Marco Mengoni? Deve la sua vita a Padre Pio. A lui perché nei primi anni di matrimonio la signora Nadia non è riuscita a rimanere incinta di lei. E così chiese alla santa di Pietrelcina la grazia di diventare madre. E grazie all’intercessione del frate, Marco nacque con le stimmate.
Una storia vera, raccontata da Nuovo, fatta di grande fede con Padre Pio che ha ascoltato e accolto le preghiere di Nadia, alla quale i medici avevano dato poche speranze di poter realizzare il suo sogno.
«È vero, mia madre è devota di Padre Pio e la sua è una bellissima storia di fede. I miei genitori mi hanno dato un’educazione religiosa, pur lasciandomi libero nelle mie opinioni, quindi ci credo molto e so che lassù qualcuno mi aiuta». Le sue parole pronunciate anni fa, all’inizio della sua carriera, mostrano una spiritualità che non è cambiata nel tempo.
Marco è rimasto un ragazzo normale, che crede, che ha fede e che non rinnega i propri problemi esistenziali. Proprio come canta in “Due vite”, il brano che ha trionfato all’ultimo Festival di Sanremo. «È la mia storia infinita, la storia del rapporto tra razionalità e inconscio», ha spiegato la cantante che non ha nemmeno nascosto che «Faccio terapia da sette anni. Affidarsi ad uno psicanalista non dà soluzioni, ma muove le cose affinché trovi le risposte. Si dice che tutti dovrebbero andare in analisi, ma non è vero. Solo chi è alla continua ricerca di risposte dovrebbe andarci, cercando di capire la parte nascosta di tutto ciò che accade».
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Marco è questo, è quel ragazzo che si è commosso al Casinò di Sanremo poche ore prima di trionfare. È lo stesso che ringrazia, che si inginocchia davanti ai suoi fan fuori dal Lido Mengoni, un rifugio creato apposta per lui, nella città dei fiori, e per chi gli vuole bene.
Nonostante il successo e la vicinanza di una famiglia unita, Marco è ancora alla ricerca di se stesso in un cammino interiore in cui la fede e la protezione di Padre Pio costituiscono un sostegno fondamentale.
Ma per Marco non è stata un’adolescenza facile, soprattutto quando, pesando più di cento chili, soffriva le spietate prese in giro dei bambini intorno a lui. Un periodo buio di cui paga ancora le conseguenze con un disturbo di personalità chiamato dismorfismo, per cui un soggetto è portato a vedere difetti immaginari nel suo aspetto fisico. Ma Mengoni è così, sottolinea anche il settimanale Nuovo, un misto di precarietà e spavalderia, segnato da altri episodi traumatici poco noti.
Come, ad esempio, la sua scelta di andarsene di casa a soli quattordici anni: «Fai come ti pare, ma devi guadagnarti da vivere perché io certo non pago l’affitto», gli diceva papà Maurizio per responsabilizzarlo, con un rigore per il quale oggi il figlio lo ringrazia. È stato un periodo faticoso quello in cui Marco ha servito ai tavoli, esperienza di cui in passato ha parlato senza complessi, sottolineando anzi il lato positivo della gavetta. Ma Marco, doveva fare qualcos’altro nella vita. E ci è riuscito. D’altronde, con un santo in cielo come il frate di Pietrelcina, non potrebbe essere altrimenti…
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