sospiro di sollievo dopo un anno incredibile. E quel monito del Nord da cui ripartire – .

sospiro di sollievo dopo un anno incredibile. E quel monito del Nord da cui ripartire – .
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ANCONA Interpreta Aida al Del Conero. Non è un trionfo, ovviamente. Ma un pericolo è scampato. Il che forse, per certi aspetti, può valere allo stesso modo. L’Ancona è salva, pareggia con la Lucchese ed evita i playout di Lega Pro (grazie alla contemporanea sconfitta, in casa, della Fermana contro il Pescara). Un sospiro di sollievo che profuma – finalmente – di un futuro che si può progettare imparando dagli errori commessi e trasformandoli in virtù. Come il calcio ha spesso insegnato da queste parti in passato.

I meriti di Boscaglia

Roberto Boscaglia, l’allenatore siciliano arrivato poco più di un mese fa dopo la debacle di Recanati, ha la faccia tipica di una missione compiuta. Tranquillo, ma soddisfatto. Sobrio, ma consapevole. Alle cinque promozioni in carriera aggiunge un altro traguardo: perché la salvezza dell’Ancona, al momento del suo approdo, era tutt’altro che scontata. E chi ha seguito questo campionato, in tutte le sue sfaccettature e vicissitudini, lo sa bene. Lo sprint con il Sestri Levante, l’impresa contro l’Adriatico a Pescara, il punto esclamativo con la Lucchese: tre settimane che hanno scacciato i fantasmi, consegnando un’estate serena al pubblico dorico. Anche ieri, per numeri e calore, in testa alla classifica. Che questo sia un monito per il club in estate.

Emozioni scintillanti

Gara non vivace, soprattutto nel primo tempo dominato da tattica e prudenza. Tanti errori a centrocampo, manovre imprecise e poche occasioni. Il sussulto più netto arriva dal solito Coli Saco che si vede annullare un gol – fuorigioco millimetrico – dopo lo sviluppo di una bella giocata di Cella. Nella ripresa, complice anche il risultato di Recchioni, le due squadre si sono separate e ne ha beneficiato lo spettacolo. Cioffi sfiora il vantaggio e segna il suo primo gol stagionale. Perucchini mette le solite mani a difendere la rete.

Il messaggio per il futuro

Poi il fischio finale. Gli abbracci di chi tremava. Quando la squadra va sotto la Nord – esponendo un lungo striscione che riassume tutte le sensazioni provate durante l’anno, mandando un messaggio alla società e ai giocatori per il domani – scorrono le immagini di un’annata incredibile. «Dal letame nascono i fiori», cantava Fabrizio De Andrè nel 1967. Un successo rimasto tale, superando le barriere dello spazio e del tempo. Che lascia indietro la morale e l’insegnamento, anche nello sport. Il presidente Tiong, che a sorpresa si è presentato sugli spalti all’appuntamento tre mesi dopo l’ultima volta, ha mai ascoltato questa straordinaria canzone?

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Corriere Adriatico

 
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