abbandonato il giorno delle nozze, lo accusa di violenza sessuale – .

abbandonato il giorno delle nozze, lo accusa di violenza sessuale – .
abbandonato il giorno delle nozze, lo accusa di violenza sessuale – .

Dopo quattro anni un incubo per un artigiano è finito 65enne di Venaria Reale (Torino) che pensava di aver trovato l’amore della sua vita e invece è finito sotto processo per maltrattamenti e violenze. Ad accusarlo è stata la sua compagna di origini marocchine, qualche anno più giovane di lui. L’altro giorno è stato assolto in tribunale a Ivrea – dopo la richiesta di due anni di reclusione avanzato dal Pubblico Ministero – e non dovrà nemmeno pagare il 15mila euro che gli erano stati chiesti a titolo di risarcimento in un procedimento civile dalla sua ex.

“Per me è davvero finito un inferno che mai avrei pensato di dover affrontare nuovamente alla mia età” – si è sfogato l’uomo, difeso dall’avvocato Wilmer Perga, uscendo dall’aula.

E pensare che tutta la vicenda sembrava avere le premesse della storia d’amore, sbocciata lungo le rive della Stura, a Venaria, in un’estate di circa dieci anni fa quando i due si incontrarono per caso. Lui un po’ timido e timoroso, lei, di sette anni più giovane, più intraprendente e determinata. I due iniziano a frequentarsi e a parlare di matrimonio. Ma gli amici del 65enne lo avvertono più di una volta: «Stai attento lei non ti ama, vuole sposarti solo per avere il permesso di soggiorno, e poi mangia tutto quello che hai.” Il consiglio degli amici ha effetto. Perché, nonostante le pubblicazioni del matrimonio, il nel giorno stabilito non si presenta al Comune di Venaria. Lo fa rintracciare dalla polizia locale. Non c’è modo: non vuole più quel matrimonio. Lui dice di no.

I due si lasciano. Non si parlano per diversi mesi, poi, però, l’amore riprende il sopravvento. Dopo una serie di incontri l’artigiano e il suo amico tornano insieme nella stessa casa dove vivevano insieme prima dello scioglimento del matrimonio. Il ménage ormai sembra aver imboccato la strada giusta. Almeno fino al 30 maggio 2020 quando chiama il 118 e dice di aver subito maltrattamenti dal suo ormai ex compagno e di esserlo stato costretti ad avere rapporti sessuali contro la sua volontà. Inoltre. La donna si appoggia anche ad aassociazione che tutela chi è vittima di violenza e racconta come fu costretta a passare anni d’inferno. Costretto a subire molestie e umiliazioni pur vivendo con l’artigiano. Il quale, a un certo punto, viene anche accusato di lasciare la 59enne senza cibo e, ogni tanto, nel pieno delle discussioni, di chiuderla fuori di casa e di impedirle di andare al lavoro. Ricorda anche un episodio di violenza durante il quale il suo compagno l’avrebbe aggredita sussultò, piegando il polso.

Nel frattempo, per tutelarsi dalle accuse, l’uomo si rivolge all’avvocato Perga. Il processo inizia nel tribunale di Ivrea. Dove la donna continua a sostenere le accuse e il 65enne respinge con forza tutto ciò che gli viene accusato. La sua storia è supportata anche da un testimone. Comunque il difensore farà una dimostrazione, grazie anche all’analisi della cartella clinica, dopo le visite ginecologiche, come la presunta vittima, costituitasi parte civile, si fosse inventata tutto, anche il rapporto sessuale a cui sarebbe stata costretta contro la sua volontà. Il giudice Stefania Cugge ha poi deciso di assolvere il 65enne che non aveva mai avuto il minimo problema con la giustizia.

 
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