Roma 09/11/2022 Campionato di Serie A Tim – Lazio-Hellas Verona © Gian Domenico Sale
di Giorgio BICOCCHI
Sapete quest’anno a chi daremo il Seminatore d’Oro, il riconoscimento che premia il miglior allenatore del Campionato? Non a Inzaghi, che gestisce una multinazionale opulenta, ma a Baroni. Uno che, lo scorso gennaio, ha visto partire più della metà della squadra ma che non si è scoraggiato dovendo poi amalgamare una covata di carneadi. Il pericolo per la Lazio – sabato sera – sarà soprattutto l’allenatore del Verona: astuto, sagace, pratico.
I gialloblù – tra l’altro – non perdono fuori casa da due mesi e mezzo, sono in salute e, al momento, sarebbero chiaramente al sicuro. Ecco perché la Lazio dovrà essere all’altezza: i tre punti in palio sono fondamentali, utili e necessari per assicurarsi – o quasi – la zona Europa League. Per l’altro obiettivo – quello più prestigioso – è inutile pensarci: troppi punti sono stati goffamente persi in questa stagione di regressione complessiva.
L’auspicio è che i nostri ragazzi siano riusciti ad attutire lo stress accumulato nella partita contro la Juve. Forze fresche in campo rispetto a martedì? Patric – che ha giocato solo 45′ – forse Kamada, Vecino (ha giocato anche meno di mezz’ora), addirittura Zaccagni, se darà ulteriore conferma alle sue prestazioni. Luis Alberto e Taty in avanti, sperando anche che Felipe riesca a domare il dolore del dito infortunato.
Sarà una “brutta partita”, certo: il Verona – così presente nelle ultime partite – era forse un avversario da evitare in questo momento. Una squadra che, dopo la rivoluzione invernale, ha saputo rilanciarsi grazie ai piedi educati di Suslov, alle parate di Montipo, alle sgroppate di Lazovic, alla crescita di Folorunsho (laziale, figuratevi…) e ad una batteria di attaccanti scivolosi per ogni difensore ( come Bonazzoli e Noslin, per esempio).
Insomma, bisognerà partire forte, alimentando subito il ritmo: guai ad aumentare fiducia e ottimismo nel gruppo gialloblù. La gara d’andata – era il ponte dell’Immacolata – si concluse con un pareggio. Ed è stata una partita fortemente condizionata dall’arbitro che nel finale ha annullato un bel colpo di testa di Casale. Uno dei tanti fiaschi arbitrali di questa stagione. Qualcuno obietterà: ma come? Ti lamenti degli arbitri? Sì, perché bastavano 4 punti in più per pensare alla Champions League e non all’Europa League o alla Conference…
