“Due allenatori diversi. Lopetegui può essere una scommessa vincente” – .

“Due allenatori diversi. Lopetegui può essere una scommessa vincente” – .
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Lopetegui è la prima scelta del Milan per la panchina, ma tra le opzioni ci sono anche Van Bommel e Tedesco. Che allenatori sono? Ce lo spiega Alec Cordolcini

La strada sembra chiara. A meno che non ci siano ripensamenti, magari in seguito alla rivolta dei tifosi, il Milano ha scelto Giuliano Lopetegui come nuovo allenatore per la carica Pioli. Con lo spagnolo ci sarebbe già una bozza di accordo sulla base di un contratto triennale da 4 milioni. La sensazione è che questa settimana possa essere decisiva per la svolta definitiva, ma intanto avanzano anche candidature di alternative.

Intervista esclusiva ad Alec Cordolcini – MilanLive.it

Paolo Fonseca di Lille è tra i più forti, così come quello di Marco van Bommelmolto vicino a Ibrahimovic. Oltre all’attuale allenatore diAnversache anche lui ha già annunciato il suo addio a fine stagione Domenico Tedesco, allenatore del Belgio, è finito nella lunga lista dei possibili bersagli, meno forte degli altri due. Raccontarci di questi due allenatori è Alec Cordolcinigiornalista ed esperto di calcio olandese e belga.

“L’italiano” Van Bommel

Mark van Bommel (ANSA) – MilanLive.it

Mark van Bommel lascerà Anversa a giugno dopo un buon percorso e sembra essere tra gli allenatori seguiti dal Milan. Che allenatore è?

“Mark Van Bommel è un allenatore molto “italiano”, nel senso che, come lui stesso ha detto, tra le tante esperienze di alto livello che ha avuto nella sua carriera, e ha detto di aver imparato un po’ ovunque dagli allenatori con cui lui ha lavorato, ma che alla fine l’approccio, la mentalità che gli è rimasta più impressa sono state quelle che ha avuto nella sua esperienza al Milan.

In effetti, con il titolo vinto con l’Anversa, si è visto tutto questo insegnamento, questa eredità, perché la sua è sempre stata una proposta di calcio molto attenta alla fase difensiva, quindi con una proposta di calcio pragmatica, poco spettacolare. , con la squadra che studia spesso l’avversario e agisce sulla rimessa laterale, possiamo chiaramente definire Van Bommel un allenatore incapace, perché è un po’ esagerato, e comunque potrebbe spacciarlo per uno che ne mette dieci giocatori dietro la palla. No, non è così, ma sicuramente è pragmatico”.

Pensi che sia già pronto per un salto così importante o servirebbe un’altra esperienza intermedia?

“La traiettoria di Van Bommel è iniziata con il PSV, è partito bene e poi si è arenato. Non è andato bene al Wolfsburg e poi ha recuperato ad Anversa. Secondo me c’è una cosa da sottolineare: il suo difetto è stato non avere un piano B. Il suo PSV aveva un certo piano di gioco, ma quando le squadre hanno cominciato a capirlo è diventato sterile, facile da contenere. Dunque, proprio questa difficoltà nel poter cambiare schemi, cambiare approccio per affrontare sfide diverse, ha causato il suo esonero dal PSV, che prima è coinciso con una battuta d’arresto per la squadra e che poi non ha vinto proprio perché sfumato nella seconda fase di campionato. la stagione.

Contro il suo avversario, però, ha dimostrato di essere un allenatore che ha saputo variare il punteggio. È infatti arrivato ai play-off per il titolo, che lì viene assegnato con un mini girone tra le prime sei che si sfidano, un girone all’italiana, dove ha dimostrato di non aver dato solo l’identità a un Gioco per la squadra ma so anche gestire la pressione e so prendere le decisioni giuste al momento giusto. Quindi, lui che cresce come allenatore, sicuramente sì. Poi bisogna fare i conti anche con la mentalità un po’ conservatrice del calcio italiano, alla quale chi arriva da fuori deve sempre abituarsi, c’è sempre il dubbio se sarà pronto o meno, ma se uno è un buon allenatore e ha le idee chiare e ha soluzioni, penso sia del tutto irrilevante che io non abbia avuto esperienze di alto livello. Sta crescendo e potrebbe valere la pena rischiare”.

Progetto tedesco e belga

Domenico Tedesco (ANSA) – MilanLive.it

Nel caos dei nomi è finito anche Domenico Tedesco, attuale ct del Belgio. Che allenatore è, se è pronto anche per un posto come il Milan e se pensa che potrebbe davvero lasciare la Nazionale per i rossoneri.

