ha prodotto 10mila pezzi in un mese. Prezzi – - – .

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Il produttore cinese di telefoni cellulari, dopo aver stupito con la sua prima auto elettrica, campione di vendite, ha stabilito un nuovo record e sembra già intenzionato a venderlo in Spagna

Che il SU7, prima auto elettrica realizzata da Xiaomicolosso “high tech” famoso per i suoi smartphone, è un successo, lo dicono i numeri: 50mila ordini nella prima mezz’ora dall’apertura delle vendite e ha superato con slancio la soglia dei 75.000 nei primi 28 giorni dal lancio.

Obiettivo 100mila entro fine anno

Per affrontare questo domanda massicciala neonata casa automobilistica Xiaomi Automotive ha dovuto aumentare i ritmi di produzionee sulle catene di montaggio per non deludere i numerosi clienti che subito cominciarono a storcere il naso alla prospettiva di oltre 6 mesi di attesa. Per non lasciarsi sopraffare un successo di gran lunga superiore alle aspettativeI manager cinesi hanno rimodellato la loro strategia produttiva, riuscendo a raggiungere il totale 10mila esemplari prodotti in soli 32 giorni, con 5.781 SU7 già consegnati. La speranza è consegnare 100mila SU7 entro la fine dell’annoma, numeri alla mano, Xiaomi deve accelerare ancora per soddisfare l’appetito del mercato cinese, a meno che, nel frattempo, non decida di esportare la sua berlina anche in Europa, come sembrano suggerire alcune indiscrezioni apparse sulla stampa spagnolache addirittura ipotizza l’arrivo dopo l’estate.

La versione base costa 28mila euro in Cina

Lo Xiaomi SU7, che in Cina è presente in tre versioni, Standard, Pro e Max, con prezzi che partono da circa 28mila euro per quella dotata di batteria da 73,6 kWh con un’autonomia di oltre 700 chilometri e un motore da 299 cavalli. Il Pro, invece, raggiunge gli 830 chilometri di autonomia grazie alla batteria da 94,3 kWh mentre il top di gamma, il Max, è dotato di due motori per una potenza complessiva di 673 cavalli, alimentati da una batteria da 101 kWh e da un autonomia di 800 chilometri, calcolata sempre secondo il ciclo cinese CLTC, molto più ottimistico rispetto al ciclo europeo WLTP. Difficile dire se Xiaomi deciderà di fare un ulteriore sforzo produttivo e se l’arrivo sui mercati europei sia effettivamente imminente, così come ipotizzare i prezzivisto che tra tasse doganali e costi di importazione difficilmente rimarrebbero quelli del paese di origine.

Una delle peculiarità di Xiaomi è questa ha utilizzato i punti vendita di dispositivi elettronici per “pescare” clienti tra gli oltre 20 milioni di persone che possiedono i suoi prodotti e convincerli ad acquistare un’auto elettrica da chi non ne aveva mai realizzato uno prima di qualche mese fa. Riuscirà a fare lo stesso quando (e se) arriverà in Europa, dove è già terzo per vendite dopo Samsung e Apple?

 
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