“Devo tutto alla Lazio, domenica all’Olimpico sarà una gioia immensa” – .

“Devo tutto alla Lazio, domenica all’Olimpico sarà una gioia immensa” – .
“Devo tutto alla Lazio, domenica all’Olimpico sarà una gioia immensa” – .

Le parole dell’ex difensore biancoceleste, campione d’Italia con la Lazio nel ’74, sulla celebrazione per il cinquantesimo scudetto all’Olimpico

Intervenendo ai microfoni di Radio tu sei Luigi Martini, uno dei protagonisti della Banda Maestrelli, ha parlato della festa per il cinquantesimo anniversario del primo scudetto della Lazio, esprimendo tutta la sua emozione. Queste sono le sue parole.

Per quanto riguarda la nostra Lazio, la cosa meno importante è stata la questione tecnica, nonostante la presenza di grandi campioni. La cosa decisiva da sottolineare è che non esiste altra squadra nella storia del calcio che abbia una storia simile. Un romanzo incredibile, una storia unica, gente che si lanciava con il paracadute, ma soprattutto il lato umano di quella squadra. Chi al mondo può dire di aver fatto quello che ha fatto Oddi, portando Giorgio e Pino a riposare con il Maestro nella stessa cappella. Con queste cose fai una serie televisiva infinita, è una storia che mette in ombra tutto ed è il motivo per cui i fan non la dimenticano. Queste sono storie che ti toccano l’anima. Chi non si lascia commuovere da tutto questo sbaglia.

Domenica all’Olimpico sarà una gioia, devo tutto alla Lazio, da lì parte tutto, anche la mia carriera politica e agonistica. Se penso a quella Lazio mi emoziono, i miei compagni erano più che amici. Quando penso a loro penso a qualcosa che è dentro di me. La figura del presidente Lenzini merita di essere portata al centro del romanzo. L’abbinamento con Maestrelli è stato incredibile, è stata una fusione perfetta. Ogni venerdì andavo a casa sua, voleva sapere tutto, come andavano le cose, come andavano le cose con Chinaglia. Era un uomo dalla forza morale incredibile, con lui ho vissuto il declino. Ho capito subito la scelta di Maestrelli di spostarmi nel ruolo di terzino, ma non l’ho mai accettata (ride, ndr). In quegli anni i terzini erano spesso stivali, mentre le mie caratteristiche erano molto offensive. Era la grandezza di Maestrellila sua capacità di entrare nella gente con la sua persuasione, di convincermi”.

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7 maggio 2024 (modificato il 7 maggio 2024 | 19:31)

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