“Domenico Tedesco si può dire una sorta di anti-Van Bommel, nel senso, per scherzare, che lui invece è un allenatore che ha sempre cambiato molto a livello di schemi, difendeva a tre, difendeva a quattro, ha provato il centrocampo a cinque e così via. Entrambi nello Schalke, dove era rientrato un po’ nell’andata del cosiddetto trainer per laptop, cioè questi allenatori, cresciuti soprattutto in Germania, a cominciare da Klopp, poi con una serie di epigoni non tanto dal punto di vista tattico ma per quanto riguarda la loro particolare carriera, cioè tecnici portatili, perché erano allenatori che non avevano mai avuto un passato significativo da calciatore, quindi diciamo che avevano imparato il mestiere non con l’esperienza sul campo ma studiando. Molti di questi hanno dimostrato che non si tratta assolutamente di un diminutivo, anzi.

Tedesco sia allo Schalke che al Lipsia, esperienza un po’ poco chiara, ha dimostrato di essere un allenatore molto flessibile che cerca sempre di adattarsi alle situazioni. Adesso è stato chiamato in Belgio con il compito di ricostruire la Nazionale dopo la generazione d’oro. Il suo nome rispetto al Milan mi sembra strano: ha molto da fare in Belgio per riportare in campo una squadra così talentuosa e competitiva e non è nemmeno a metà dell’opera e l’Europeo è alle porte.

Accettare il Milan significa farsi licenziare, lo abbiamo già visto in passato come lo stesso Lopetegui. Mi sembra poco pratico e non ha molto senso, è come se avesse buttato mesi di lavoro. Nessuno è nella testa delle persone ma sembra una strada difficile da percorrere. Anche per il Milan, avendo un allenatore che sarà a disposizione solo da metà luglio, non so quanto sarà utile in ottica rinnovamento”.

Lopetegui e la protesta dei tifosi

Julen Lopetegui (ANSA) – MilanLive.it

A quanto pare, però, il nome scelto dal Milan è Lopetegui: qual è il tuo pensiero a riguardo? I tifosi sui social sono in rivolta perché volevano Conte…

“Lopetegui può essere una scommessa vincente, è un allenatore che non definirei lunatico ma può essere uno che si cala nell’ambiente giusto, se trova il feeling giusto è sicuramente un allenatore che può dare tanto. Ma allo stesso tempo, se il feeling con l’ambiente, se quella scintilla non scocca subito allora può davvero essere un disastro con un allenatore che non usa mezze misure proprio in questo aspetto relazionale.

Per quanto riguarda la rivolta dei tifosi, sinceramente è una cosa che mi fa ridere perché comunque dico che per fortuna non sono i tifosi a decidere l’allenatore e chi guiderà la squadra, perché mi chiedo quanti di questi si ribellano e chiedono Conte , perché in realtà è probabilmente l’unico nome che conoscono, avendo mai visto giocare le squadre di Van Bommel, Tedesco, Lopetegui. Poi possono essere allenatori che ti piacciono oppure no, ma penso che chi fa una scelta lo faccia sulla base di conoscenze ed esperienze che i tifosi non hanno. Queste rivolte mi fanno sempre sorridere, e questa mentalità da zuppa riscaldata mi fa sempre sorridere. Conte non sarebbe per il Milan perché non lo ha mai allenato ma direi comunque che basta questa puntata sui soliti nomi”.

Due talenti dal Belgio e Wieffer

Wieffer (ANSA) – MilanLive.it

Dalla panchina al mercato: c’è un giocatore che ti ha sorpreso particolarmente in questa stagione in Olanda e Belgio e che consiglieresti al Milan?

“Per una squadra come il Milan servono anche giocatori già affermati. Per l’Olanda faccio il nome di Pavlidis, attaccante dell’AZ Alkmaar, perché è pronto a trasferirsi in un altro campionato. Come prima punta potrebbe essere un acquisto ideale. Non è un centravanti statico, ricostituirebbe con Reijnders una bella linea offensiva che ha funzionato molto bene all’AZ lo scorso anno. Potrebbe essere un’operazione interessante anche se non costa poco perché il prezzo vale tantissimo dopo due stagioni da oltre venti gol. In Belgio mi hanno molto incuriosito Amoura e Puertas, la coppia dell’Union Saint-Gilloise. Ma dipende anche da chi sarà il Milan e che allenatore ci sarà. Abbiamo visto il caso di De Ketelaere, che lo ha fatto con un altro allenatore e un altro stile di gioco”.

Si parla sempre di un centrocampista più posizionale e difensivo per il Milan: potrebbe essere Wieffer quel profilo? Come è andata la sua stagione?

“Mi aspettavo di più da lui. Ha avuto una crescita esponenziale lo scorso anno, è passato quasi dalla serie B alla Nazionale nel giro di pochi mesi. Un centrocampista elastico, difensivo e fisico, ma che ha anche la fase offensiva. Partecipa alla manovra, calcia in porta e cerca spazi. Ciò che gli riesce meglio è la quantità ma non è solo questo. Secondo me è cresciuto meno di quanto ci si aspettasse, lo avrei voluto più esplosivo e meno riservato. La sua stagione è stata buona, in linea con quella del Feyenoord, ma alcuni compagni tra cui Timber si sono fatti valere di più. Avrebbe bisogno di una terza stagione in cui faccia davvero capire a quale livello può aspirare”.

 
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