«Il ritrovamento del corpo della ragazza richiede chiaramente il cambio dell’accusa, che è stata quindi modificata. Si tratta di omicidio volontario, per ora, ma è un’accusa provvisoria perché dobbiamo fare tutti gli accertamenti tecnici sui luoghi, sui reperti, sull’auto, dobbiamo sentire la versione dei fatti di Turetta, e solo allora punto sarà possibile realizzare un approccio più completo”. Lo ha detto a Padova il procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi.
Oltre al delitto di omicidio, previsto dall’articolo 575 del codice penale, la magistratura contesta l’aggravante dell’uso di “mezzi insidiosi”, previsto dall’articolo 577 secondo comma.
Infine, esiste anche la possibilità di un reato rapimento, previsto dall’articolo 605 del codice. Lo precisa in una nota la Procura della Repubblica di Venezia, sottolineando che «il ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin ha modificato i fatti e, quindi, la loro qualificazione in una diversa fattispecie di reato rispetto a quello precedentemente contestato a Turetta. L’arresto di quest’ultimo, a seguito dell’emissione del mandato europeo da parte della polizia tedesca, ha poi posto un punto fermo alle indagini”.
