Sony non avrebbe mai dovuto entrare in guerra – .

Dopo un fine settimana di fuoco, che ha visto gli Helldivers di Steam restare uniti nello sfondamento di un fronte senza precedenti, le milizie di Super Earth hanno inaugurato la settimana con una vittoria a dir poco schiacciante: Sony ha ritrattato la propria posizione sulla questione”È richiesto un account PSN“, e il successivo cessate il fuoco ha posto fine al review bombing a tappeto sul titolo di Arrowhead Game Studios (qui la recensione di Helldivers 2).

Al di là del caso in sé, a dir poco clamoroso, gli avvenimenti degli ultimi giorni meritano di essere analizzati anche in relazione alla – decisamente maldestra – concertazione di una Sony non certo in gran forma.

Rivolta degli Helldiver

Tutto è iniziato il 3 maggio, poco prima del fine settimana, quando è partito un aggiornamento pubblicato sull’hub della community di Helldivers 2. ad una vera e propria rivolta tra le fila degli utenti. Nel post, pubblicato da Sony Interactive Entertainment, veniva spiegato che il collegamento ad un account PSN sarebbe diventato un requisito necessario per accedere ai server del titolo, il tutto a partire dal 6 maggio per i nuovi utenti e dal 30 per gli Helldivers già esistenti. in servizio.

Il collegamento degli account svolge un ruolo fondamentale nella protezione dei nostri giocatori e nel mantenimento della sicurezza e della protezione dei giochi PlayStation e PlayStation Studios – si legge nel comunicato stampa di Sony – Questa è la nostra strategia principale per proteggere i giocatori da sofferenze e abusi e ci consente di bannare i giocatori che adottano questo tipo di comportamenti. Dà inoltre ai giocatori che sono stati bannati il ​​diritto di ricorrere in appello“.

Al netto delle ragioni spiegate dal publisher, è facile supporre che tra gli interessi di Sony ci fosse anche quello di convogliare all’interno del proprio ecosistema il folto gruppo di utenti PC di Helldivers 2, che sicuramente avrebbe avuto un impatto importante sui numeri di PlayStation Network. Parliamo di una pratica che, per quanto discutibile, è ampiamente diffusa nell’industria dei videogiochi, e che solo raramente ha dato luogo a dissensi di questa portata.

Nel caso specifico, è urgente anche chiarire quale sia il requisito in discussione era già andato in onda al momento del lancio di Helldivers 2, per poi essere sospeso in concomitanza con i problemi di rete registrati nei giorni successivi alla pubblicazione. Su queste note, però, sarebbe sbagliato liquidare la questione come un semplice capriccio degli utenti di PC, una vuota resistenza alla necessità di compilare un modulo e premere un paio di pulsanti. Tanto per cominciare, sia Sony che Arrowed non hanno gestito in maniera attenta e tempestiva la comunicazione sulla connessione tra account, e ciò a partire dal giorno della pubblicazione di Helldivers 2, quando nel primo post dello sviluppatore venne spiegato che, dato i problemi lato server, i giocatori potrebbero saltare temporaneamente la procedura. Allo stesso tempo, la pagina FAQ del portale PlayStation ha definito questa specifica operazione del tutto “facoltativa”, lasciando intendere quindi che la procedura sarebbe rimasta facoltativa anche successivamente. Insomma, nel corso dei mesi né Arrowhead né il suo editore hanno trattato la questione con la giusta trasparenza, ed è quindi comprensibile che gli utenti abbiano visto nell’annuncio un’imposizione arbitraria e forzata, resa ancor meno attraente dall’ombra proveniente dal fallimenti passati di PlayStation Network in termini di sicurezza informatica.

Ad aggravare le lacune comunicative, troviamo poi un problema divenuto presto il fulcro dei furori della community, ovvero la disparità tra l’elenco dei territori in cui il gioco viene venduto – ufficialmente e tramite Steam – e quello dei paesi in cui viene venduto. formalmente È possibile registrare un account PSN.

