dopo Liegi, il battesimo del Giro – .

Questo articolo merita un preambolo. Avevamo organizzato un social contest legato alle prime quattro Monument Classics, chiedendo di indovinare il podio. Tra i tanti voti ricevuti, un solo lettore ne ha indovinato correttamente uno: quello di Sanremo. Il suo nome è Silvano Parodi. Il suo premio: la stesura di un articolo, con la relativa intervista da realizzare. Il personaggio scelto era Lorenzo Germani. Il tema: la sua prima Liegi e il debutto al Giro. Silvano Parodi è un genovese classe 1980 che ha corso fino agli under 23. Ecco il suo primo articolo su bici.PRO.

Sulle strade delle Ardenne abbiamo seguito Lorenzo Germani alla sua prima esperienza in queste classiche. Tante curiosità, impossibili da riassumere in un unico pezzo. La sua capacità di archiviarema con cautela: «Perché è facile che il gruppo se la prenda con un giovane un po’ troppo irruento, piuttosto che con il trentenne che recupera 20 posizioni in una sola curva». Attenzione alla bicicletta: «Non sono un maniaco di gomme e pressioni, ma ci sono giorni che mi fermo più di una volta a controllare le tacchette. I miei compagni mi prendono in giro per questo”. Poi la lingua ufficiale della squadra, che cambia a seconda della presenza dei corridori: «A Liegi ero l’unico italiano tra i francesi, ma qualche volta capita anche che si usi l’inglese». Siamo andati da lui prima di partire per il Giro per sentire le sue impressioni.

La Strade Bianche è stata la prima gara WorldTour del 2024 di Germani (foto Instagram)
La Strade Bianche è stata la prima gara WorldTour del 2024 di Germani (foto Instagram)
Ciao Lorenzo, raccontaci come è andato questo avvicinamento alla tua prima Liegi tra i grandi.

Ho fatto un calendario di alto livello, praticamente tutte le gare WorldTour: Strade Bianche-Tirreno-Sanremo-Baschi. Inizialmente le Ardenne non erano nemmeno previste, ma a causa di alcuni cambiamenti di programma, mi sono ritrovato nella squadra prescelta. La stagione non è iniziata nel migliore dei modi, a causa di un virus preso al Tour de Provence, che gli ha portato via qualche giorno di allenamento.

Che razza di corsa è Liegi?

È la gara più difficile che ho fatto finora. Alla durezza del percorso quest’anno si sono aggiunte le pessime condizioni atmosferiche: nella prima parte le temperature erano molto basse, è arrivato anche un po’ di nevischio.

Qual è la parte più difficile del percorso?

Ancor più di Redoute, la parte cruciale del percorso è il trittico Wanne-Stockeu-Haute Levée. Oltre alle salite stesse, è fastidioso il tratto di ciottolato che segue la discesa di Stockeu e precede l’Haute Levée.

Al via della Liegi con Madouas, evitando il gelo della Freccia (foto Instagram)
Al via della Liegi con Madouas, evitando il gelo della Freccia (foto Instagram)
Com’è andata la tua gara?

ho soggiornato imbottigliato nella grande caduta che coinvolse, tra gli altri, Pidcock e Van der Poel. Ciò significava che la gara diventava ancora più dura. Dietro ho aiutato a ricucire, visto che l’Alpecin aveva un solo uomo e il ritmo era molto alto, perché davanti era già scoppiata la gara.

A quel punto la gara è chiusa?

Dopo Pensavo solo di finirlo e di accumulare esperienza per i prossimi annivisto che in questo tipo di gare è importante fare tanto e conoscere bene i percorsi

Come squadra, con quali piani avete iniziato?

Avevamo Grégoire e Gaudu come leader. Gaudu era davanti ma ha subito una foratura durante la discesa della Redoute. Grégoire è rimasto coinvolto nella caduta e ha fatto tante fatiche per rientrare, che alla fine ha pagato. Come collettivo eravamo una buona squadralo dimostra il fatto che nonostante questi intoppi siamo riusciti a raggiungere la top 10 con Madouas

Dopo lo schianto prima della Cote de Wanne, la Doyenne è stata una lunga rincorsa per la Germani in favore del team (foto Instagram)
Dopo lo schianto prima della Cote de Wanne, la Doyenne è stata una lunga rincorsa per la Germani in favore del team (foto Instagram)
Sei riuscito a mangiare correttamente?

Nella corsa tutti lo hanno il suo piano alimentare stampato sul manubrio, con i carboidrati da consumare ora per ora. Rispettarlo al 100 per cento non è facile, soprattutto nelle fasi tese, anche questo è un punto su cui con l’esperienza si può essere più rigorosi.

Vista anche l’ottima esperienza vissuta con la Liegi under 23, hai conferma che sia una gara adatta a te?

La gara professionistica e quella under 23 sono su due livelli diversi, ma è una gara che mi piace. Il primo obiettivo per il prossimo anno sarà arrivare competitivo alla Redoute, magari a sostegno dei compagni, e poi si vedrà. Sognare non costa nulla.

Sei stato anche uno dei soli tre italiani a finire la Fleccia Wallone…

Il meteo a La Freccia è stato ancora peggiore: alla partenza non erano previste condizioni così avverse. Infatti, il fatto che le prime due ore siano state molto calde e le ultime tre molto fredde (con neve e grandine) ci ha sottoposto a uno sbalzo termico che ha messo fuori combattimento gran parte del gruppo.

Germani ha capito che Liegi poteva fare al caso suo, ma con i tempi giusti (foto Instagram)
Germani ha capito che Liegi poteva fare al caso suo, ma con i tempi giusti (foto Instagram)
Adesso ti aspetta il Giro, come stai trascorrendo questi giorni?

Mi sto allenando (e recuperando) sulle strade di casa. Mi dispiace un po’ di non aver potuto fare un periodo in quota come l’anno scorso prima della Vueltama visto il fitto calendario e la partecipazione alle classiche delle Ardenne non c’era spazio per organizzarlo.

Tempo fa ci hai raccontato di aver chiesto al tuo trainer di aumentare il carico di lavoro, questa richiesta ha avuto seguito?

Nella fase invernale sì. Quando iniziarono le corse, come ho detto prima, il virus preso a Provenza ha scombussolato un po’ i miei programmi, facendomi saltare qualche giorno di allenamento. Quindi, dati i tempi ristretti, il grosso del lavoro è stato svolto in corsa.

Con quali aspettative personali e di squadra vai al Giro?

Come squadra andremo con noi l’idea di essere più orientati allo sprint. Abbiamo Pithie che ha fatto un ottimo inizio di stagione e potrebbe puntare ad un buon piazzamento per la maglia ciclamino. Nelle fasi non sprint, invece, godremo di maggiore libertà. Spero che crei anche delle buone opportunità a livello personale.

L’anno scorso la Vueta fu il primo grande Giro per Germani, che sta per esordire al Giro
L’anno scorso la Vueta fu il primo grande Giro per Germani, che sta per esordire al Giro
Una tappa, l’Avezzano-Napoli, toccherà anche le vostre zone di allenamento: sprint o fuga?

I primi 150 chilometri sono praticamente un’autostrada, l’ultima parte invece è molto tecnica con piccoli saliscendi e percorso nervoso. Il gruppo potrebbe sciogliersi e arrivare 60-70 corridori. Sulla carta è molto adatto al nostro Pithie.

Buon viaggio Lorenzo, ci vediamo sulle strade del Giro!

 
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