Gli spagnoli in semifinale di Champions League – .

Gli spagnoli in semifinale di Champions League – .
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Messer Carletto lo aveva detto: “I tabù non mi spaventano, ne ho già sfatati diversi a Madrid”. E aveva ragione. A quasi sei anni dall’ultima sconfitta casalinga nelle coppe europee, il City di Guardiola perde all’Etihad Stadium e ai rigori cede il posto al Real di Ancelotti, che raggiunge Dortmund, PSG e Bayern nelle semifinali di Champions League, dove ritroverà la Bavaresi. Dopo il 3-3 dell’andata, i Blancos hanno segnato subito con Rodrygo, hanno sofferto moltissimo, hanno concesso il pareggio a De Bruyne e hanno resistito fino ai calci di rigore. Il risultato finale è 5-4: Lunin super para i tiri di Bernardo e Kovacic, l’ex romanista Rudiger segna il gol della qualificazione.

immediatamente reale

Rispetto alla gara del Bernabeu, il Real inserisce Nacho al posto di Militao, mentre il City rivede Ederson, Walker e De Bruyne. Come previsto, la partita è spettacolare ma questa volta Pep e Carletto prendono meglio le misure degli avversari. Valverde, Kroos e Camavinga tengono d’occhio i triangoli sulle fasce, bloccando gli inserimenti di Bernardo e De Bruyne. Il City, invece, accelera le sue giocate verticali per non dover fare i conti con i contropiedi di Vinicius&Co. La qualità dei singoli però emerge in meno di un quarto d’ora: al 12′ Bellingham doma un pallone alto e avvia un’azione sulla destra, Vinicius entra in area e serve un cioccolatino all’amico Rodrygo. Sul primo tentativo Ederson respinge, sul secondo non può nulla: 1-0 per il Real. La nota positiva per Guardiola è che, questa volta, Haaland si rivela subito pericoloso. Erling si presenta al 17′ con un tiro che finisce di poco alto, lascia passare un paio di minuti e poi colpisce la traversa. Il primo tempo è un susseguirsi di ribaltamenti, ma sempre con filosofie diverse. Ancelotti chiede profondità ai suoi brasiliani, mentre Camavinga, Valverde e Carvajal – a volte più centrocampista che terzino – li accompagnano in porta. Il City palleggia con maggiore insistenza, sfiora il pareggio con Grealish e De Bruyne e pressa alto fino allo sfinimento. Cadranno? Nemmeno per scherzo.

città d’assedio

Dopo la sosta i padroni di casa sono ancora più forti di prima. Gli spagnoli soffrono sulla corsia destra, dove i Citizens continuano a pungere con scambi e sovrapposizioni. Lunin si fa trovare pronto ai tentativi di Foden e Grealish ma, proprio quando l’inglese sembra imprendibile, Guardiola decide di sostituirlo con Doku. Giustamente, perché il belga porta freschezza ed entra subito in partita. In campo dal 72′, al 76′ Valverde punta, lo lascia sul dischetto e crossa al centro. Rudiger respinge alla meglio, De Bruyne raccoglie e rimanda in rete: l’equilibrio è ristabilito. Da lì al 90′ il vicecapitano ha due occasioni per raddoppiare ma non riesce a sfruttarle a dovere: fischia Orsato, si va ai supplementari.

Il riscatto di Rudiger

Mentre Guardiola si concede il lusso di schierare Alvarez al posto di Haaland, Ancelotti si ritrova con un problema in attacco: dopo l’ingresso di Brahim Diaz per Rodrygo, Vinicius avverte disagio e lascia spazio a Lucas Vazquez. Il City continua a spingere come nell’ora precedente, ma l’occasione più clamorosa capita al Real con Rudiger. Brahim Diaz passa all’ex romanista, che al 107′ si ritrova davanti a Ederson e tira a lato. Il difensore si dispera, ma l’occasione per rialzarsi non tarda ad arrivare: dopo che i supplementari si concludono sull’1-1, la partita si decide ai rigori. Lunin va in scena e para i tiri di Bernardo e Kovacic, il Real sbaglia il primo tentativo con Modric e poi ne segna quattro di fila. Bellingham, Vazquez, Nacho e Rudiger, gli ultimi in ordine di tempo, beffano Ederson e trascinano il Real in semifinale. Aveva ragione Carletto: i tabù sono fatti per essere sfatati.

 
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