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Insomma, per allinearsi alla nuova norma, utenti provenienti da territori diversi avrebbe violato i termini di servizio di PlayStation Networkrischiando così il ban e la perdita dei diritti di accesso a un gioco che, peraltro, presentava un EULA (accordo di licenza con l’utente finale) senza menzionare PSN.

Un conflitto evitabile

Quando la questione dei paesi esclusi è diventata il fulcro delle proteste pubbliche, Sony ha compiuto un’ulteriore mossa a dir poco inspiegabile, arrivando addirittura a sospendere la vendita del prodotto nei territori in questione, ancora una volta senza rilasciare alcuna dichiarazione ufficiale: un passo falso a dir poco clamoroso, che ha improvvisamente delegittimato nelle fondamenta acquisizioni già realizzate.

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Visto il trend, anche Valve ha iniziato a farlo prendere le distanze dalle scelte di Sonyconsentendo agli utenti di ottenere un rimborso indipendentemente dal superamento del numero massimo di ore per accedere all’annullamento dell’acquisto, e quindi aggravando il danno d’immagine una perdita finanziaria potenzialmente significativa.

Nel mezzo di questa fenomenale debacle, costellata da una tempesta di recensioni negative su Steam (oltre 200mila in 72 ore), l’amministratore delegato di Arrowhead ha tentato di arginare il disastro esprimendo il suo disappunto per quanto accaduto e tramite i social media l’intenzione di mediare con Sony per trovare una soluzione al delitto, innescando un effetto domino che nel giro di tre giorni ha messo a serio rischio il futuro di una delle più grandi sorprese videoludiche del 2024. Insomma, nel corso di un fine settimana, Helldivers 2 ha visto un improvviso crollo del numero della sua base installatacausato da una serie di prese di posizione maldestre che, giorno dopo giorno, hanno peggiorato lo status di un titolo annoverato tra i migliori “game as a service” sul mercato.

Per fortuna, a poco più di 72 ore dall’inizio del cataclisma, Sony ha ora fatto marcia indietro cancellando, almeno per il momento, la direttiva del 3 maggio: a quanto pare nel prossimo futuro non cambierà nulla per gli utenti PC di Helldivers 2, e questo a proposito -face sta riportando al rialzo le valutazioni medie dei prodotti. Ciò che resta, dopo questi tre giorni di fuoco, sono i dubbi sulla solidità della direzione scelta da Sony, sia per quanto riguarda la lungimiranza del suo management sia – e soprattutto – per quanto riguarda la capacità di comunicare in modo efficace con il pubblico. In effetti, non c’è dubbio che il colosso di Tokyo lo sia stato negli ultimi anni ha ripetutamente compiuto passi falsi piuttosto importantitra annunci incompleti poi chiariti con note a margine, cambiamenti repentini nelle politiche sulla cross-generazionalità e sugli upgrade “next-gen”, un sostegno vacillante a prodotti importanti (almeno in termini economici) come PlayStation VR2e diffusi cambiamenti di direzione rispetto ai piani stabiliti alla fine del mandato di Jim Ryan. Tornando al caso di Helldivers 2, è davvero preoccupante l’etichetta non aveva percepito i problemi all’interno della sua strategia di “unificazione”.e anche il tardivo arrivo delle necessarie misure di “controllo dei danni” lascia intendere una certa confusione tra le fila del management.

Più in generale, Sony ha bisogno di trovare la giusta sintonia con la sua base installata rafforzare le basi del slogan “For the Players” a partire dalla comunicazione, che non è solo marketing. Tutto sommato, insomma, ci auguriamo che la vittoria ottenuta dagli Helldivers possa rappresentare un segnale forte per la divisione guidata da Hiroki Totoki e per l’intera industria. Teniamo le dita incrociate.

 
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