L’alluvione un anno dopo – “Dopo la tragedia è successa una cosa grandiosa. Grazie ai Mud Angels ne siamo usciti più forti” – .

L’alluvione un anno dopo – “Dopo la tragedia è successa una cosa grandiosa. Grazie ai Mud Angels ne siamo usciti più forti” – .
L’alluvione un anno dopo – “Dopo la tragedia è successa una cosa grandiosa. Grazie ai Mud Angels ne siamo usciti più forti” – .

Il 16/05/2023 a Borgo Ronta le lancette dell’orologio appeso sopra il camino si sono fermate alle 21:36. Da quel momento ci sarà un prima e un dopo, perché è il momento in cui tutto cambia, tutto è avvolto dal buio, la luce è spenta, fuori e dentro di me è buio totale, l’acqua è sul soffitto, il fango si è insinuato ovunque, abbiamo salvato quello che potevamo salvare e ora non c’è più nulla da recuperare o da fare, ora non ci resta che aspettare che la natura faccia il suo corso nella speranza che risparmi noi e la nostra casa.

Abbattimento, scoraggiamento, rassegnazione e impotenza sono le sensazioni che si fanno strada nella mia mente… c’è una sorta di calma apparente, si sente solo lo scorrere dell’acqua, tutto ha preso una forma e un colore strano e sbiadito, siamo tutti immobili , inerme, quasi in stato catatonico, in attesa di poter fare qualcosa…se ci sarà ancora qualcosa da fare…

Poi finalmente, dopo una notte insonne e un’intera giornata trascorsa con le braccia conserte, con lo sguardo fisso nel vuoto, accade il miracolo tanto atteso, l’acqua scompare, mostrando evidenti danni causati dalla violenza senza precedenti con cui si è accanita contro di noi. madre natura… purtroppo miete anche numerose vittime innocenti con la sua incontenibile ed inarrestabile furia.

Poi succede qualcosa di grosso, succede che tutti i colori ritornano, ritornano perché all’improvviso ci siete voi “Angeli del Fango” che affollate Via Ravennate; sei pieno di tutto ciò che ritieni possa essere utile, ma soprattutto sei pieno di voglia di fare, di aiutare, di collaborare, di condividere; non ti interessa sporcarti le mani e i vestiti, sei pronto a lavorare sodo, a metterti a disposizione di tutti, a dare una mano a persone sconosciute che sono in difficoltà, hai sempre un sorriso e una parola buona per tutti; lavori incessantemente senza fermarti con noi come noi e più di noi, senza lamentarti, senza sentirti stanco e tutti con la stessa domanda: “come posso aiutarti?” » » e a questo punto quello che inevitabilmente accade è che i tuoi occhi si riempiono di lacrime, e sono solo le mani e le braccia che ti stringono per consolarti, per non scoraggiarti, per darti la loro solidarietà e per dimostrarti che lo sei davvero non soli, che andiamo avanti insieme a testa alta, riscoprendo dignità e identità perdute che ognuno di voi ci aiuta a ricercare negli affetti e nei ricordi perduti.

Ho scritto questo articolo per due motivi:

Perché mi ha dato l’opportunità di mettere nero su bianco quello che è successo, di far uscire emozioni forti, di riportare alla luce ricordi nascosti, così che 1 anno dopo potessi metabolizzare quanto sono stata fortunata nonostante tutto;

Perché mi permette di concentrare la mia attenzione non sul disastro ma su tutto ciò che di bello è accaduto attorno ad esso e di dire ancora GRAZIE; sì, perché se siamo sopravvissuti e ne siamo usciti più forti di prima è solo grazie a te che ci hai aiutato a non arrenderci, a credere in noi stessi, a lavorare in squadra, a ridere anche nelle difficoltà, a mostrare le nostre debolezze senza vergognarci , ma soprattutto perché ci hai insegnato che si può dare incondizionatamente senza aspettarsi nulla in cambio, che non ci si arrende e che tutto è possibile…

Facciamo tutti tesoro di quanto accaduto e non dimentichiamolo!

Silvia Detto

 
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