Bordeaux, prezzo minimo e attrattiva come “ricetta” per uscire dalla crisi – .

Bordeaux, prezzo minimo e attrattiva come “ricetta” per uscire dalla crisi – .
Bordeaux, prezzo minimo e attrattiva come “ricetta” per uscire dalla crisi – .

Prosegue il dibattito sul futuro del vino a Bordeaux, discutendo sulle nuove strade da intraprendere per uscire da una crisi che coinvolge soprattutto, ma non solo, i prodotti “entry level”. L’entità dei disboscamenti non basta, il tema “caldo” per il presente e il domani è quello di un prezzo minimo da fissare per evitare situazioni in cui il rischio è quello di non farcela. Non è un caso che Allan Sichel, presidente del Consiglio Interprofessionale dei Vini di Bordeaux (CIVB), abbia affermato in assemblea generale, come riportato dal sito specializzato “Vitisphere”, che “molti colleghi si trovano purtroppo di fronte a un futuro incerto. Questa angoscia ci tocca profondamente. In alcuni casi, è la conseguenza di prezzi di transazione inaccettabili, che rispondono a un bisogno immediato di flusso di cassa, ma sono molto lontani dal coprire i costi di produzione”.
In passato si era parlato addirittura di denunciare chi acquista a meno di 1.000 euro/ton, e il presidente del Civb ha tuttavia notato che il tema del prezzo vantaggioso è condiviso da distribuzione e Governo. “Se le regole della libera concorrenza si oppongono a qualsiasi accordo sui prezzi, bisogna comunque trovare soluzioni affinché ogni vignaiolo possa vivere del proprio lavoro”. E quindi, in concreto, “vogliamo definire gli indicatori che serviranno a calibrare il prezzo del contratto upstream, adattare la legge Egalim alle specificità del nostro settore, tutelare gli operatori dal rischio di praticare prezzi abusivamente bassi, intensificare il campo delle azione del settore vino nella distribuzione e porre fine al Bordeaux come prodotto attraente a prezzi stracciati.” Ma sulla revisione della legge Egalim, Allan Sichel resta cauto: “Sappiamo che non sarà possibile decretare un prezzo minimo applicato in maniera obbligatoria, sistematica e indiscriminata. L’obiettivo è piuttosto quello di individuare opportuni indicatori che permettano di calibrare i prezzi del contratto upstream”. Il presidente del Civb è realista anche nel riconoscere che “qualsiasi cosa metteremo in atto sarà difficile prevenire ogni possibilità di elusione. Dovremo essere vigili, ma ciò richiederà anche responsabilità da parte di tutte le parti interessate”.
Intanto l’annata 2023, complice il fenomeno delle muffe, dovrebbe provocare una riduzione delle scorte in eccesso e consentire un rilancio della domanda. “Le nostre proiezioni ci dicono che nelle prossime settimane arriveremo vicini al pareggio dei volumi”, sottolinea Allan Sichel, aggiungendo però che “non c’è motivo di rallegrarsi di questo dato che è solo il risultato della distillazione, della raccolta e della stessa raccolto basso 2023 che hanno ridotto notevolmente i volumi disponibili, avvicinandoli a quelli commercializzati. Tuttavia, questo equilibrio è un prerequisito assolutamente necessario per tutti gli attori del settore e deve contribuire al recupero dei prezzi più bassi del Bordeaux rosso”. Una rivalutazione alla quale mira anche la campagna “Ensemble tous singulars/Unisciti alla squadra di Bordeaux” del Civb, lanciata a febbraio in Francia e poi in Belgio, Gran Bretagna e Stati Uniti. L’obiettivo è mettere l’attrattività dei vini bordolesi al centro di tutti gli attori della filiera.


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