molto più di un semplice porto? – .

Quello Shin Megami Tensei V lo era uno degli esponenti più brillanti del genere JRPG recentemente apparso su console è un dato consolidato: accolto con grande favore da critica e pubblico, il quinto capitolo dello storico brand Atlus (da cui deriva la celebre saga di Persona) vantava una trama ben scritta, una struttura di gioco molto solida e la solita, inarrivabile direzione artistica che caratterizza i prodotti del team giapponese (qui la recensione di Persona 3 Reload). Eppure, guardando un po’ più da vicino, era chiaro cosa portasse con sé questa tanto attesa incarnazione di MegaTen qualche piccolo problema tecnico e qualche rinuncia sui contenuti.

Fortunatamente Atlus e Sega hanno deciso di sviluppare una versione riveduta e corretta che da un lato promette di risolvere gran parte delle incertezze tecniche mostrate dall’edizione base e, dall’altro, di offrire un pacchetto ancora più completo nonché un’ampia gamma di miglioramenti generali. Ecco allora Shin Megami Tensei V Vengeance, riedizione uscita il 14 giugno su Nintendo Switch ma per la prima volta anche su PC e su sistemi PlayStation e Xbox. Siamo volati a Londra per vedere in anteprima il gioco e siamo pronti a condividere con voi le nostre impressioni.

Il nuovo volto del Nahobino

La prima sostanziale novità che arricchisce l’opera è la presenza dell’ una nuova interpretazione della campagna, divergente dall’originale in termini di sviluppo della trama e comprendente alcune piacevoli aggiunte nel cast dei personaggi.

Dopo aver iniziato una nuova partita, sarai in grado di selezionare uno dei due percorsi narrativi creato dal team di sviluppo: il cosiddetto ‘Canone della Creazione’, la storia già testata nell’edizione base, e il nuovo “Canone della Vendetta” introdotto, che parte da presupposti simili per poi procedere in direzioni significativamente diverse. Per chi non lo sapesse, la storia di Shin Megami Tensei V ruota attorno alle gesta del protagonista, uno studente liceale che, dopo essere stato coinvolto in un terribile terremoto, si risveglia in una versione distorta di Tokyo, devastata e popolata da creature soprannaturali di ogni sorta: il Da’at.

Durante i suoi pellegrinaggi in questo ambiente da incubo, il ragazzo incontra lo spirito Aogami che lo invita a fondersi con lui per dare vita ai potenti Nahobinoun’entità a metà tra umano e demoniaco che possiede le capacità necessarie per decidere le sorti di un antico conflitto tra angeli e demoni che sembra sul punto di raggiungere il suo drammatico culmine, gettando nel caos l’intero pianeta.

Sebbene l’incipit appaia pressoché simile per entrambi i percorsi narrativi, come dicevamo, Il Canone della Vendetta introduce un inedito e temibile gruppo di avversari, la cui sola presenza dovrebbe cambiare le carte in tavola per quanto riguarda lo sviluppo della storia. Stiamo parlando del collettivo Qadištu, guidato dalla feroce Lilith. La nostra prova, durata circa un paio d’ore, non ci ha dato modo di approfondire come Atlus intenda stravolgere le vicende del gioco ma ci ha permesso di conoscere una new entry nel già nutrito roster di comprimari. E esplorare il nuovo Da’at di Shinjuku, uno dei quartieri più rinomati di Tokyo. Per informazioni più dettagliate sulla qualità del nuovo intreccio narrativo vi rimandiamo ovviamente alla recensione che arriverà su queste pagine nel corso dei prossimi mesi.

Nuovi alleati, nuovi avversari

Durante la nostra prova siamo entrati nella Shinjuku immaginata da Atlus e abbiamo conosciuto un nuovo compagno di classe del liceo Saint Marina, Yoko Hiromine. Quest’ultima, secondo gli sviluppatori, giocherà un ruolo chiave nell’economia della storia del Canone della Vendetta, con le sue azioni che avranno gravi ripercussioni sul destino dei Nahobino e del mondo intero.

Nei brevi scambi che abbiamo potuto avere con lei, abbiamo scoperto che la ragazza è un personaggio indecifrabile, il cui passato è avvolto da un alone di mistero ma, allo stesso tempo, si è rivelato un alleato molto potente sul campo di battaglia. Yoko, infatti, è considerata una ‘Santa’, poiché capace di incanalare l’energia magica fin dalla tenera età e scatena devastanti attacchi dell’Oscurità (come gli immancabili incantesimi Mudo, Mamudoon e così via), molto utili per sbarazzarsi di interi gruppi di creature nelle fasi iniziali di navigazione nel nuovo scenario.

