Le zanzare invasive sono sempre più diffuse in Europa – .

Le zanzare invasive sono sempre più diffuse in Europa – .
Le zanzare invasive sono sempre più diffuse in Europa – .

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Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), l’agenzia indipendente dell’Unione europea che si occupa principalmente di malattie infettive, ha pubblicato i dati riguardanti la diffusione nel 2023 di diversi tipi di zanzare e delle malattie da esse trasmesse. Come l’anno precedente, è aumentata la diffusione della dengue e della febbre del Nilo occidentale, due malattie infettive di origine tropicale trasmesse dalle zanzare che provocano quasi sempre sintomi minimi o lievi, ma che possono essere rischiose per le persone fragili. Sono aumentate anche le zone in cui è diffusa la zanzara tigre, una specie originaria dell’Asia ma ormai stabilmente diffusa nell’Europa meridionale, responsabile della trasmissione della dengue e di altre malattie.

Le zanzare invasive come la zanzara tigre (il cui nome scientifico è Aedes albopictus) arrivarono in Europa inizialmente attraverso il commercio internazionale: la loro diffusione fu però favorita da alcune pratiche di gestione del territorio ma anche dai cambiamenti climatici. In diverse regioni europee oggi la stagione calda dura più a lungo e le giornate sono più calde e umide rispetto a qualche anno fa: sono tutte condizioni che favoriscono la diffusione delle zanzare invasive.

Per quanto riguarda la dengue, malattia di origine tropicale per la quale non esistono cure specifiche, ma che però solo raramente è grave o letale, nel 2023 si sono registrati 130 casi nell’Unione Europea: sono quasi raddoppiati rispetto al 2022, quando erano 71. Nell’intero periodo dal 2010 al 2021 in tutti i Paesi dell’Unione insieme a Islanda, Liechtenstein e Norvegia si sono verificati 73 casi.

Sono aumentati anche i casi “importati”, cioè contratti in Paesi extraeuropei da persone poi rientrate in Europa: nel 2023 erano più di 4.900, mentre nel 2022 erano 1.572. Il numero di casi importati nel 2023 è il più alto da quando sono iniziate le registrazioni a livello europeo nel 2008. Nei primi mesi del 2024, i casi importati sono aumentati ulteriormente in molti paesi europei, il che potrebbe portare i numeri del 2024 a superare quelli dell’anno precedente. Quest’anno in Italia si sono verificati 197 casi di dengue, tutti importati, e non si sono verificati decessi legati alla malattia.

Nel 2023 sono stati registrati 713 casi di febbre del Nilo occidentale in nove Paesi dell’Unione Europea, di cui 332 in Italia. Sono meno dei 1.133 casi europei nel 2022 (che è stato il secondo anno con il maggior numero di casi, dopo il 2018), ma sono stati registrati in un numero maggiore di regioni: 123, in 22 delle quali West Nile è stata registrata per la prima volta.

A differenza della dengue, quasi tutti i casi di febbre del Nilo occidentale si contraggono direttamente in Europa. Nella maggior parte delle persone infette, la malattia non provoca sintomi; solo un quinto delle persone infette ne mostra alcuno, solitamente lieve. In rari casi il virus può provocare convulsioni, paralisi e coma, e nei casi più gravi, che riguardano generalmente persone anziane o debilitate per altri motivi, può essere letale ed è bene prevenirne la diffusione anche perché, come per la dengue, esiste non esiste una cura specifica

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Questi dati non indicano che dovremmo allarmarci per questi virus, ma le autorità sanitarie devono comunque tenere conto dei fattori che favoriscono l’aumento dei rischi e prevenirli, ad esempio con iniziative di controllo delle popolazioni di zanzare e con l’informazione. Tra i metodi che i cittadini possono utilizzare anche per limitare la diffusione delle zanzare c’è la rimozione dell’acqua stagnante da luoghi come giardini e sottovasi: le zanzare infatti depongono le uova in luoghi umidi, come il sottovaso di una pianta.

