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“Li ha provocati, ha preso in giro il motore” – .

Due uomini di 41 e 44 anni sono stati arrestati il ​​15 aprile a Palermo con l’accusa di violenza sessuale di gruppo. La vittima è un cittadino canadese. Secondo l’accusa lo stupro è avvenuto nel novembre del 2023 nel B&B dove alloggiava la donna. Lei, arrivata in Italia per far visita al fidanzato ricoverato in ospedale, sarebbe stata fatta ubriacare. Nel suo corpo c’erano anche tracce di cannabis. I medici del policlinico che avevano in cura il fidanzato hanno avvisato la polizia, consentendo l’avvio delle indagini. Ma nei documenti non ci sono solo prove contro i due. Ci sono anche le intercettazioni telefoniche delle loro mogli. Che danno la colpa alla canadese: “li ha provocati”.

Le intercettazioni

Secondo la ricostruzione di Corriere della Sera la donna incontra un infermiere di nome Agostino Romano, 44 ​​anni. Gli chiede indicazioni per raggiungere il reparto dove è ricoverato il suo ragazzo. Dopo la sua visita l’accompagna al B&B dove alloggia. I due cenano insieme e poi escono a fare un giro in moto. Incontrano Giuseppe Romano, cugino del custode. Tornano nella stanza della vittima e violentano la ragazza. Dopo la denuncia iniziano le indagini. Nel corso delle quali furono disposte intercettazioni telefoniche nei confronti delle mogli degli imputati. Se la prendono con la vittima: «Sono sicuro che durante il viaggio lo ha preso in giro per il motore, per questo non ha capito più niente. Perché la sella è davvero piccola.” E l’altro: “Sì, ha iniziato in ascensore”, risponde lei, riferendosi alle presunte provocazioni della vittima.

«Li ha provocati»

Una delle due mogli dice anche: «A me basterebbe solo che tu mi dicessi “senti, mi ha toccato in ascensore e non ho capito più niente”, mi basterebbe già», ipoteticamente rivolgendosi al marito. «’Questa cosa è inutile, con tutti i maschi che ci proveranno con lui», è un’altra frase intercettata. E ancora: «Tu che sei violentata, ti muovi, ti difendi, porti la carne, mordi. Invece questi ragazzi erano puliti, nemmeno un graffio”, dice uno. «Ed è per questo che non gli ho nemmeno alzato una mano», commenta l’altro. «Perché ho pensato: “se gli faccio un livido poi diranno che glielo ha fatto lei”». Mentre il marito «adesso si comporta bene, sta facendo di tutto. Ha pulito, riordinato, organizzato la festa della figlia e fatto la spesa”.

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