«Dobbiamo scegliere la pace» – .

«Dobbiamo scegliere la pace» – .
«Dobbiamo scegliere la pace» – .

Esce nel ventesimo anniversario della morte del grande giornalista e scrittore “Tiziano Terzani contro la guerra. La verità del Tutto è Uno tra Oriente e Occidente” Di Gloria Germanistudioso, scrittore e grande esperto del pensiero di Terzani.

Gloria, nel tuo libro sottolinei le scelte di vita e la visione che Terzani aveva del mondo. Tutto è uno, lo ripeteva spesso e anche lui viveva ispirandosi a questo principio. Allora in cosa consiste questa visione di lui che spieghi così chiaramente nel libro?

«Terzani aveva un’esperienza di vita, sociale e politica molto ampia, che comprendeva non solo Usa ed Europa ma anche Vietnam, Cambogia, Cina, Giappone, Russia, India e Sud-Est asiatico. Questa esperienza diretta gli ha dato una prospettiva del mondo completamente al di fuori della grande narrativa dell’Occidente e del coro dei media. Per questo a soli 58 anni volle abbandonare il giornalismo e andare in pensione anticipata nel 1996. Era arrivato, insomma, a scardinare l’antitesi stessa tra comunismo e capitalismo, stigmatizzandone la base materialistica comune tipica della modernità. Era arrivato a una terza via, molto più in sintonia con la Natura e con i reali bisogni dell’umanità. Al centro di esso c’era (ed è) la verità del Tutto è Uno, cioè la base della filosofia orientale e delle filosofie indigene – per le quali non esiste una mente separata dalla materia, ma tutto è impermanente e interconnesso, compresa la nostra. identità supposta ed esalata. Tutto è Uno, ci ha sempre detto la saggezza buddista o yogica che oggi tanto affascina gli occidentali. Ciò significa che la mia vita, la vita di un albero e quella di una formica fanno parte di un tutto che è vita. La cosa bella è che la fisica quantistica è arrivata alle stesse conclusioni: partendo da Einstein ma soprattutto da Heisenberg, Bohr, Planck, Bohm, Prigogine, stiamo scoprendo che una materia là fuori, separata da noi soggetti che la studiamo, non esistono, mentre l’interconnessione e l’impermanenza sono le costanti del mondo subatomico. Purtroppo la moderna civiltà industriale si basa interamente sul presupposto che esista una materia inerte ed esterna che l’uomo può manipolare a suo piacimento. Se cambiamo il nostro modo di pensare, le cose cambiano radicalmente! Anche trivellare il terreno per estrarre petrolio, abbattere intere foreste per ricavarne legname, allevare animali in allevamenti intensivi per produrre cibo industriale, tutto questo diventa inconcepibile e violento se pensiamo che siamo tutti UNO. Per questi motivi Terzani ci indica una via d’uscita dall’alternativa capitalismo/socialismo, che è la via di Gandhi, il ritorno alle comunità decentralizzate, all’agricoltura e all’artigianato locale, all’uso di piccole tecnologie dal volto umano, come dicevano Kumarappa e Shumacher, che ha sviluppato le idee fondamentali dell’economia gandhiana”.

Il messaggio di Terzani è senza tempo, ma è soprattutto attuale, in un mondo che giorno dopo giorno perde umanità. Cosa direbbe oggi Terzani a chi assiste a continue guerre ed emergenze e a dinamiche basate sulla paura?

«Se fosse vivo oggi, Terzani soffrirebbe moltissimo. In effetti, questi 20 anni che ci separano dalla sua “uscita dal corpo” sono stati caratterizzati da ciò che più temeva: più razionalismo, più meccanicismo, scienza più specializzata, soluzioni più puramente tecnologiche a tutti i problemi. Già dal 1993 esprimeva una totale sfiducia nei confronti del modo materialistico e scientista di concepire la vita e il mondo. Detestava la ragione economica, che oggi è in cima a tutte le agende politiche, di ogni colore. Già criticava il linguaggio digitale che, con la sua banale logica 1-0 degli algoritmi, cambia non solo il mondo, ma anche il modo di pensare delle persone. Si chiedeva cosa succederebbe ai bambini che, abituati al PC, pensano che esista una soluzione software per tutto. Terzani aveva una visione molto chiara. Dal 2001 sapeva che saremmo entrati in una spirale di violenza: più armi, più morte, più sistemi di controllo. E così è stato. Possiamo dire che l’Occidente ha seguito l’incitamento alla guerra della Fallaci, l’incitamento alla vendetta e non la strada di Terzani. Per lui, però, già nel 2001 avremmo dovuto avviare un processo di ripensamento della presunta civiltà occidentale superiore. Per ripensare i rapporti con la natura e con altri stati, e altri modi di vivere. Molte volte ripeteva che considerarsi la civiltà superiore era solo frutto dell’ignoranza. Poiché abbiamo perso il senso della nostra “connessione cosmica”, abbiamo perso la consapevolezza che facciamo parte dell’Ecosfera e non ne siamo i dominatori”.