Non tutte le specie di zanzare possono essere vettori di malattie, cioè contribuire alla loro trasmissione da persona a persona. Tra le specie autoctone europee, la zanzara comune (Culex pipiens) può fungere da vettore per il virus della febbre del Nilo occidentale, mentre è noto che le specie europee del genere lo fanno Anofele possono trasmettere la malaria se diffusi: l’Italia è stata dichiarata libera dalla malaria dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 1970 dopo diversi anni senza casi. La principale specie invasiva, invece, la zanzara tigre, può fungere da vettore per il virus dengue, così come per il virus chikungunya, che ha caratteristiche simili al dengue, e per il virus Zika, che può avere conseguenze più gravi.

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La zanzara tigre, riconoscibile dalle visibili macchie bianche da cui prende il nome comune, è presente in Italia da più di trent’anni: originaria dell’Asia orientale, si diffondeva per il trasporto accidentale delle sue uova in pneumatici usati e piante ornamentali scambiati tra i diversi continenti. L’interno di un pneumatico con un po’ d’acqua è il luogo ideale per le uova di zanzara tigre, che possono resistere a temperature molto diverse e in assenza di acqua anche per mesi, e quindi ad esempio nella stiva di una nave.

La diffusione della zanzara tigre in Europa: è ben presente nelle regioni indicate in rosso, assente in quelle indicate in verde, appena introdotta in quelle indicate in giallo (ECDC)

In alcuni Paesi europei la zanzara tigre non esiste ancora, ma sta lentamente ampliando il suo areale, cioè l’area in cui prospera: negli ultimi dieci anni è arrivata in cinque nuovi Paesi europei. Ciò è dovuto in parte all’aumento delle temperature medie ma in parte anche alla capacità delle zanzare di adattarsi alle temperature più fredde.

Ci sono poi altre tre specie di zanzare invasive che si sono stabilite in alcune regioni europee. Due sono arrivate anche in Italia, dove infatti sono state citate più volte sui giornali negli ultimi anni: la zanzara giapponese (Aedes japonicus) e la zanzara coreana (Aedes koreicus). Entrambe possono essere confuse con la zanzara tigre perché anch’esse presentano macchie bianche; per il momento sono presenti in varie zone del Nord Italia (quella coreana un po’ di più di quella giapponese).

La zanzara giapponese è originaria di vari paesi dell’Asia orientale e non solo del Giappone. Tollera bene anche le temperature invernali delle regioni temperate e può sopravvivere in assenza di acqua stagnante, a differenza della zanzara tigre. Grazie a queste caratteristiche si è affermato negli Stati Uniti e nell’Europa centrale, dove è arrivato negli anni ’90 grazie al commercio internazionale. È noto che potrebbe a sua volta fungere da vettore per i virus della febbre del Nilo occidentale, della dengue e della chikungunya.

La zanzara coreana, un po’ più presente in Italia ma meno in Europa rispetto a quella giapponese, ha cominciato a diffondersi più recentemente ma a sua volta sembra più capace di resistere alle basse temperature rispetto alla zanzara tigre. In alcune zone della Russia si è trasmesso un virus che provoca l’encefalite che, però, non è presente in Europa. Come le altre specie del genere Aedes è attivo anche durante le ore diurne.

La diffusione della zanzara coreana in Europa (ECDC)

Una delle specie di zanzara che preoccupa maggiormente l’ECDC è la cosiddetta zanzara della febbre gialla (Aedes aegizi), originario dell’Africa, presenta macchie bianche ed è considerato il più pericoloso per il trasporto di virus; la malattia da cui prende il nome presenta inoltre sintomi più gravi della febbre del Nilo occidentale e della dengue. La zanzara della febbre gialla si è diffusa da tempo lungo le coste orientali del Mar Nero, in alcune regioni della Russia, della Georgia e della Turchia, e recentemente anche a Cipro, l’isola del Mediterraneo orientale che è anche un paese membro dell’Unione Europea.

Per questa come per le altre specie, il fatto che sia presente non comporta necessariamente la trasmissione di malattie ed in particolare la trasmissione della febbre gialla, il cui virus non è presente in Europa.

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