NECROFOBICO – La grazia del passato – .

NECROFOBICO – La grazia del passato – .
NECROFOBICO – La grazia del passato – .

A quattro anni di distanza da “Dawn of the Damned”, periodo intervallato dal side-project In Aphelion dei chitarristi Sebastian Ramstedt e Johan Bergebäck, ecco che i Necrophobic danno alla luce (si fa per dire…) il decimo capitolo del loro black/death saga, sempre all’insegna di un suono affidabile e altamente riconoscibile tra mille.
Un ritorno, “In the Twilight Grey”, forse meno roboante di altri celebri episodi della discografia della band svedese, ma pur sempre irrinunciabile per i fan di vecchia data e per tutti gli appassionati di quel mix di black, death, thrash e heavy metal puro e semplice. che ha fatto proseliti in Scandinavia e nel resto del mondo dagli anni ’90, il cui contenuto si può dire abbia rinviato ancora una volta la data di pensionamento del quintetto di Stoccolma.
Certo, in questa occasione Bergebäck non si è rivelato esattamente l’interlocutore più espansivo e loquace sul mercato, ma parliamo pur sempre di un lavoro atteso e chiacchierato nel circuito estremo, il cui ascolto ci ha presto suggerito di rivolgerci al gruppo per i necessari approfondimenti sul caso…


RAGGIUNGERE DIECI ALBUM E TRENTACINQUE ANNI DI CARRIERA È UN RISULTATO DEGNO DI NOTA. COSA PENSI QUANDO GUARDI INDIETRO? COSA VORRESTI DIRE O CONSIGLIARE AL TUO SE’ ADOLESCENTE?
– È stato senza dubbio un viaggio straordinario, ma le cose non finiscono qui. Non so se ho qualcosa da consigliare a Johan adolescente, anche perché, se suono ancora oggi, significa che nel tempo, nel bene e nel male, mi sono avvicinato alla musica nel modo giusto.

PIÙ PASSA IL TEMPO, PIÙ LA TUA MUSICA ACQUISTA UNA SFUMATURA CLASSICA – BATHORY, MERCYFUL FATE/KING DIAMOND, OLD SLAYER… IL TUTTO MISCELATO CON IL TUO TIPICO STILE BLACK/DEATH. PENSI CHE SIA PERCHÉ INVECCHIANDO, FORSE ANCHE INVOLONTARIAMENTE, TENDIAMO A TORNARE ALLE NOSTRE ORIGINI?
– Non lo so, ma sicuramente siamo stati coerenti con quanto fatto all’inizio. Io stesso sono il primo fan di questo approccio. Se mi piace una band, di solito è perché sono rimasto affascinato dalla loro visione iniziale e dai primi lavori.
Se poi le cose cambiano negli album successivi, spesso rimango deluso e vado avanti. Detto questo, non credo che i Necrophobic siano noiosi o ripetitivi, ma come gruppo abbiamo scelto una strada precisa e abbiamo continuato a seguirla con costanza, rimanendo nella nostra sfera.

DOPO TUTTI QUESTI ANNI, COSA TI EMOZIONA DI PIÙ DEL PROCESSO CREATIVO?
– La musica è fatta di sensazioni. Finché il tuo cuore e i tuoi sentimenti non sono indifferenti a ciò che scrivi, significa che sei ancora sulla strada giusta.

LA SCELTA DELLA PAROLA ‘Twilight’ NEL TITOLO DEL NUOVO ALBUM HA QUALCOSA A CHE FARE CON IL TUO POSSIBILE RITIRO DALLE SCENE? SE NON È COSÌ, PENSI MAI A QUEL GIORNO?

– No, non andiamo in pensione. O almeno, non ancora. Non posso dirvi dove saremo tra dieci anni, ma personalmente non voglio essere una brutta copia di me stesso, come ad esempio Vince Neil. Nessuno di noi vuole essere così. Ci prendiamo cura di noi stessi per poter dare il meglio di noi per molti anni a venire.

PARLANDO DEL SINGOLO “AS STARS COLLIDE”, HAI DICHIARATO CHE LA MELODIA PRINCIPALE È ADATTATA DA UNA CANZONE CHE LA MADRE DI SEBASTIAN GLI CANTAVA QUANDO ERA PICCOLO. HO TROVATO QUESTA AMMISSIONE MOLTO INTERESSANTE.
QUANTO LE ESPERIENZE DELL’INFANZIA – SPESSO SEDIMENTATE NELL’INCONSCIO – DEFINISCONO IL LAVORO DI UN ARTISTA? SECONDO TE QUANTO È IMPORTANTE DARE LORO VOCE E UN MODO DI ESPRIMERSI?

