnacavallo, e allo stesso tempo ascoltare l’appassionato, civile e maturo appello del sindaco di Cesena, Enzo Lattucache invita tutti in piazza per accogliere il massimo rappresentante europeo e per dimostrare come i romagnoli sanno reagire, mentre il Governatore Stefano Bonaccini esalta lo spirito di collaborazione tra le istituzioni, mi ha ridato una ventata di aria fresca e orgogliosa.
Ben fatto. Ecco come si fa. Le rassicurazioni sui fondi di solidarietà da destinare all’Emilia Romagna che Giorgia Meloni si è affrettata a raccogliere dall’Ue sono incoraggianti, ma non fermiamoci agli attestati di stima e alle promesse (che – ha ricordato il presidente del Consiglio Meloni – sono già pervenuti da nove stranieri Paesi).
Già a L’Aquila, dopo il terremoto del 2009, con i potenti del G8 mossi da La Maddalena in mezzo alle macerie che hanno ucciso 309 persone, è arrivata una pioggia di promesse di aiuto, poi mantenute solo in parte. È su questi palcoscenici che l’Europa gioca la sua credibilità come padrona di una accogliente casa comune, che sa delinearsi come madre e non come matrigna, confinando l’euroscetticismo in angoli retrogradi e irrilevanti della nostra società.
Detto questo, oggi bisogna applaudire la politica, che finalmente approfondisce l’armonia istituzionale. Per questo sarebbe un peccato dire di no al commissario Bonaccini: è un amministratore molto bravo e concreto, ama il suo territorio, e merita una possibilità proprio per questa matura e sana sintonia istituzionale, che è musica per Milioni di anni.
L’Italia guarda alla Romagna. Che da teatro della tragedia può diventare il palcoscenico di una ritrovata, civile, decisiva produttività della politica. Alzando il livello dei suoi interpreti, e inducendo noi elettori a fare altrettanto. Continua così… il bollettino meteorologico peggiora di nuovo nei prossimi giorni, ma anche dopo il più rigido degli inverni, la primavera sta arrivando. E questo lo sanno bene tutti in Romagna.
Botta di latta…