ADNKRONOS – Le indiscrezioni sulla cessione dell’As Roma sono ricorrenti. Di sicuro a un ritmo maggiore rispetto alle smentite di rito che arrivano dai vertici aziendali e mai direttamente dalla famiglia FriedkinSi tratta solo di indiscrezioni incontrollate e voci strumentali oppure il tradizionale ‘silenzio’ degli imprenditori americani serve a coprire un’operazione che sta prendendo forma? Due diverse fonti raccontano all’agenzia di stampa l’interesse concreto di un fondo arabo, ovviamente dotato di notevole liquidità. Altre fonti assicurano, invece, che i Friedkin lo siano impegnata in un’operazione di ristrutturazione e rilancio che non prevede l’opzione del disimpegno.
[…] Ci sono altri segnali da interpretare. I tagli al personale, la chiusura degli uffici Eur e il conseguente trasferimento di tutti i dipendenti in Trigorial’incertezza sui rinnovi contrattuali di diverse figure dirigenziali apicali sono argomenti che possono supportare la tesi di chi propone un disimpegno.
L’altro capitolo da considerare è quello della comunicazione. L’ultima smentita ufficiale in merito all’ipotesi di vendita è quella affidata un mese fa a Ciao: “Grazie agli investimenti e all’impegno a lungo termine della famiglia Friedkin, la Roma punta ad occupare una posizione sempre più rilevante nell’élite del calcio europeo e italiano”. Non molto, anche rispetto alla quantità di voci che continuano a circolare. La scelta di affidarsi sempre alla ‘strategia del silenzio’ può funzionare quando i percorsi sono lineari, i risultati soddisfacenti e la prospettiva di sviluppo chiara. Al contrario, quando bisogna gestire fasi di trasformazione, come evidentemente accade in progress, parlare potrebbe portare un beneficio. A meno che, come sostiene chi vede imminente una vendita, il silenzio non sia funzionale alla strategia complessiva.
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