«Lazio? La colpa non è di Tudor, ma dei giocatori. Ti dirò perché” – .

«Lazio? La colpa non è di Tudor, ma dei giocatori. Ti dirò perché” – .
«Lazio? La colpa non è di Tudor, ma dei giocatori. Ti dirò perché” – .

Giordano: «Lazio? La colpa non è di Tudor, ma dei giocatori. Ti dirò perché.” Le parole dell’ex attaccante biancoceleste

Bruno Giordano ha parlato ai microfoni di Radio tu sei dell’atteggiamento dei giocatori Lazio. Queste le sue parole:

PAROLE – «Prima Sarri non andava bene, oggi Tudor viene accusato di errori nelle scelte e nei cambi, ma la realtà è che tutto è riconducibile ai giocatori e alle loro responsabilità. La Lazio non meritava di vincere a Monza, ma non è riuscita ad approfittare nemmeno di quel fortunato 2-1. È mancata l’attenzione, la voglia, l’attenzione, la voglia di prendere tre punti che sarebbero stati importanti per sperare fino alla fine in qualcosa che non c’è più.

La società deve intervenire sul comportamento della squadra, non mi è piaciuta nemmeno la scelta di andare sotto la Curva in quel contesto. Soprattutto non mi è piaciuto il comportamento di alcuni giocatori quando sono stati sostituiti. È un’abitudine della nostra squadra, c’è un’abitudine che viene da lontano, quella che Sarri ha definito un germe. Forse nel tempo è stato lasciato troppo potere ai giocatori, lo hanno esercitato con Sarri e ora lo fanno con Tudor.

La società, il ds Fabiani, deve intervenire soprattutto in questo. L’immagine che la Lazio diffonde di sé non deve essere questa. La sensazione, vedendo la squadra sotto la Curva, è che ognuno pensasse al proprio orticello. Un allenatore mi va bene, poi non mi va più bene, sto bene finché non vengo sostituito, ognuno per sé davvero.

Penso che l’allenatore debba imparare e fare scelte drastiche per la prossima stagione. Queste situazioni, che sono molto più importanti delle questioni tecniche, devono essere risolte. Per fare questo ci vuole tempo, quando la squadra prende in mano la società, quando fa valere la propria forza sulla società, diventa complicato. Bisogna intervenire, mandare via i giocatori che non la pensano così, poi bisogna pressare, monitorare, esserci per assicurarsi che nulla vada più storto in questo senso. L’alternativa è lasciare tutto com’è e cominciare a discutere di cambiamenti o delle scelte dell’allenatore».

 
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