– Non posso rispondere per Sebastian, ma penso che sia fantastico che abbia usato la melodia di quella ninna nanna per creare una canzone al riguardo. Personalmente, sono cresciuto in una casa molto “musicale”. Non che i miei genitori suonassero uno strumento, ma ascoltavano musica costantemente e, da parte mia, ne prendevo un po’ qua e un po’ là, creando poi le mie playlist su cassetta. Erano per lo più raccolte di canzoni emotivamente forti, sia rock che pop… Canzoni che mi hanno aiutato a fuggire in altri posti, se capisci cosa intendo.

DAL PUNTO DI VISTA LIRICO E VISIVO, IL NUOVO ALBUM PRESENTA DIVERSI RIFERIMENTI AL PASSAGGIO DEL TEMPO. “HAI INIZIATO A CAPIRE / CHE LA VITA NON È UN OROLOGIO / MA UNA CLESSIDRA?”, CITANDO I TUOI COMMNAZIONALI MARDUK.
SU QUESTO ARGOMENTO OGNUNO ​​HA IL PROPRIO MODO DI AFFRONTARE L’INEVITABILITÀ DELL’ESSERE UMANO, CHE MI PORTA A CHIEDERE: QUAL È IL TUO?

– La mia opinione sul passare del tempo? Sulla natura degli esseri umani? Posso dirti che non ho problemi con l’età o con il passare del tempo. Vivo una vita ricca, sia con la band che a livello personale.

QUESTA VOLTA LA COPERTINA NON PORTA LA FIRMA DEI NECROLORD. POSSIAMO DIRE CHE “DAWN OF THE DAMNED” HA CHIUSO IL TRITTIRIO INIZIATO DA “DARKSIDE” E CHE – DI CONSEGUENZA – HAI SENTITO IL BISOGNO DI INDOSSARE UN NUOVO OUTFIT? ANCHE SE, A DIRE LA FINE, JENS È UNA TUA VECCHIA CONOSCENZA E I FAN DI LUNGA TEMPO RICORDERANNO IL SUO NOME NEI CREDITI DEL “TERZO ANTICRISTO”…
– Sì, il “concetto di castello”, se vogliamo chiamarlo così, è finito. Non puoi farlo per sempre ed era ora di provare qualcos’altro.
“Mark of the Necrogram” e “Dawn of the Damned” sono stati scritti durante lo stesso processo creativo, e poiché il nuovo album segue un percorso indipendente è stato naturale rinnovare l’artwork. Jens aveva un’immagine sul suo sito web che ci piaceva e che volevamo utilizzare, ma ovviamente gli abbiamo chiesto di modificarla per renderla più “necrofobica”.

NELLE TUE CANZONI PARLI SPESSO DI SOGNI LUCIDI E PROIEZIONI ASTRALI: HAI MAI VIVUTO IN PRIMA MANO CERTI FENOMENI? C’È SEMPRE MOLTO SCETTICISMO SUI LUOGHI CHE LA MENTE PUÒ VISITARE, CON GLI INPUT GIUSTI…
– Sebastian, che scrive la maggior parte dei testi, ha sperimentato certe cose in più di un’occasione. I sogni lucidi sono per lui qualcosa di ricorrente, per questo ne parla spesso. Tutto ciò che pensa la nostra mente, che è in linea con la nostra musica e la nostra immaginazione, viene catturato e restituito sotto forma di testo.

SE dovessi fare un paragone con un’altra opera d’arte (un libro, un film, un dipinto), a cosa paragoneresti la musica dei Necrophobic?
– Domanda difficile, ma la musica dei Necrophobic è molto cinematografica, qualcosa che ti porta da qualche altra parte. Il consiglio che do è di chiudere gli occhi e lasciare che la nostra musica crei un paesaggio oscuro e grandioso nella vostra mente. Al momento, però, non riesco a pensare a quale potrebbe essere un buon paragone.

VISTO IL VOSTRO SIGNIFICATO, LA DOMANDA È D’OBBLIGO: COSA PENSI DELLA RECENTE (E INASPETTATA, CONSIDERANDO ANCHE IL PROGETTO SOLO DI KERRY KING) REUNION degli SLAYER?
– Secondo me la cosa più strana non è che Kerry King abbia pubblicato una nuova canzone, ma che abbia detto di non aver avuto contatti con gli altri membri dall’ultimo concerto a Los Angeles. Poi passano alcune settimane e Tom annuncia le date della riunione. Non mi considero un grande fan dell’ultimo Slayer, non mi piaceva la canzone di King e, in generale, non avevo molte aspettative a riguardo, quindi…

 
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