“Non è vero che verrebbe scarcerata subito” – .

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Il rischio che Allenza Verdi Sinistra non superi il 4%. Il rischio di un nuovo arresto dopo un possibile rilascio. Ma anche il dubbio che l’elezione al Parlamento europeo comporti automaticamente la scarcerazione. Ilaria Salis si candida ufficialmente con Avs alle elezioni dell’8 e 9 giugno. Ma mentre il padre Roberto fa sapere che lei avrebbe preferito il Partito Democratico, cominciano a emergere dubbi sull’efficacia della mossa e soprattutto sul risultato finale – l’uscita dal carcere di Budapest, dove è reclusa da undici mesi. . Salis senior fa sapere che è stata Ilaria a scegliere Verdi e Sinistra Italia: «Lei ha le sue convinzioni, sa benissimo che con Avs l’elezione non è garantita, ma Ilaria non ha paura di lottare per ottenere qualcosa che ritiene giusto avere . Come padre avrei preferito di gran lunga che la candidatura fosse formalizzata nel Pd perché, ovviamente, l’elezione era molto più sicura”.

In caso di mancata elezione

Infatti, se Salis dovesse saltare le elezioni, la sua situazione in Ungheria potrebbe peggiorare. Il governo si è già schierato dalla parte della propria magistratura in occasione delle controversie tra Roma e Budapest. E senza una sede la questione politica potrebbe peggiorare. Perché a quel punto si potrebbe sostenere che Salis non abbia i consensi necessari nemmeno in Italia. E questo non potrà che peggiorare la sua posizione in Ungheria. Nelle scorse settimane anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani aveva messo in guardia dai pericoli di una politicizzazione del caso. Proprio parlando delle voci che la volevano candidata nel Partito Democratico a causa della decisione di Elly Schlein. Della sua candidatura è stato informato, tra l’altro, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che aveva telefonato al padre: «sapeva in anticipo quanto il suo ruolo la merita», precisa oggi Roberto. Perché «Mattarella si è comportato con lei come un nonno affettuoso e Ilaria non ha voluto creargli alcun imbarazzo».

In caso di elezione

Ma anche in caso di elezioni, la scarcerazione non sarebbe automatica. Anzi, secondo Claudio Martinelli, professore di diritto comparato all’Università di Milano Bicocca, il caso potrebbe diventare ancora più intricato. Lo racconta il professore Foglio che è vero che una volta eletto Salis acquisterebbe lo status di eurodeputato, “ma a quel punto sarebbe necessaria la collaborazione delle autorità ungheresi”. Potrebbero invece avviare una procedura per richiedere la revoca dell’immunità subito dopo la proclamazione. «A quel punto l’Ungheria potrebbe decidere di non rilasciarla finché il Parlamento europeo non avrà risposto alla richiesta di revocarle l’immunità», aggiunge Martinelli. E tenerla in prigione.

La revoca

La procedura di revoca potrebbe durare alcuni mesi. E la risposta dipenderà in gran parte dalla situazione politica del parlamento. Anche se la richiesta di revoca venisse respinta, aggiunge Martinelli, “le autorità ungheresi potrebbero mettere in atto manovre ostruzionistiche, soprattutto per rallentare i tempi di rilascio”. Soprattutto per un caso che ha un contesto così elevato di politicizzazione. La candidatura finisce quindi per spostare la questione dal giudiziario al politico. Con tutte le incognite che questo comporta.

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Tag: Ilaria Salis candidatura elezioni europee obiettivo vero liberato carcere subito

 
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