“Nonostante il successo il mio cellulare spesso non squilla. Non è tutto oro quello che luccica. Piccola banda? Non ne sto parlando” – .

“Nonostante il successo il mio cellulare spesso non squilla. Non è tutto oro quello che luccica. Piccola banda? Non ne sto parlando” – .
“Nonostante il successo il mio cellulare spesso non squilla. Non è tutto oro quello che luccica. Piccola banda? Non ne sto parlando” – .

Nell’album “Ferite” si parla di cicatrici fisiche e interiori, un’analisi intima che sconvolge

“Voglio essere più forte del mio lavoro.” Con questa frase molto breve ed efficace – detta da lui stesso Piazza del Capo – si potrebbe riassumere l’anima che muove il nuovo album “Wounds”che arriva tre anni dopo”Plaza”. Un record di 17 brani ricchi sia di contenuti che di produzione, soprattutto quando si espande verso mondi apparentemente lontani da quelli di Luca D’Orso, questo il suo vero nome. In particolare “No Drama” con Mahmood (“uno dei pezzi di cui sono più orgoglioso”) e “Ricordi” con Annalisa (“è una delle voci che più apprezzo in Italia”) aprono nuove prospettive al percorso artistico di Capo Plaza.

Ci sono anche altre canzoni degne di attenzione come “Ancora qui” con Tedua e “Oh Amore” che rimane impresso al primo ascolto. Per la produzione, oltre ad Ava, sono presenti anche loro Michelangelo, Merk&Kremont, Notte magra, per dirne alcuni. L’album parla di ferite fisiche e interiori, un’analisi intima e inedita che sorprende nonostante Capo Plaza abbia alle spalle 61 dischi di platino e 30 d’oro.

È per questo che hai voluto mostrare le tue ferite fin dalla copertina?
È un concetto forte. Volevo questa immagine chiara perché il progetto include testi abbastanza personali. Le ferite sono visibili dietro la schiena e possono essere interpretate sia metaforicamente che fisicamente. Nonostante le ferite e poi le relative cicatrici, sono sempre lì, fermo e solido. Sono ancora in piedi nonostante tutto.

Puoi convivere con le tue ferite?
A mio parere, sì. In qualche modo ti aiutano anche a prendere consapevolezza di te stesso. Le ferite rimangono sempre, restano con te e ti fanno essere la persona che sei. Nell’esperienza del dolore spetta a ciascuno di noi sprofondare nella sofferenza oppure cercare di prenderla in modo positivo e provare a superarla per migliorarsi.

In cosa consiste questa nuova consapevolezza?
La musica per me è stata una salvezza. Il mio sbocco. C’è chi fa sport e chi fa altro per sfogarsi, ma io ho usato le canzoni. Come dicevo, oggi sono più consapevole, mi sento più maturo. Ho 26 anni e mi sono aperto ad altre cose e visioni del mondo.

Nei tuoi album precedenti parlavi anche delle tue insicurezze. Come stai oggi?
È una lotta che faccio ogni giorno. I terapisti non mi hanno aiutato, le persone a me vicine mi hanno aiutato di più, a parlarmi e a capirmi. Ma oggi va meglio, sono più consapevole.

Hai più di 2 milioni di follower e sei popolare. Soffri mai di solitudine?
Può essere dannoso ma anche positivo. Nella canzone ti invito ad ascoltare l’altro. Indipendentemente dal fatto che dietro ci sia del buono, del cattivo o del fango. Insomma, non è tutto oro quello che luccica. Anche i soldi ti fanno sentire molto solo. Essere milionario è qualcosa che può renderti più forte o abbatterti. Ognuno di noi ha le sue difficoltà.

In “Sottovuoto” parli delle persone che ti sono state vicine. Soffri di solitudine?
Può essere dannoso ma anche positivo. Nella canzone ti invito ad ascoltare l’altro. Indipendentemente dal fatto che dietro ci sia del buono, del cattivo o del fango. Insomma, anche i soldi ti fanno sentire molto solo. Essere un ultramilionario è qualcosa che può renderti più forte o abbatterti.

Ti fidi degli altri?
Sì e no. Ma non mi chiudo, cerco di capire di chi posso fidarmi. Vivo la situazione.

Da dove viene la forza per andare avanti, nonostante tutto?
Credo che la forza per andare avanti sia venuta dalla mia libertà e dall’essere circondato da persone che credono e credono in me. Tralasciamo il fatto che, oggi, molte di queste persone non sono più con me, ma in quel momento era importante averle. Non mi sarei mai aspettato di arrivare dove sono arrivato, sono sincero.

Hai mai pensato ad un piano B?
Mi sono laureato con l’intenzione di utilizzare il certificato per poi andare a lavorare. Se, infatti, il rap non avesse preso piede.

Quali scelte hanno fatto i tuoi vecchi compagni di viaggio?
Abbiamo vissuto situazioni difficili. Soprattutto al Sud, nei quartieri popolari, è facile che le persone si dividano in percorsi completamente opposti: c’è chi è diventato delinquente, chi è diventato medico… chi si è buttato nella musica.

Parlando delle situazioni difficili di Baby Gang, con cui hai collaborato in “Ma chérie” nel 2021, cosa ne pensi?
Niente. Non ho più alcun rapporto con lui. Ognuno è libero di fare ciò che vuole. È la sua vita.

Ho toccato un nervo scoperto?
Mmm (annuisce, ndr).

“Mi riempi di chiamate” parla di una ragazza ossessiva. Gaia, la tua ragazza, sarà felice…
Mano! In realtà sto raccontando una storia che ho vissuto in prima persona tanti anni fa. Stare al fianco di un artista è difficile. Ci sono orari folli, sei in studio, c’è la promozione. Se squilla il telefono forse non rispondo perché sto lavorando e non perché sto facendo chissà cosa. Ci sono molti pregiudizi contro i rapper. Questa canzone racconta la storia di una relazione tossica. Una situazione che molti, forse, avranno vissuto.

Insomma, Gaia è fuori da questo ritratto?
Assolutamente. Stiamo benissimo insieme!

Capo Plaza sarà in tournée nei maggiori festival italiani da luglio e poi il grande evento al Forum di Assago il 1° febbraio 2025.

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV Pirati dei Caraibi 6, che prende il posto di Johnny Depp: nome impensabile – .
NEXT “Ieri in servizio 5 agenti di polizia, uno costretto a scontare 16 ore” – .