E adesso chi dice agli oltre 2mila romanisti che hanno già prenotato volo e albergo per la Germania che la partita di giovedì prossimo a Colonia rischia di essere una lunga agonia? Forse nessuno deve dirglielo perché se c’è una cosa che i tifosi della Roma sanno fare meglio di chiunque altro è non essere mai schiavi del risultato. E poi, a Leverkusen tra una settimana, sarà ancora invasione giallorossa, forse l’ultima di queste due belle – qualunque cosa accada – stagioni europee della Roma. Chissà se i 65mila presenti all’Olimpico stanotte dormiranno e chissà se dormirà lui Daniele De Rossi, che aveva anche preparato molto bene la partita perché nella prima mezz’ora la Roma c’è in tutti i sensi: polmoni, testa, cuore e gambe. La traversa di Lukaku era lo specchio di una squadra che ci credeva, che ci credeva, che entrava in campo con la convinzione che l’imbattibile potesse essere battuto. E il Bayer accusa: anche se pericoloso in ripartenza, era chiaro che le sue gambe erano più pesanti del solito. L’errore di Karsdorp cambia tutto perché, rimasta indietro, la Roma non ha più la forza fisica e mentale per reagire. Mourinho non era pazzo, un anno fa, a dire che questa non era una squadra costruita per due competizioni e, sia nel 2022 che nel 2023, fece una scelta: la coppa prima, il campionato poi. Ha portato a casa una finale e una coppa.
Roma, la peggiore contro il Bayer Leverkusen
De Rossi non ha potuto – e non ha voluto – fare questa scelta e alla fine, nella notte più importante è stato tradito dai suoi giocatori. Hanno fatto del loro meglio, senza dubbio, ma è stato ben poco: L’errore di Karsdorp, Lukaku e Dybala mai influenti, Pellegrini stanchissimo, Smalling mai all’altezza del suo nome, Abraham che divora il gol della speranza. Tutta esperienza, per De Rossi, non per i giocatori: venivano da due finali di fila e forse avrebbero dovuto essere loro, per una volta, a trainare il giovane allenatore. Non ce l’hanno fatta.
