altari e chiese sempre più vuoti. In Friuli Venezia Giulia è stato raggiunto il minimo storico – .

altari e chiese sempre più vuoti. In Friuli Venezia Giulia è stato raggiunto il minimo storico – .
altari e chiese sempre più vuoti. In Friuli Venezia Giulia è stato raggiunto il minimo storico – .

Se da un lato il crisi vocazionaleche impedisce a molte parrocchie di vivere con tranquillità il ricambio generazionale, dall’altro ci sono i numeri riguardanti ciò che accade dall’altra parte dell’altare, cioè tra i banchi delle navate chiese del Friuli Venezia Giulia. Secondo le rilevazioni firmate dall’Istat, infatti, la percentuale di popolazione che frequenta abitualmente un luogo di culto nella nostra regione – e nello specifico la chiesa cattolica – è ai minimi storici.

Il dipinto in Friuli Venezia Giulia

La sezione dell’istituto di statistica è quella che riguarda gli aspetti della vita quotidiana dei cittadini. Nel dettaglio vengono analizzate le abitudini religiose e l’arco temporale interessato va dal 2003 all’anno scorso. Emerge un quadro poco confortante, se letto dal punto di vista delle istituzioni religiose. In modo neutrale, tuttavia, il “quadro” è quello di una regione sempre più secolarizzatadove al di là della convinzione personale e intima, la frequentazione costante dei luoghi di culto è davvero ridotta ai minimi storici. Partiamo allora dai dati dello scorso anno, gli ultimi disponibili nella banca dati nazionale Istat.

Quelli che vanno nelle chiese

Si nota che in Friuli Venezia Giulia la quota di persone che ammette ancora di frequentare abitualmente un luogo di culto, e in particolare una chiesa cattolica, è scesa al 13,1 per cento. Vuol dire che meno di una persona su sei rispetta il precetto religioso della celebrazione settimanale. E se si esclude il caso particolare della Provincia autonoma di Bolzano, dove la quota scende ulteriormente e arriva al 12,2 per cento, a livello regionale quello del Friuli Venezia Giulia è il dato più basso dell’intero Nord-Est e uno dei più bassi del tutto il Nord. D’altro canto, però, è salita al 35 per cento la quota di cittadini residenti che hanno dichiarato di non frequentare in generale alcun luogo di culto. E in questo caso si tratta del massimo storico.

Come è cambiata la situazione rispetto a 20 anni fa

E venti anni fa qual era la situazione nel nostro territorio? Ampliando il campo dell’indagine, sul sito dell’Istat si capisce come siano nettamente cambiate le abitudini religiose dei friulani. Nel 2003, infatti, erano molti di più i residenti nella nostra regione che dichiaravano di frequentare un luogo di culto almeno una volta alla settimana. Nel dettaglio si tratta di una persona su quattro, pari al 25 per cento del totale. Ma soprattutto, la quota di coloro che hanno dichiarato di non frequentare alcun luogo di culto è stata molto inferiore a quella attuale, pari al 19 per cento. È chiaro quindi che negli ultimi vent’anni molte persone si sono progressivamente allontanate dalla pratica religiosa.
Interessante anche il dato che potremmo definire “mediano”, ovvero quello riferito al 2013, quindi a dieci anni dall’inizio dell’analisi e dieci anni indietro rispetto ad oggi. Dieci anni fa in Friuli Venezia Giulia una persona su cinque diceva ancora di andare in chiesa la domenica, quindi almeno una volta alla settimana. Coloro che invece hanno dichiarato di aver abbandonato del tutto la frequentazione di qualsiasi luogo di culto sono stati pari al 29,6%, quindi di fatto si tratta di una persona su tre o poco meno.

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Il Gazzettino

 
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