La visione che riporti nel libro, ricco di citazioni e riflessioni, potrebbe essere la chiave per immaginare un futuro diverso da quello che ci aspetta?

«In tutta umiltà, lo spero. Con il bagaglio della sua profonda esperienza diretta, Terzani capì che le rivoluzioni sul mondo esterno, sul mondo della materia, non funzionavano. Ha ripetuto spesso che le rivoluzioni francese, russa, cinese e vietnamita non hanno portato a una società più giusta, più pacifica, più in armonia con la natura. Aveva assistito direttamente a molti di questi tentativi e l’unica rivoluzione in cui ormai credeva era quella interna, cioè del nostro modo di pensare. Dobbiamo abbandonare quello che Fritjof Capra chiamava il paradigma cartesiano-newtoniano, che ha dato origine alla scienza meccanicistica e riduzionista. Terzani non considerava il processo di globalizzazione o, come lui lo chiamava, di americanizzazione del mondo, come un processo automatico di evoluzione e progresso, ma lo considerava piuttosto il frutto della colonizzazione dell’immaginario. In precedenza, questa colonizzazione si imponeva attraverso il dominio coloniale – attraverso l’eccessivo potere militare, l’idea del libero mercato e una civiltà e una religione superiori – e oggi continua ad imporsi attraverso la televisione e il sistema informativo e accademico. Terzani ci insegna anche che esiste un meccanismo di base che rende possibile l’economia moderna. L’industria moderna deve vendere ciò che produce e per farlo deve creare desideri che prima non esistevano. Questa creazione di bisogni è un meccanismo continuo di insoddisfazione, che fondamentalmente crea infelicità. Oggi c’è molto da esplorare ed elaborare su questi temi, per creare un mondo migliore, dove abbiamo meno ma forse siamo più felici e più in armonia con gli altri e con la natura”.

PER SAPERNE DI PIÙ

TIZIANO TERZANI CONTRO LA GUERRA. LA VERITÀ DI TUTTE È UNA TRA ORIENTE E OVEST

Questo libro propone una nuova interpretazione dell’itinerario di Tiziano Terzani, sulla base dei suoi testi e che ne evidenzia l’estrema attualità.

Il suo impegno contro la guerra e, allo stesso tempo, contro la guerra alla natura, affondano le radici nella certezza che Tutto è Uno, messaggio che parte dal cuore del pensiero indiano ma anche dalla fisica quantistica e che giunge con rinnovata forza al mondo intera umanità.

Il saggio di Gloria Germani offre una visione complessiva del meraviglioso percorso didattico e intellettuale ed esperienziale di Terzani, a vent’anni dalla sua morte.

Gloria Germani, con un background in filosofia occidentale e orientale, lavora da trent’anni nel campo della cultura e dell’industria audiovisiva. È la massima esperta del pensiero di Tiziano Terzani, che ha conosciuto personalmente alla fine del 2001 e che ha firmato la prefazione del suo primo libro su Madre Teresa di Calcutta e Gandhi.

QUI per sfogliare l’anteprima del libro

E domenica 12 maggio alle 14.30 Gloria Germani sarà alla Fiera Internazionale del Libro di Torino per presentare il libro; l’evento si svolge presso lo Stand della Regione Toscana.

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WEBINAR GRATUITO CON GLORIA GERMANI IL 15 MAGGIO

Mercoledì 15 maggio alle 21 webinar gratuito dal titolo “Tiziano Terzani contro la guerra”con Gloria Germani, studioso, scrittore e grande conoscitore del pensiero di Terzani. A vent’anni dalla morte del noto giornalista e scrittore.

QUI PER REGISTRARTI E RICEVERE IL LINK

di Terra Nuova


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