«Il presidente del Senato è anticostituzionale» – .

«Il presidente del Senato è anticostituzionale» – .
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«Un pareggio di conti». Così l’attore e regista Michele Riondino definisce il suo post su Instagram all’indomani della polemica sollevata per aver pubblicato una vecchia foto capovolta del presidente del Senato Ignazio La Russa, ritratto accanto a un’immagine di Benito Mussolini. Il post è stato pubblicato lo scorso 25 aprile, ma solo negli ultimi giorni ha cominciato a far discutere. In un’intervista con il fatto Quotidiano oggi risponde alle polemiche. «Mettiamola così: chiedo scusa. Ma vediamo chi c’è in quella foto, e cosa succede lì. Il presidente del Senato, la seconda carica più alta dello Stato, si dichiara antiantifascista. E quindi è anticostituzionale”, commenta l’attore. Nel post diventato virale scriveva che «la cosa davvero divertente è che c’è stato un tempo in cui i fascisti erano più autentici, più audaci, erano leoni, anche se solo per un giorno. […] Oggi, però, hanno paura di definirsi e […] tradiscono la propria identità giurando sulla costituzione antifascista”. E su questo Riondino non ha dubbi, perché non teme le ideologie, e anzi sottolinea quanto siano importanti.

«Il governo boicotta economicamente la cultura e l’arte»

«Io sono per le ideologie. Se credi in una parte, dovresti esserne orgoglioso fino in fondo. Abbiate il coraggio di rivendicare l’adesione. Era mia intenzione che quel primo post venisse notato”, dice in conversazione con Stefano Mannucci. «Se le mie parole sono diventate virali solo adesso, ciò è funzionale al tentativo di mettere in cattiva luce gli antifascisti dopo il 25 aprile. Un livellamento dei punteggi”, prosegue. «Come – precisa – ciò che porta alcuni a giustificare Israele dopo gli attentati di Hamas». Come artista crede nella necessità di esporsi, ma non può fare a meno di riconoscere che a farlo sono sempre le stesse persone. Eppure, ci tiene a sottolineare, «le cose da segnalare sono tante». Sul fronte cinema, ricorda che per la cerimonia del David andranno al Quirinale diversi artisti provenienti da Mattarella. «Ascolteremo la solita filippica del governante di turno che elogierà la nostra filiera. Peccato che il ministro della Cultura abbia ribadito fin dal primo giorno di voler tagliare: senza “credito d’imposta” perderemo anche le produzioni internazionali che intendono lavorare nel nostro territorio”, lamenta Riondino. «Più che censura. Con il boicottaggio economico metteranno a tacere la cultura”, conclude.

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