Una parabola molto strana, quella di Stefano Napolitano agli Internazionali d’Italia. Ma, alla fine, felice. Il ventinovenne biellese, inizialmente fuori dalle wild card, ne ha ottenuto uno perché Matteo Berrettini era entrato nel tabellone principale. poi i due furono attratti l’uno contro l’altro. Poi il romano si è arreso ed è toccato a Napolitano JJ Lupo. Infine, il momento della gioia, con la vittoria per 6-2 7-6(3) che lo porta ad avere la possibilità di giocare il secondo turno con un altro fortunato sconfitto, il cinese (classe 2005, e anche lui promettente) Juncheng Shangbeneficiario della somma forfettaria del francese Ugo Umberto.
Un primo set davvero di alto livello per Napolitano, che approfitta anche di una certa disabitudine della Lupo ad avere a che fare con il rosso. Break (quasi) in avvio, nel terzo game, e netta sensazione di controllo che si percepisce da ogni angolo del corpo del piemontese. Il pubblico sul campo 12 lo ha sostenuto attivamente ed è arrivato un altro giro di servizi per quella che è diventata una serie di cinque partite consecutive. A quel punto gli bastò poco per chiudere sul 6-2.
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Secondo parziale che però corre a lungo sulla falsariga dell’equilibrio, con l’americano un po’ più presente in campo. Questo però non gli basta e arriva così un ulteriore break, quello del proverbiale settimo game. Napolitano deve annullare due occasioni immediate di rimonta all’avversario. La nona partita è al cardiopalma, con il primo match point che vede le azzurre mettere la risposta di poco lungo. Ne arriva però un secondo, ed ecco che è Wolf a centrare l’asso centrale sul secondo. E, subito dopo, ha altre due occasioni per rientrare: è la seconda che funziona, portando la situazione sul 5-5. Si arriva così al tie-break che però è un monologo da parte di Napolitano, che riesce così a prendersi una grande gioia con un 7-3 che parla da solo.
Basta citare un solo dato per sottolineare quella che è stata la giornata di Napolitano, ovvero il 18/30 con la seconda di servizio in termini di punti conquistati. In breve, il 60%. Ha fatto bene l’azzurro ad approfittare del fatto che Wolf serve appena il 43% dei suoi primi tiri in campo (anche se la sua percentuale non è molto più alta: 53%).