“L’oro è stato una liberazione, ma il bronzo ad Atene mi ha fatto capire il valore di un uomo” – .

Un desiderio può far male, soprattutto se è talmente cercato e atteso che, alla lunga, non si realizza. Quando riesci a riuscirci non sei tanto felice, ma piuttosto libero di aver tolto dal tuo cuore un macigno che, come un paio di manette, ti inchioda al tormento delle aspettative.

Più grande è l’obiettivo, maggiore è il peso e lui lo sa bene Giuria Chechi che nel 1996 d.C Atlanta è riuscito a vincere la medaglia d’oro sugli anelli. Ospite dell’evento è stata la campionessa italiana di ginnastica artistica Palazzetto dello Sport di Bonate Sotto in occasione di “Time Out Sport Festival”, l’evento organizzato da HServizi e Unica Sport.

forbes

Un evento in cui il campione toscano ha ripercorso il percorso che lo ha portato sulla vetta del globo, ispirando una generazione di giovani atleti.

Cosa si prova quando sei in aria sugli anelli?
“Sicuramente fatica, ma anche cose che magari il tuo corpo non pensava di poter fare. Tuttavia con l’allenamento e la giusta preparazione puoi fare cose che ti soddisfano moltissimo. È una passione che coltivo quindi da molto tempo.”

Com’è stato vincere le Olimpiadi dopo averle sognate fin da bambino?
“Sono emozioni così forti che esprimerle a parole è complicato, perché sarebbe quasi riduttivo. Probabilmente è stata una liberazione perché mi ha quasi liberato da un peso, da un desiderio molto forte che avevo”.

Un bronzo arrivato ad Atene otto anni dopo l’oro di Atlanta. Era meglio nel primo caso o nel secondo?
“Sono due emozioni molto diverse, anche se restano comunque due podi molto belli. Può sembrare strano, ma dal punto di vista umano il bronzo di Atene vale forse più dell’oro di Atlanta perché è arrivato dopo una prova molto ardua, quasi cruenta, del corpo e della testa. Lì ho capito che ero un uomo più forte di quanto pensassi e nella vita un uomo è più forte di un atleta. Per questo è una medaglia che mi gratifica molto”.

C’è stato uno scollamento tra la sua generazione e quella attuale. È dovuto al fatto che SJ non fa più ginnastica a scuola?
“Potrebbe essere anche quello, anche se è un argomento molto complesso. Evidentemente le attività fisiche e sportive potrebbero essere svolte meglio nelle scuole e, anzi, sarebbero necessarie. Spero che questa cosa prima o poi cambi”.

Secondo te esiste uno come Jury Chechi nella ginnastica italiana? In molti hanno paragonato a lei Yumin Abbadini dopo il bronzo agli Europei a tutto tondo.
“È un ragazzo straordinario, ha ottime doti, ma penso che fare paragoni sia sempre ingiusto e a volte sbagliato sia nei miei confronti che nei confronti degli altri. Ognuno ha la sua storia, chiaramente è bello essere stato un esempio e aver spronato altri ragazzi a fare meglio, ma fare paragoni è molto difficile”.

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV Le idee di Fragiacomo nei suoi primi 100 giorni a Staranzano, «manutenzione immediata» • Il Goriziano – .
NEXT La verità sull’incidente in campagna elettorale – .