“Nessuna data per Rafah” – .

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Hamas non avrebbe 40 persone “fragili” tra gli ostaggi da scambiare e sarebbe costretta a rilasciare i maschi adulti. Il ministro della Difesa israeliano Gallant smentisce Netanyahu sulla data dell’attacco di Rafah. Nel frattempo, l’Irlanda potrebbe riconoscere uno Stato palestinese

Hamas si è opposto al rilascio di quaranta ostaggi israeliani detenuti a Gaza. Il movimento islamista non avrebbe abbastanza persone considerate fragili, compresi anziani e donne, da rilasciare e sarebbe quindi costretto a liberare i soldati israeliani di sesso maschile.

Questo sarebbe l’ostacolo principale che ha impedito il raggiungimento delle due parti in conflitto un accordo per la tregua al Cairo nei giorni scorsi.

Intanto almeno 14 persone sono morte in un bombardamento israeliano che ha colpito una casa nel campo profughi di Nuseirat, nella parte centrale della Striscia di Gaza, come riporta l’agenzia di stampa palestinese Wafa.

Gallant contraddice Netanyahu: “Non c’è ancora una data per l’attacco a Rafah”

Non c’è ancora una data di inizio per l’offensiva israeliana a Rafah, al confine con l’Egitto nel sud della Striscia, nonostante l’annuncio fatto lunedì dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Lo ha affermato in una telefonata con il suo omologo statunitense Lloyd Austin, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant Tel Aviv non ha ancora fissato una datasmentendo le parole del primo ministro poche ore dopo.

Una fonte del quotidiano Times of Israel ha infatti rivelato che lo Stato ebraico sta ancora mettendo a punto il piano per evacuare 1,5 milioni di sfollati palestinesi. Circa due terzi della popolazione di Gaza hanno infatti trovato rifugio a Rafahsotto le precedenti indicazioni israeliane arrivate con l’avanzamento dell’offensiva di terra nel nord e nel centro della Striscia.

Nonostante i dubbi sulla data, Tel Aviv sembra quindi intenzionata a proseguire l’operazione, nonostante i numerosi avvertimenti riguardanti la protezione dei civili arrivati ​​anche dagli Usa, suo più stretto alleato. Proprio in vista dell’offensiva nel sud Secondo quanto riferito, Israele sta acquistando 40.000 tende per preparare l’evacuazione dei palestinesi.

L’Irlanda presenterà una proposta formale per riconoscere uno Stato palestinese

L’Irlanda potrebbe essere vicina al riconoscimento di uno Stato palestinese nelle prossime settimane. La proposta è stata annunciata dal ministro degli Esteri Michael Martin, secondo il quale ritardare il riconoscimento “non è più credibile né sostenibile”.

“Non c’è dubbio che siano stati commessi crimini di guerra e condanno categoricamente i continui bombardamenti sulla popolazione di Gaza”, ha affermato Martin, aggiungendo che il riconoscimento dello Stato palestinese potrebbe aiutare più rapidamente la popolazione di Gaza e della Cisgiordania, oltre a incentivare Là promozione di un’iniziativa di pace a guida araba.

Pressioni da parte degli Usa per un cessate il fuoco, Israele davanti alla Corte Suprema per chiarire le politiche umanitarie

Lo sta facendo il presidente americano Joe Biden pressioni su Tel Aviv affinché accetti una tregua della durata di sei-otto settimane. “Non sono d’accordo con il suo approccio”, ha detto Biden delle politiche di Netanyahu, definendolo “un errore” in un’intervista con Univision. Inoltre, Washington lo ha sottolineato “Non ci sono scuse” per non far entrare gli aiuti umanitari a Gaza e la Casa Bianca chiede l’accesso totale a tutto il cibo e le medicine che arrivano nella Striscia.

Proprio questo mercoledì il governo israeliano dovrà farlo chiarire la sua politica umanitaria a Gaza davanti alla Corte Supremauna richiesta avanzata da un gruppo di ONG.

Nelle prime ore di mercoledì il Comando Centrale degli Stati Uniti (Centcom) ha annunciato di aver effettuato un’operazione un lancio di aiuti umanitari sulla Striscia, un metodo pensato per superare le restrizioni imposte sui camion carichi di aiuti che arrivano via terra da Rafah, l’unico valico di frontiera, controllato da Israele, da cui entrare a Gaza. Gli Stati Uniti hanno così lanciato l’equivalente di circa 50.600 pasti per i civili.

 
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