votazione
7.5
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Nati all’inizio dello scorso decennio come uno dei tanti gruppi intercambiabili della seconda ondata di metalcore melodico, i Like Moths To Flames hanno saputo evolversi significativamente nel corso degli ultimi due album, virando verso una proposta sempre più matura (come del resto lo si evince anche dal raffinato artwork della copertina) ed emotivo nel senso buono del termine, distanziandosi definitivamente dai ritornelli adolescenziali del Vans Warped Tour.
“The Cycles Of Trying To Cope” si presenta come un viaggio interiore del cantante Chris Roetter diviso in quattro parti – “LIMBO”, “FRACTURE”, “DISSOCIATE” e “MELANCHOLIA” – tutte accomunate da un riff e drum fill decisamente intricati complesso, in linea con le contaminazioni djent che tanto vanno di moda oggi; a questo si uniscono sporadici momenti di alleggerimento sotto forma di ritornelli puliti o passaggi più atmosferici, utili per lasciare riprendere fiato all’ascoltatore tra una tempesta ritmica e l’altra.
Lungi dall’essere incasellate in una formula predefinita, canzoni contorte come “Angel Sweep”, “Paradigm Trigger” o “To Know Is To Die”, grazie anche ad un concetto lirico a metà tra l’autoanalisi e la ricerca di un’entità superiore, sono seguono gruppi metalcore ‘metafisici’ come Currents o Polaris.
Aggiungiamo al calcolo anche la tecnica di August Burns Red (“Dissociative Being”, “The Depths I Roam”) e l’impatto emotivo della migliore Imminence e The Amity Affliction nei momenti più melodici (“Gone Without A Trace”, “Kintsugi” ), confermando la piena versatilità ormai raggiunta dalla band dell’Ohio.
In un periodo storico decisamente florido per il metalcore, i Like Moths To Flames sono più coinvolti che mai.
