i veterani della Formula 1, se la classe non ha età – .

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Bologna, 13 aprile 2024 – Vecchio è bello. D’accordo, viviamo in tempi di inverno demografico e soprattutto nella nostra civiltà occidentale la vita inizia sempre più a quaranta e a sessantuno si è ancora giovani. Ma in ogni caso…

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Vecchio è bello. Anche a trecento l’ora. Quarantatré primavere tra un po’, Fernando Alonso ha appena annunciato di aver prolungato (a tempo indeterminato) il contratto che lo lega Aston Martinl’auto di James Bond. Ed è vero che l’Agente 007 è immortale, ma nel suo caso parliamo di un eroe del cinema e della letteratura. Invece Alonso è un pilota vero: ha esordito in un Gran Premio nel lontano 2001, quando ancora a New York c’erano le Torri Gemelle. E vinse la prima gara nel 2003, quando Totti non si era ancora sposato Ilario. Ed è diventato campione del mondo nel 2005, quando Max Verstappen era sui banchi della seconda elementare…

E così arriviamo al punto. Per molto tempo la Formula 1 è stata la vetrina di una svolta ostentata”.attivista giovanile”. L’olandese ha iniziato quando era ancora minorenne. I Leclerc e i Norris hanno preso il controllo della giungla d’asfalto quando non avevano nemmeno bisogno di radersi. Era trionfalmente arrivata al potere l’idea che, sul rischioso fronte della velocità, l’esperienza non fosse una virtù ma un peso, non un valore ma una zavorra. Una generazione cresciuta in Nutella e Playstation era venuto a cancellare l’epopea del Fangio e i Mansellcampioni del mondo di F1 oltre la soglia dell’Anta.

Ora, compagni del contrordine. Nel gennaio 2025 un certo Lewis Hamilton metterà piede a Maranello, dopo aver spento le sue quaranta candeline. Paradossalmente, ma nemmeno così tanto, il Ferrari affiderà a un veterano l’eterno desiderio di porre fine a un digiuno di trionfi mondiali iniziato malinconicamente alla fine del 2008. E per mano di chi? Nota di un certo Lewis Hamilton, che all’epoca era un talento emergente, offensivo e sul punto di consacrarsi (meglio comunque non far notare il dettaglio della notizia a Charles Leclerc, potrebbe arrabbiarsi, ehm ehm).

Chissà se queste storie contengono una morale o se invece sono semplici coincidenze, banali sovrapposizioni di dettagli personali su note biografiche. Chissà se l’improvvisa riscoperta della maturità come valore aggiunto e non come indice di senilità valga come parafrasi corretta di un detto attribuito a Napoleone.

Bonaparte dichiarò a un buon generale che preferiva uno fortunato ed ecco che il pilota che fa una buona zuppa torna ad essere bravo, vecchio come la merda. E infatti, in fondo, a chi sta pensando la Mercedes per riempire il vuoto lasciato da Lewis? Ma Seb Vettel, qualcun altro che non è nato ieri.

Un indizio è un indizio. Due indizi sono indizi. Ma tre indizi lo dimostrano.

 
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