dalla Vuelle al Nardi con il sogno olimpico nell’organico della Nazionale di pallavolo – .

dalla Vuelle al Nardi con il sogno olimpico nell’organico della Nazionale di pallavolo – .
dalla Vuelle al Nardi con il sogno olimpico nell’organico della Nazionale di pallavolo – .

Dalla nascita della passione sportiva, all’importanza dello sport nella crescita privata e professionale. Questo e molto altro nella serata presieduta dal Panathlon Club Pesaro Angelo Spagnuolo dedicato al dietro le quinte dello sport italiano che ha visto protagonisti Matteo Panichi, ex giocatore di basket, preparatore fisico di squadre professionistiche e della Nazionale di basket maschile; Piero Benelli, ex pentatleta, dottore di VL Basket Pesaro e la squadra nazionale di pallavolo maschile e Sara Spadoniex atleta di nuoto sincronizzato, consulente del lavoro per atleti.

Panichi: «Scariolo mi scelse a 16 anni, poi la prima squadra con Daye e Cook»

«Con il basket è stato amore a prima vista – racconta Matteo Panichi, fiorentino d’origine ma pesarese d’adozione – arrivai a Pesaro a 16 anni, avevo fatto vari provini e Sergio Scariolo, all’epoca responsabile del settore giovanile biancorosso, mi chiamò in quella che ora è la mia città. Nella mia carriera sportiva sono stato molto fortunato, ho avuto l’opportunità di giocare in squadre molto forti e di imparare da giocatori di altissimo livello come Darren Daye e Darvin Cook. Il lavoro del preparatore atletico mi ha sempre affascinato, è stato Piero Benelli a farmi capire che per farlo serviva anche la teoria, dovevo allenarmi. Così ho deciso di scendere di categoria e iniziare a studiare. Ho avuto la fortuna di poter iniziare subito a praticare con il settore giovanile della Scavolini. È stato un periodo molto impegnativo ma gratificante”.

Benelli: «Dal pentathlon alla medicina: gol alle Olimpiadi con la Nazionale di pallavolo»

«Ho iniziato a praticare il pentathlon moderno durante le scuole superiori, e l’ultimo anno sono andato ad allenarmi a Roma – ricorda il dottor Piero Benelli – Nel 1980 fui scelto anche come probabile olimpionico, ma poi decisi di dedicarmi a tempo pieno agli studi . Tuttavia non ho mai abbandonato del tutto lo sport e sono diventato medico sportivo. Negli ultimi anni è cresciuta la consapevolezza degli atleti sull’importanza di stili di vita sani. È cresciuto l’interesse anche per l’aspetto psicologico, la figura dello psicologo o motivatore è importante, soprattutto in alcune situazioni come la riabilitazione post infortunio”. C’è spazio anche per il futuro e per Parigi 2024: «La Nazionale di pallavolo deve ancora qualificarsi, ci aspetta un’estate impegnativa. Ci aspettano 8 partite difficili, dovremo vincerne più possibili”.

Spadoni: «Sport di alto livello ma bisogna fare altro»

«Molti atleti non capiscono l’importanza di fare altro quando si svolge un’attività sportiva di alto livello – spiega Sara Spadoni nel dettaglio della sua attività di consulente di carriera per atleti – Studiare è una difficoltà ma anche un’opportunità. Negli ultimi anni i bambini sono stati spinti maggiormente a perseguire le due strade. Un atleta a fine carriera, che si è concentrato solo sullo sport, ha difficoltà ad iniziare gli studi o a vedere una strada alternativa. Ma chi trova il coraggio di mettersi in gioco spesso riesce anche nel mondo del lavoro. Le caratteristiche che lo hanno aiutato in ambito sportivo lo supportano anche nei nuovi percorsi”.

«È sempre importante approfondire cosa c’è dietro la carriera di un atleta, dietro la prestazione agonistica di una squadra – commenta il Presidente del Panathlon Club Angelo Spagnuolo. – Tre professionisti riconosciuti che, nei rispettivi campi di competenza, supportano gli atleti dentro e fuori dal campo ci hanno aiutato a scavare dietro le quinte del mondo sportivo”.

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Corriere Adriatico

 
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