C’è da dire, però, che l’introduzione di una figura così abile nel combattimento non semplifica in alcun modo le battaglie di Shin Megami Tensei V – Vengeance, che rimangono assolutamente brutali da affrontare anche ai livelli di difficoltà più bassi. La quinta iterazione di MegaTen mantiene un alto tasso di sfidache richiede agli utenti di massimizzare le proprie risorse per sopravvivere alle numerose battaglie che si presentano.

Al termine della nostra prova, ad esempio, abbiamo condotto una boss Fight molto impegnativa che richiedeva una gestione certosina della squadra con le rispettive tecniche di potenziamento degli alleati e debuffing dei nemici, necessarie per evitare di essere completamente annientati nel giro di pochi colpi. Come se ciò non bastasse, Vengeance include oltre cinquanta nuovi tipi di demoni con determinati punti di forza e di debolezza da scoprire, per un totale di più di 270 creature che sarà possibile combattere o sottomettere per ricostituire le fila della nostra squadra. Tra questi avversari troviamo il demone del vento Karasu Tengu o lo spirito del fuoco conosciuto come Efreetche garantirà al giocatore ulteriori valide opzioni per comporre la squadra giusta per ogni situazione.

Ritorno al Da’at

Il Da’at di Shinjuku, dal canto suo, si presentava come una vasta area traboccante di nemici con cui scontrarsi e segreti da scoprire. Abbiamo combattuto contro folti gruppi di angeli e demoni, abbiamo partecipato a lunghi dialoghi a scelta multipla che avrebbero sicuramente avuto un impatto sul seguito della storia, abbiamo completato un paio di missioni secondarie e abbiamo gareggiato anche con un colossale boss opzionale (che ovviamente ci ha eliminato in pochi minuti).

Questa vasta area suddivisa in più sezioni si preannuncia già come un’autentica fucina di esperienze diverse che aspettano solo di essere svelate, ma Atlus ha già confermato che Shinjuku è solo una delle nuove aree esplorabili incluse nel pacchetto Vengeance: ci vorranno circa ottanta ore aggiuntive di completare anche questo secondo ‘percorso’ del gioco (per un totale complessivo che supera il tetto delle 150 ore di contenuti).

Le novità però non finiscono qui perché il team di sviluppo ha pensato bene di implementarne tutta una serie cambiamenti strutturali nell’ottica di rendere l’esperienza più piacevole e fluida rispetto al passato.

Il criticato sistema dei checkpoint è stato rivisitato per ridurre i fenomeni di frustrazione derivanti dal dover ripetere lunghe porzioni della campagna dopo ciascuna delle frequenti morti. Inoltre è stata introdotta la visuale a volo d’uccello, utile per farsi un’idea della conformazione del terreno e impostare un percorso sicuro durante l’esplorazione. Da segnalare anche la realizzazione di un circuito ferroviario finalizzato trasportare rapidamente il nostro protagonista da una parte all’altra dello scenario, spesso rivelando anche luoghi altrimenti inaccessibili. Quest’ultimo è l’elemento che ci ha convinto meno dell’intera operazione: non avendo la possibilità di prevedere in quale direzione saremo proiettati percorrendo uno di questi tracciati, è facile ritrovarci in sezioni della mappa che non avevamo ancora esplorato. O circondato da interi gruppi di avversari, magari in momenti particolarmente critici. Ci riserviamo comunque un giudizio più completo in sede di recensione.

La bellezza della distruzione

Sul fronte tecnico di questa riedizione di Shin Megami Tensei V, ci troviamo di fronte ad uno dei principali cavalli di battaglia del progetto.

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Potendo contare sulla potenza aggiuntiva garantita dalle macchine dell’attuale generazione, Vengeance si mette in mostra un impatto visivo notevolmente migliorato rispetto alla versione originale. Il nostro test, basato sul codice per PlayStation 5, ha mostrato un livello di dettaglio decisamente superiore a quanto visto in passato, con un frame-rate stabile a 60 fotogrammi al secondo anche nelle situazioni più frenetiche.

Divertiti con i modelli poligonali dei protagonisti e degli avversari maggiore raffinatezzagli effetti generali appaiono più raffinati e l’ottima direzione artistica che contraddistingue i prodotti Atlus brilla sotto una luce tutta nuova.

Rimangono alcuni dubbi sul level design di alcune aree, decisamente troppo intricato e di difficile lettura ma è ancora troppo presto per esprimere un giudizio definitivo in questo ambito.

 
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