Il Monza ricorda Pulici in occasione della gara contro la Lazio – .

Il Monza ricorda Pulici in occasione della gara contro la Lazio – .
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MONZA LAZIO PULICI – In occasione della partita tra Monza E Lazioil club brianzolo ha pubblicato un ricordo toccante per Felice Pucili: doppio ex della partita e portiere del primo scudetto biancoceleste.

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Il ricordo del Monza per Pulici

Tradizione e leggenda – che spesso nel calcio vanno di pari passo – attingono alla storia e identificano, supportate da decine di esempi clamorosi, Monza soprattutto come il ‘regno’ dei portieri leggendari. Rockare. Da modellare. Crescere. Impostare.

Oggi raccontiamo – a modo nostro – la stagione indimenticabile di un grande numero 1.

Che con la maglia biancorossa ha saputo trovare nuovi stimoli per rilanciare una carriera precedentemente premiata dalla gloria eterna di uno scudetto.

Domenica 30 ottobre 1977. A 13 anni si vive di entusiasmo: in settimana i giornali davano la notizia del trasferimento di Felice Pulici – portiere della Lazio campione d’Italia 1974 originario di Sovico – al Monza in Serie B. E sono non più nella pelle. A 13 anni non è ancora il momento di logorarsi con troppe domande: perché Vinicio – l’allenatore biancoblu – lo ha eliminato in favore di Garella scatenando le feroci proteste dei tifosi della Lazio? Perché il suo passaggio al Cosmos di Pelè è sfumato? Onestamente non me ne potrebbe importare di meno. A 13 anni, i fatti contano: intorno alle 14.30 del 30 ottobre 1977, dal mio piccolo angolo di paradiso nel fosso della scalinata centrale della Sada, fissavo il mitico tunnel e vidi emergere un maglione giallo brillante, indossato da un grande portiere che ha vinto lo scudetto. Mentre a centrocampo le squadre compiono i consueti rituali pre-partita, io non distolgo gli occhi dal numero 1 nemmeno per un secondo. Un po’ per convincermi che sia tutto vero, un po’ per emozionarmi per il ‘mio’ Monza che è riuscito a vincere con un giocatore così. Tra l’altro, a ulteriore conferma di ciò, in quella partita (Monza-Bari) esordì anche Giovanni Lorini, altro giocatore che ha già vissuto la Serie A con Milan e Vicenza.

I ragazzi di Magni spennano i galletti con un gol del Duino Gorin su assist dell’eterno idolo Gigi Sanseverino. È il campionato della grande rincorsa: inizio shock (1 punto nelle prime 5 partite), linfa vitale del mercato autunnale, rimonta imperiosa culminata nell’indimenticabile 4-2 all’Ascoli (la mia partita più iconica da oltre 40 anni fino a Pisa 2022) e un sogno brutalmente infranto a Pistoia. La stagione di Pulici è profondamente carismatica all’insegna di una media di rendimento altissima: la sua leadership, soprattutto, compatta il reparto difensivo. Quando i numeri dicono tutto: in 31 presenze biancorosse Felice ha registrato 17 clean sheet e ha subito solo 21 gol. Di cui 5 sanzioni. I miei ricordi più dolci del portiere di Sovico sono legati proprio a due episodi dal dischetto. La prima è l’impresa con cui a Cagliari ha respinto il secondo rigore di Marchetti (che aveva sempre portato i sardi in vantaggio dagli undici metri) preservando la magnifica rimonta ospite guidata da Scaini e la doppietta di Silva.

L’altro ‘per sempre’ rappresenta una rivincita sportiva di cui mio figlio 13enne è molto orgoglioso.

Prima del ritorno: Monza-Modena al Sada. I ragazzi di Magni dominano per tutto il primo tempo e trovano nel finale il meritato vantaggio con Blangero. A inizio ripresa l’arbitro Governa dell’Alessandria ha concesso un rigore agli emiliani per un indiscutibile fallo di Lanzi commesso palesemente fuori area. Il VAR non è ancora neanche un’ipotesi lontana, le proteste sono tanto prolungate e furiose quanto inutili. Sul disco appare un incubo chiamato Bellinazzi.

L’uomo nero con la camicia color canarino. Vincitore della partita dell’andata e – soprattutto – killer senza cuore nell’ultima maledetta giornata della stagione precedente quando il suo tiro, deviato da Michelazzi, spense i sogni biancorossi della Serie A. Esperienza e freddezza suggeriscono a Pulici di restare in piedi. il più a lungo possibile e si limita ad abbozzare all’ultimo momento utile il minimo accenno di tuffo alla sua destra, esattamente dove Bellinazzi intendeva indirizzare la palla. È un sottile gioco psicologico di millesimi infinitesimali: il centravanti modenese decide di cambiare direzione in corsa ma angola troppo e la palla esce poco distante dal palo alla sinistra del portiere del Monza. Sada esplode in un boato di intensità pari a quella di un gol.

Lo splendido anno in biancorosso regalerà al portiere tre magnifici scudetti in Serie A con la maglia dell’Ascoli. Gli idoli scelti a 13 anni restano dentro per sempre. E così ho continuato a seguire e ad ammirare l’uomo Pulici anche alla fine della sua carriera tra gli incarichi: la laurea in giurisprudenza con specializzazione in diritto sportivo, lo studio del linguaggio dei segni che lo ha portato a diventare commissario straordinario della Federazione Italiana Sport Sordi. , il profondo senso di appartenenza alla Lazio di cui è stato appassionato dirigente con diversi ruoli di grande importanza e rappresentatività. Un paio di anni prima della sua morte (16 dicembre 2018), Felice ha raccontato episodi significativi ed espresso sensazioni piene di brividi in un’intensa intervista su Il Giorno da quel maestro della parola e professore di narrazione che è Dario Crippa. La scuola per geometri, frequentata anche da Adriano Galliani, al Moses Bianchi di Monza. I suoi modelli tra i pali: il brasiliano Gilmar e il ‘kamikaze’ Ghezzi. La nascita del secondo figlio, Gabriele, nel giorno dello scudetto, il 12 maggio 1974. Il rigore parato a San Siro da un certo Rivera. Da sorseggiare, infine, le emozioni del suo passaggio in biancorosso: “Mi è dispiaciuto moltissimo lasciare la Serie A e la Lazio ma allo stesso tempo ero felice perché tornavo a casa. Nella squadra che avevo visto giocare più volte da bambino, accompagnato da mio papà, in quello stadio che ora sarebbe diventato il mio”.

Monza-Lazio sarà ogni volta la partita di Felice Pulici. Un campione tra i pali e un grande uomo.

Quale riconoscimento e gratitudine conserveranno per sempre nei cuori biancoazzurri e biancorossi.

 
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