“Ho urlato, non c’era alcuna possibilità” – Libero Quotidiano – .

“In semifinale ho urlato alla TV quando l’ho visto Jannik Sinner inseguendo pallonetti sui quali si vedeva chiaramente che non c’era possibilità di recupero”.

Commenta così, deciso, Paolo Bertolucci quando parla dell’ultima semifinale del Roland Garros Fra Carlos Alcaraz e Jannik Sinner, vinto dallo spagnolo in rimonta nel quinto set. In finale, poi, il numero due del mondo ha avuto la meglio sul tedesco, sempre al quinto set Alexander Zverev: “Non ho mai dubitato che l’Alcaraz avrebbe perso la partita – commenta Bertolucci in un’intervista a Fanpage.it — perché poteva chiudere già nel 3° set, quando era 5-2. Ha poi vinto con facilità il primo, il quarto e il quinto. Alcaraz andava abbattuto, ma ha molte più armi, l’altra è monotematica. Fa bene certe cose, ma lì si ferma, mentre Carlos ha tutto: lungolinea, cross, drop shot, servizio, un’accelerazione del dritto che Zverev sogna. A rete è sicuramente più forte”.

Intanto Alcaraz e Sinner rappresentano il futuro e continueranno ad emozionare ancora a lungo, in un duello tesissimo e sul filo di vittorie che potrà durare a lungo: “Tra loro c’è equilibrio su tutte le superfici – aggiunge Bertolucci – Poi c’è da dire che Sinner è andato vicino a vincere su una superficie che piace di più ad Alcaraz, anche se la differenza è minima visto che ha vinto anche sugli altri e fa bene ovunque. Se dovesse scegliere la partita della sua vita, la giocherebbe Terra secondo me, che non è ciò che Sinner preferirebbe al chiuso”.

Jannik, per migliorare, “deve gestire meglio e crescere da questo punto di vista – dice Bertolucci – Alcaraz ad esempio è più strutturato fisicamente, mentre Jannik non è ancora al top. Deve anche imparare a gestire alcune situazioni all’interno della partita. Per esempio in semifinale ho urlato davanti alla tv quando l’ho visto rincorrere i pallonetti, in due o tre occasioni, in cui si vedeva chiaramente che non c’era possibilità di recupero: quelle cose ti uccidono e ti tagliano gambe nelle ultime serie. Il punto è perduto, lasciamo perdere, capisco la generosità, ma non deve portare ad eccessi negativi”.

Nel frattempo Alcaraz ha preso il terzo Slam della sua carriera, a soli 21 anni: “Se facesse meglio di Djokovic, Federer E Nadal alla sua età? Poi bisogna guardare la concorrenza, perché hanno vinto loro tre più di 60, ma si ‘uccisero’ a vicenda – dice Bertolucci – Se fossero stati soli ne avrebbero vinti 30 a testa. Vediamo quale sarà la gara e poi non dimentichiamo che ad esempio Nole e Roger hanno raggiunto i 38 ei 37 anni senza gravi lesioni fisiche. Ci vuole molta salute per andare avanti. L’Alcaraz ha già saltato diversi tornei e settimane a causa di infortuni fisici. Ci vuole tanto per arrivare a 20”.

 
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