il governo rilancia il potere d’acquisto – .

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Di Emanuele Scarci

Nessuna sorpresa ad aprile. Secondo le stime preliminari dell’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo aumenta dello 0,9% su base annua (dal +1,2% del mese precedente). Mentre nel carrello della spesa (che comprende alimentari e prodotti per la cura della casa e della persona) la crescita dei prezzi scende al 2,4% dal 2,6% di marzo, un buon risultato ma anche la conferma che la distribuzione ha recepito gli ultimi incrementi del settore. Secondo l’Istat il rallentamento dei prezzi è soprattutto una conseguenza del calo dei prezzi dell’energia e del rallentamento dei prodotti alimentari (+2,6% da +2,7%).
Sostanziale stabilità anche nell’Eurozona (20 Paesi): ad aprile l’inflazione annua è rimasta stabile al 2,4%. Nel dettaglio, le stime per Francia e Germania sono +2,2%, per Spagna +3,3%.

Percezione diversa
Per Marco Pedroni, presidente dell’Associazione cooperative di consumo), nonostante i dati ISTAT odierni confermino un rallentamento dell’inflazione e una timida accelerazione della crescita del Pil, “gli italiani faticano a percepire un miglioramento delle condizioni economiche del Paese. pesano una percezione della situazione peggiore di quella misurata, redditi che ancora non si adattano al recente rialzo dei prezzi e poca fiducia nel futuro. Come Coop ci siamo impegnati ad essere d’aiuto. Abbiamo più volte limitato gli aumenti dei prezzi riducendo i margini e abbiamo rafforzato le iniziative di convenienza per le famiglie. Più recentemente abbiamo rinnovato il contratto nazionale di distribuzione cooperativa con incrementi significativi per oltre 55mila dipendenti. Ora tocca ai politici elaborare un piano lungimirante, non più rinviabile, per la crescita del Paese e la difesa del potere d’acquisto delle classi medie e operaie”.
Secondo l’Ufficio Studi Coop, nel 2023 i salari nominali sono aumentati del 2% e i prezzi del 7,7%.

Codacons, taglio dei prezzi
Dal canto suo il Codacons ritiene inaccettabili gli ulteriori aumenti di aprile: “Terminato l’effetto Pasqua che aveva favorito il rialzo dei listini, ad aprile l’inflazione ricomincia a scendere. Dopo due anni di prezzi elevati, tra tariffe energetiche alle stelle ed effetti della guerra in Ucraina, i prezzi al dettaglio non solo non devono aumentare, ma dovrebbero diminuire, registrando un segno negativo perché si sono verificate le condizioni che hanno portato ad un’inflazione complessiva del 13,8% nei due paesi. biennio 2022-2023 non sono più presenti. erodendo la capacità di acquisto delle famiglie”.
Una speranza vana quella del Codacons che trova rara conferma sugli scaffali: i prezzi delle materie prime e dell’energia non sono tornati ai livelli del 2021, inoltre sia l’industria che i rivenditori hanno rinnovato onerosi contratti nazionali che devono trovare un pareggio nel conto economico.

 
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