“A Ponte San Nicolò il Comune non ci ascolta” – .

“A Ponte San Nicolò il Comune non ci ascolta” – .
“A Ponte San Nicolò il Comune non ci ascolta” – .
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Dopo un primo tavolo di conciliazione, tra il Comune di Ponte San Nicolò SULPL, è stato convocato un secondo tavolo ma il Comune ha disertato

C’è aria di tensione nel comune di Ponte San Nicolò, dove la polizia locale ha indetto uno sciopero per giovedì prossimo 23 maggio, in occasione del passaggio del Giro d’Italia nel territorio comunale.

“Dopo un primo tavolo di conciliazione, al quale avevano preso parte l’Ente locale, il sindaco e il vicesegretario comunale e che aveva portato alla sospensione dello stato di agitazione da parte della SULPL, il viceprefetto, ritenendo le contestazioni superabili, aveva indetto un secondo tavolo ma il Comune ha disertato” spiega il sottocommissario della Sulpl Veneto, Simone Maniero.

“Avevamo chiesto all’Amministrazione di aprire un confronto sulla gestione dei turni, ritenendo che non si possa gestire in modo efficiente un territorio di oltre 13mila abitanti, con soli 6 operatori della Polizia Locale, distribuiti su tre turni e compresi i festivi, e di compensare il conseguente sovraccarico di lavoro con l’aumento dell’indennità per prestazioni esterne, ferma da anni a 1 euro lordo giornaliero – spiega Maniero -, ma anche istituire il fondo previdenziale previsto dal Codice della strada, prelevando una piccola parte del ricavato dalle sanzioni amministrative, quindi a costo zero per le casse comunali”.

Non solo. “Abbiamo chiesto anche di rivedere il Regolamento del Servizio di Polizia Locale che non rispetta le disposizioni regionali in merito all’assegnazione dei gradi e all’attribuzione degli incarichi apicali e non rispetta la normativa nazionale in materia di armamenti”.

“Il Sindaco non ha ritenuto necessario confrontarsi con il sindacato più rappresentativo della polizia locale che rappresenta 5 dei 6 agenti in servizio – – prosegue il sottocommissario della Sulpl -. Al contrario, il dissenso degli operatori è stato punito con la soppressione, dopo anni, della riduzione oraria prevista contrattualmente e con la cancellazione dei progetti di incentivazione”.

“Per questo motivo, dopo quasi due anni di tentativi, ce l’abbiamo fatta fu proclamato lo stato di agitazione che aveva portato al tavolo di conciliazione in Prefettura, presieduto dal vicecapo di gabinetto del Prefetto” spiega Maniero.

Nel corso della prima seduta, convocata in Prefettura a fine marzo, i rappresentanti del Comune hanno assicurato ai lavoratori che la richiesta della SULPL di istituire la cassa previdenziale era già stata accolta, tanto che il tavolo di conciliazione è stato definito “inutile”. . “Il fondo, infatti, secondo loro, esisterebbe già da tempo (anche se gli operatori non ne sapevano nulla, né avevano ricevuto alcuna comunicazione) – afferma Maniero -. Lo stesso Sindaco, in quell’occasione, aveva proposto un incontro in Comune, lasciando libertà di fissare l’ordine del giorno ai lavoratori, che decisero quindi di discutere di cassa previdenziale”.

In attesa di prendere visione dei documenti ufficiali, che sarebbero stati inviati ai lavoratori, senza bisogno di una richiesta formale di accesso ai documenti (come era stato promesso) e nonostante i dubbi, la SULPL aveva deciso di sospendere lo stato di agitazione, accogliendo anche la proposta del viceprefetto di incontrarsi nuovamente dopo un mese per fare il punto della situazione. “Inutile dire che durante la riunione “extraprefettizia” proposta dal Sindaco non ha potuto esibire alcun documento ufficiale comprovante l’istituzione della cassa previdenziale – dice Maniero -, ma solo una “dichiarazione di intenti” vagamente menzionata nel contratto decentrato 2023 – 2025 (che, tra l’altro, i lavoratori dovevano reperire autonomamente sul sito del Comune), di cui non è stata ancora data materialmente esecuzione”.

Finalmente la notizia: lo scorso 10 aprile, negli uffici della Prefettura di Padova, la SULPL è stata informata che il Sindaco non avrebbe preso parte alla seconda sessione del tavolo di conciliazione. In mattinata, infatti, la segreteria del Sindaco aveva comunicato alla Prefettura che si sarebbe invece recato a Suviana (BO), dove era avvenuto il tragico incidente alla centrale idroelettrica.

“Su indicazione del viceprefetto, l’Autorità avrebbe dovuto inviare un rappresentante al tavolo (non essendo indispensabile che il sindaco fosse presente in persona) – – afferma il sottocommissario del SULPL – o, in alternativa, chiedere al sindacato di essere disponibile a rinviare l’incontro. Richiesta che SULPL non ha mai ricevuto. Il Comune ha semplicemente deciso di non presentarsi, senza ulteriori comunicazioni”.

“Un atteggiamento irrispettoso nei confronti di un alto funzionario della Prefettura e che denota anche la mancanza di volontà di porre rimedio ai problemi dei lavoratori (oltre a costituire un atteggiamento antisindacale, potenzialmente punibile dalla legge) – dice Maniero -. Tra un tavolo e l’altro non sono mancati comportamenti ostili da parte dell’Amministrazione nei confronti degli operatori, come cancellare ferie già programmate da tempo per qualcuno, per concederle a qualcun altro: al personale più affezionato, chi, pur di ottenere una progressione verticale senza concorrenza, è disposto a tutto (tranne lavorare nei fine settimana!)”.

 
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