«Suonare qui è stato davvero bellissimo» – .

«Suonare qui è stato davvero bellissimo» – .
«Suonare qui è stato davvero bellissimo» – .

Passo d’addio per Riccardo Rossato. L’atleta di origini venete, dopo sei stagioni consecutive in maglia gialloblù, nelle quali ha vinto una Supercoppa LNP, ha conquistato la promozione in LBA da capitano, dopo aver collezionato 207 presenze, condite con 1681 punti in Serie A2 e 547 in Serie A, non farà più parte del roster scafatese. Lo ha deciso lo stesso atleta, che ha comunicato alla dirigenza di non voler proseguire il suo rapporto professionale con la Givova Scafati. La sua lunga permanenza nel comune di Agro, l’impegno, la dedizione, l’abnegazione, la determinazione agonistica e lo spirito vigoroso in campo sia durante le partite ufficiali che negli allenamenti gli hanno permesso di farsi amare e apprezzare nel tempo. un po’ da tutti, oltre a tessere legami umani indissolubili, sia in città che tra le mura del palazzetto dello sport cittadino.

Dire addio non è facile, ma con un pizzico di emozione, Riccardo ha voluto salutare la città e le persone che da subito lo hanno accolto, incoraggiato e sostenuto: «Voglio ringraziare innanzitutto la famiglia Longobardi: sei anni fa, quando ero a Reggio Calabria, Nello ed Enrico scommisero su di me e insieme riuscimmo a vincere la serie A2. Non dimenticherò mai quando, due anni fa, mi dissero che ero pronto per giocare in Serie A con la maglia dello Scafati: senza di loro e senza la fiducia che mi diedero, non sarei l’atleta che sono oggi. Un ringraziamento particolare rivolgo ad Antimo Lubrano e Angelo Carmando, che in questi sei anni, come due zii, mi sono sempre stati vicini, sostenendomi e prendendosi cura di me a qualsiasi ora del giorno e della notte. Un ringraziamento particolare va anche al Dott. Renato Acanfora, che mi ha sempre seguito con grande professionalità. Voglio ringraziare anche tutti i tifosi e in particolare il gruppo ultras “Inafferabili”, perché mi è sempre stato molto vicino e mi ha spronato a dare il massimo con grande calore e affetto: giocare in un palazzetto caldo come quello di Scafata. . è stato veramente bello ed emozionante. Voglio infine ringraziare la gente e la città di Scafati, che mi hanno subito accolto con i guanti, facendomi sentire bene e a casa, nonostante fossi originario del nord Italia”.

 
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