la figlia Stella adottata a Sarajevo, le sorelle, la compagna Giulia. «Correvo da solo» – .

la figlia Stella adottata a Sarajevo, le sorelle, la compagna Giulia. «Correvo da solo» – .
la figlia Stella adottata a Sarajevo, le sorelle, la compagna Giulia. «Correvo da solo» – .

DiGiovanna Cavalli

Nella bella casa romana sulla Cassia è circondato dall’affetto delle persone più care. Con lui a cena a casa c’erano gli amici più cari quando in tv è andata in onda l’intervista a Fabio Fazio

«Ho una vita bellissima, sai? Sto con le persone che amo”. Nonostante tutto, Franco Di Mare si considera un uomo fortunato. Perché ha fatto il lavoro che sognava. E perché, nei momenti belli e adesso, in quelli più difficili, ha sempre avuto al suo fianco i suoi cari, i suoi familiari e i suoi veri amicial quale l’ex inviato e conduttore Rai, 68 anni, dedica l’ultimo capitolo del suo libro “Le parole per dirlo” (Sem-Feltrinelli), un piccolo dizionario esistenziale (“Il mio testamento”, lo ha definito nell’intervista a Corriere con cui ha rivelato di averlo fatto un tumore molto aggressivo, il mesotelioma).

Nella bella casa romana appena fuori dalla via Cassia, immersa nel verde, sono con lui le due sorelle minori (Franco è il primogenito di un’affiatata famiglia napoletana).

Ecco Luciavisto da lui: «Il saggio, quadrato, sempre prodigo di buoni consigli (mai seguiti)».
E Sarà: «Lettore raffinato e colto, che porta uno sguardo zen sul mondo. Se non fosse per la sua ostinazione ostinata nell’insegnarmi il mantra ipnotico nam myoho renge kyo.”

Poi c’è Luigi, detto Ginoun giornalista specializzato in sanità e sanità «che mi ha confortato e protetto, anche se ero più grande (e a Napoli queste cose hanno la loro rilevanza)».

Per loro (e per chi ha la fortuna di essere invitato a cena), Franco prepara una parmigiana di melanzane perfetta, come lo faceva mamma Maria. «Non devi mangiarlo subito, devi riposare, così diventa più buono».

C’è un posto speciale nel suo cuore per la figlia Stella, oggi trentenne: “La persona che ha dato significato e scopo a tutta la mia vita.” Di Mare l’ha adottata a Sarajevo quando era piccolissima, prelevandola da un orfanotrofio e portandola su un volo della Croce Rossa per l’Italia. Nel 2015 è stata girata una fiction su Raiuno sulla loro commovente storia con Beppe Fiorello, liberamente tratta dal romanzo del giornalista “Non chiedermi perché”. «C’è Stella dietro ogni riga che ho scritto, è lei che ha raddrizzato il cammino della mia vita e l’ha salvata. E ora, ogni volta che la vedo camminare libera per il mondo, mi commuovo”.

Da otto anni è entrato anche nella vita di Franco Di Mare Giulia Berdini, 33 anni, la sua compagna, bella e gentile. “Amore mio, la donna che ha avuto la forza di sopportarmi anche quando non mi sopportavo.” Si sono incontrati nella sede RAI di Saxa Rubra, tra una chiacchierata e un caffè. Giulia era la responsabile della ristorazione del bar interno. Franco, che in precedenza era stato sposato con Alessandra, era separato già da qualche anno. Giulia gli illumina le giornate. «Mi ha contagiato con la sua visione allegra della vita che temevo fosse andata perduta. Annoiarsi accanto a lei non è mai stato possibile.

Un giorno Giulia gli raccontò una bugia: “Ho trovato questo cane abbandonato per strada, era nel bidone della spazzatura, non potevo lasciarlo lì”. Non era vero, era andato a prenderlo da una cucciolata. Un simpatico chihuahua maschio si chiama Lili (“Sì, lo so, ha un nome da femmina, ma non ci interessa”) e festeggia sperando in qualche biscotto e un grattino sulla testa. Menzogna presto perdonata: «Oggi Lili è lo zucchero con cui condiamo le nostre giornate». L’estate scorsa, quando ancora le condizioni di salute di Franco lo permettevano, sono andati tutti in Puglia, a casa del fratello Gino.

Gli amici cari non gli mancano. Ce ne sono sicuramente alcuni nella cerchia più piccola Pietro Raschillà e Paola Miletich, autori storici di Di Mare, un sodalizio trentennale. «Animatori di magnifiche serate culinarie dove mordersi discutendo di politica e attualità».

Rosa Anna Pastore «il mio braccio destroa volte anche sinistro, quando ero direttore di Rai3”.

E Jean Pierre El Kozeh – che è anche il suo agente – «per il quale fatico a trovare una definizione esaustiva: quelle disponibili non tengono insieme quella che è stata ed è la nostra amicizia, un sodalizio umano e professionale difficile da trovare in giro».

Erano tutti a cena insieme, in casa Di Mare, anche domenica, subito dopo l’intervista televisiva a Fabio Fazio. Perché, come scrive quasi alla fine del libro «Io, che ho sempre corso da solo, ora cammino con gli altri, ai medici, agli ammalati, agli amici, alla mia famiglia. Francamente non so dire se arriverò lontano, ma non importa. Ho imparato che la parte più importante del viaggio n. 2Non è il traguardo ma il percorso».


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29 aprile 2024 (modificato il 29 aprile 2024 | 23:21)

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