Superbonus, il decreto è legge. Dalla diffusione delle detrazioni in 10 anni alle novità per le banche: cosa cambia – .

Roma, 23 maggio 2024 – La stretta avanti Il Superbonus 110 diventa legge. Il decreto, sul quale ieri il governo ha ottenuto la fiducia, è stato approvato nel via libera definitiva oggi dalla Camera con 150 voti favorevoli e 109 contrari. Il provvedimento, su cui la maggioranza si era divisa nel primo passaggio al Senato, è stato fortemente sostenuto dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgettiporre freno ad una situazione considerata molto critica per i suoi effetti sulle finanze pubbliche.

Via libera definitiva della Camera al decreto Superbonus, ora è legge (Ansa)

Il Parlamento ha quindi confermato la stretta prevista nel decreto approvato dal Consiglio dei ministri, con la interrompere lo sconto in fattura e di cessione del credito per gli interventi sugli immobili Iacp, cooperative, Terzo Settore e quelli per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Resta la possibilità di usufruire dello sconto e della cessione del credito qualora, alla data di entrata in vigore del decreto, il Chila.

La misura più controversa è stata la meccanismo di “deduzioni ripartite” su dieci anni che riguarda le spese per i lavori superbonus realizzati per tutto il 2024, quindi a partire da gennaio, prima dell’entrata in vigore della disegno di legge di conversione del decreto. Un intervento con retroattività anche se “limitato” come è stato definito dalla maggioranza, ma che ha comunque sollevato forti critiche da parte di Forza Italia che si è astenuta in commissione al Senato.

Il provvedimento prevede anche lo stop ai cd Cilas (Comunicazione giurata di inizio lavori) “dormienti”. Per richieste di interventi edilizi antecedenti al 16 febbraio scorso, a cui non sono seguiti interventi fatturati, blocca quindi la possibilità di usufruire del Superbonus.

Con l’intervento del governo arrivano novità anche per banche e intermediari finanziari, con l’inasprimento sulle modalità di compensazione dei crediti legati al superbonus acquisiti negli anni. Da Gennaio 2025 non sarà più possibile compensarli con i contributi previdenziali e INAIL. Sebbene non sia stata ancora effettuata una valutazione esatta degli effetti, l’Abi ha lanciato un grido d’allarme sottolineando la difficoltà per le banche di compensare i crediti d’imposta, con conseguenze negative anche sulla loro capacità di acquistare ulteriori crediti. E ci sarebbero ricadute negative per le aziende che avranno difficoltà a vendere i crediti di cui dispongono.

Banche e intermediari potranno continuare a utilizzare i crediti per quattro anni, ma se tali crediti sono stati scontati di oltre il 75% al ​​momento dell’acquisto, la durata della rata diventa sei anni. Questo è un provvedimento che vuole colpire gli intermediari che hanno ‘profittato’ sulle difficoltà delle imprese.

Lo conferma il decreto il tetto di 400 milioni per consentire l’ingresso zone terremotate dell’Abruzzo colpita dal terremoto del 2009 e in quelli dell’Italia Centrale danneggiati dal sisma del 2016 per continuare a beneficiare dello sconto in fattura e della cessione del credito. È stato chiarito che il dato riguarda solo le nuove pratiche, presentate da aprile 2024 a dicembre dello stesso anno. Allo stesso tempo, viene eliminata la possibilità di ricorrere al cosiddetto ‘super bonus rafforzato’un meccanismo che consente di aumentare l’agevolazione al 150% rinunciando al contributo previsto per le ricostruzioni nelle zone colpite dal sisma.

Per le altre zone interessate da eventi sismici, escluse da sconti e volture, è stata stabilita una convenzione fondo da 35 milioni per il 2025 per l’erogazione di contributi diretti per interventi di ricostruzione.

Un altro fondo da 100 milioni di euro è stato stabilito per l’erogazione di contributi ad enti no-profitai corpi di Terzo settore e ad associazioni di volontariato per interventi di riqualificazione dei loro immobili.

È quindi esclusa l’applicabilità della normativa ‘remissione in esecuzione’ rispetto alla scadenza del 4 aprile relativa alobbligo di comunicazione all’Agenzia delle Entrate. Lo sgravio in bonis è il meccanismo con cui i contribuenti possono rimediare al tardivo o omesso invio delle comunicazioni che danno accesso Prestazioni fiscali ovvero a regimi facoltativi entro il termine per la presentazione della prima dichiarazione utile.

Così come i contribuenti con ruoli dirigenziali non potranno ricorrere alla compensazione dei crediti edilizi. Tra le misure ‘extra-Superbonus’, il decreto legislativo prevede anche il sostegno all’accesso al credito nelle zone dell’Emilia Romagna, della Toscana e delle Marche interessate dalla crisi. alluvioni del maggio 2023.

Confermato, inoltre, il provvedimento del decreto che sospende la fruibilità dei crediti d’imposta relativi ai bonus edilizi qualora il contribuente abbia iscrizioni per tasse non pagate di importi superiori a 10.000 euro, fino alla concorrenza di tali importi.

È stata inserita anche una disposizione per i Comuni che segnaleranno irregolarità in merito ai super bonus. A questi verrà riconosciuta una quota di Il 50% delle somme maggiori relativi ad imposte statali definitivamente riscosse grazie al loro intervento. Arrivano anche loro misure antifrode in merito alla cessione dei crediti Ace e alle misure di monitoraggio della Transizione 4.0.

 
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