“Non mi sento più arrabbiato. Tornare lì? Non serve, papà è con noi” – .

Sono trascorsi due anni dalla tragedia della Marmolada, in cui morirono undici persone in seguito al crollo di un seracco di ghiaccio. Una strage che si sarebbe potuta evitare, secondo molti, se solo la comunità montana avesse impedito l’accesso al ghiacciaio sopra certe temperature. La storia, però, non si fa con i “se” e l’ipotesi di responsabilità è stata definitivamente cancellata lo scorso anno con l’archiviazione dell’inchiesta per tragica fatalità. Tra le vittime della Marmolada, anche la padovana (di Cittadella) Erica Campagnaro, 44 ​​anni, e il marito Davide Miotti, 51 anni. “Non provo più rabbia – confessa il figlio Ettore, oggi 18enne, che il 3 luglio 2022 ha visto la sua famiglia dimezzata -. È stato un lungo percorso, ma cedere alla rabbia non porterebbe alcun vantaggio e mi farebbe solo stare peggio”.

Ettore Miotti, sei tornato in montagna?
“Mio padre era una guida alpina e ha sempre cercato di trasmetterci la sua passione per l’alta quota. Quando vado a sciare, riesco quasi a vederlo lì. Ho accolto e accolto il suo amore, tanto che sono andato e continuo ad andare in montagna, ma la mia grande passione è l’acqua. Credo che mio padre sia riuscito a trasmettere a me e a mia sorella Karen la forza ardente che spinge a fare sport, ma ognuno di noi l’ha espressa a modo suo.”

Venire?
“Ho sempre nuotato. Ricordo quando mia madre, da piccola, mi portava in piscina. L’acqua mi dava un grande senso di liberazione, ancora di più dopo quello che era successo: è il mio luogo di pace durante il giorno. Mia sorella invece si è appassionata alla danza. Mia madre amava fare qualsiasi sport e in generale era sempre in movimento, andava in palestra e faceva cross-fit, ma le piaceva anche seguire mio padre per ammirare nuovi panorami.”

Il cambiamento climatico è il peggior antagonista di questa storia…
“Non solo questo. Sinceramente non vedo un punto di ritorno. Il cambiamento climatico è già evidente, molto più che urgente. Per ora abbiamo solo rimandato ciò che dovremmo fare e le precauzioni che dovremmo prendere.”

Siete mai stati sulla Marmolada?
“Sono arrivato solo ai piedi della Marmolada, dove l’anno scorso si è tenuta la commemorazione, che ripeteremo anche quest’anno. Ma l’idea di proseguire oltre non mi è mai passata per la testa, perché sarebbe inutile: so che lui è qui con noi, sempre al nostro fianco.”

Chi c’è in quel “noi”?
“Ci sono io e mia sorella Karen. Siamo rimasti insieme, nella casa di famiglia. Lei si è laureata l’anno scorso in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche e ora lavora, mentre io devo finire l’ultimo anno al liceo scientifico Tito Lucrezio Caro di Cittadella. Al nostro fianco, però, ci sono i parenti, gli amici e tutte le persone che li hanno amati e continuano a ricordarli.”

Ti riferisci all’evento “A spasso con Erica e Davide”?
“Sì, l’anno scorso eravamo più di 550. Sabato 6 luglio ci sarà questa camminata benefica a Cittadella in loro onore, voluta da me, mia sorella, le mie zie, per stare tra noi familiari, ma anche con tutte le persone che hanno voluto bene ai miei genitori, per ricordarli tutti insieme, facendo qualcosa che a loro piaceva fare: camminare. Il ritrovo è alle 20 in piazza Pierobon, dove partirà un percorso facile di 6 km, adatto a tutti. Ringrazio tutti gli sponsor che ci hanno aiutato a costruire questo evento: l’iscrizione (aperta dalle 18:30) costa 5 euro e tutto sarà devoluto in beneficenza”.

 
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